Il diritto ad una vita indipendente si basa sulla relazione tra autonomia personale e benessere attraverso l'affermazione del proprio diritto di scelta.
Questo vale per tutti, indipendentemente dalle condizioni di salute o dalle limitazioni funzionali, ma è ancora più significativo per le persone con disabilità perché influisce sul loro coinvolgimento attivo nella vita della comunità di cui fanno parte. Nel corso degli ultimi anni il dibattito relativo all’autonomia delle persone in ambito urbano è stato indagato in ambiti di ricerca e sperimentazione molto diversi e interdisciplinari.
L’uso della città rappresenta un diritto universale e apre a traiettorie di indagine, alimentate nel tempo dal progressivo cambio di paradigma legato al tema dell’accessibilità, della disabilità, ma anche dell’autonomia e l’indipendenza nello spazio urbano, oggetto di un interesse che anima il dibattito a scala internazionale da diversi decenni. La Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità del 2006 mette in evidenza che «una Città Accessibile è una città in grado di produrre un programma pubblico, servizi e spazi utilizzabili da tutti i tipi di persone» nel senso più ampio possibile, senza la necessità di adattamenti o modifiche specialistiche, senza escludere, ove necessario, strumenti di assistenza per particolari gruppi di persone con disabilità. Organismi globali, come la Banca Mondiale (BM) e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stimano infatti che un miliardo di persone con disabilità (2011) affrontano oggi barriere significative all’inclusione in molti settori vitali (mobilità, lavoro, istruzione), o semplicemente nell’essere socialmente o politicamente coinvolti durante la loro vita quotidiana.
Secondo l’ISTAT, nel 2013 il Comune di Bologna ospitava 21.200 persone con disabilità, che rappresentano il 5,8% della popolazione con più di 6 anni. Le donne rappresentano il 7,5% del totale mentre gli uomini il 3,9%, con un numero di studenti universitari compreso tra 800 e 1.000 persone.
Nel 2018, è stato stimato un aumento di 100 unità portando il numero totale di persone con disabilità a 21.300. A partire da questi dati di contesto, studenti e studentesse dei Corsi di Laurea Magistrale in Advanced Design dei Servizi all’interno del Laboratorio di Design del prodotto-servizio hanno analizzato, da settembre 2024 a gennaio 2025, le condizioni che limitano l’autonomia delle persone, secondo un approccio multidisciplinare che combina gli strumenti del design, dell’analisi e visualizzazione dei dati con indagini sociologiche e con strategie di ingaggio e partecipazione delle comunità. Attraverso il coinvolgimento diretto dell’Istituto dei ciechi Francesco Cavazza di Bologna, il laboratorio ha avuto l’obiettivo di supportare il processo di creazione del nuovo Centro per lo Sviluppo delle Autonomie, di rispondere alla necessità di immaginare e co-disegnare nuovi processi progettuali di servizi che migliorino la qualità e l’inclusività dell’ambiente urbano, e di sensibilizzare alle questioni legate alle diverse disabilità mediante iniziative di disseminazione e comunicazione. In un percorso che ha previsto 3 tavoli di lavoro con utenti e operatori dell’Istituto, sono stati co-progettati, prototipati e testati servizi per il potenziamento dei servizi di educazione, introduzione al mondo del lavoro, mobilità, vita sociale e culturale, attraverso una maggiore connessione con la città, per valorizzare una relazione interno/esterno in un processo progettuale innovativo.
Oltre i risultati progettuali, presentati durante una mostra aperta il 6 febbraio allestita negli spazi dell’Istituto Cavazza, l’incredibile esperienza umana che ha generato la collaborazione diretta con gli utenti dell’Istituto e gli operatori rappresenta un processo di apprendimento importantissimo per giovani designer in formazione, allenandoli a progettare in relazione alle conseguenze sociali e culturali del proprio agire.