Sicurezza, emergenza climatica, solidarietà

Intervista al Prefetto di Bologna Enrico Ricci
Silvia Colombini

Prima di arrivare alla provincia di Bologna, Enrico Ricci ha prestato servizio in tutta Italia, dalla provincia di Bergamo a quella di Catanzaro, maturando una lunga e preziosa esperienza anche in situazioni difficili. Calamità naturali, accoglienza profughi, sicurezza: in ogni ambito ha sempre dimostrato competenza e sensibilità verso luoghi e persone.

 

Quali sono le principali problematiche del territorio metropolitano bolognese?

 

Ha le caratteristiche delle città metropolitane per quanto riguarda la sicurezza pubblica, quindi ci sono fenomeni di microcriminalità che influiscono molto sulla percezione della sicurezza dei cittadini. In questo momento abbiamo un tema emergente, il fenomeno della microcriminalità giovanile che stiamo cercando di contrastare. Si tratta di gruppi di minori, non parlerei di baby gang perché non hanno l’organizzazione strutturata, che si rendono protagonisti di atti di molestie se non di veri e propri reati, rapine, aggressioni nei confronti di chiunque gli capiti a tiro. Su questo stiamo prestando attenzione perché, al di là del risvolto penale, è un fenomeno di rilievo sociale, perché pone il tema di come fronteggiarlo proprio da un punto di vista sociale. Per altri aspetti un tema di grande interesse e di preoccupazione è quello del cambiamento climatico e delle sue conseguenze.

 

Bologna ha avuto, a fine anno scorso, due episodi pesanti che costituiscono una novità per questo territorio e su questo c’è grande attenzione. Nell’ambito delle competenze della Prefettura, che non ha competenze dirette per la messa in sicurezza del territorio, abbiamo seguito l’ultima situazione di emergenza primaverile con un coordinamento per i soccorsi e per fortuna non abbiamo avuto conseguenze pesanti e drammatiche, però tutta la situazione è stata monitorata minuto per minuto.

Il Prefetto di Bologna Enrico Ricci

Come possiamo prevenire violenze e discriminazioni?

 

Il controllo sociale è importante. Credo che al di là delle sanzioni, bisognerebbe che dal punto di vista del comportamento della cittadinanza ci fosse un atteggiamento non di iniziativa, di contrasto attivo, ma di evidente disapprovazione nei confronti di chiunque compia atti contrari al vivere civile. Questo al di là dell’aspetto strettamente penale. Vale soprattutto per i ragazzi nei confronti di chi compie atti di bullismo. Spesso la prima vera sanzione è il distaccarsi dal comportamento incivile, mostrando disapprovazione. Da un punto di vista del comportamento sociale nei confronti dei reati è essenziale che ognuno faccia la sua parte e segnali la commissione dei reati chiedendo l’immediato intervento delle forze dell’ordine.

 

Mi pare che su questo aspetto a Bologna ci sia una forte partecipazione, è una città di grande civiltà e il coinvolgimento delle forze di polizia è immediato.

 

Bologna ha una tradizione di accoglienza e inclusione. È possibile rafforzarla anche nei confronti delle categorie più fragili in aumento?

 

Bologna ha una rete di associazioni di volontariato che si occupano dei soggetti più deboli e di chi ha bisogno di aiuto concreto, e anche una tradizione di amministrazione civica. Quindi non mancano le risorse, ma è anche vero che questi fenomeni stanno emergendo in maniera evidente. A volte è anche difficile dare un aiuto ai tanti che dormono sotto i portici perché sono loro stessi che rifiutano una diversa collocazione. Ci sono poi situazioni di marginalità difficili da affrontare legate a una condizione di disagio psichico e non è semplice affrontare certe situazioni. Questo però per tradizione è un territorio che ha risorse e una risposta molto alta, tutto è migliorabile, ma partiamo da una base di assoluto rispetto.

Il Palazzo della Prefettura - Bologna

Qual è il bilancio di questo primo periodo?

 

Un bilancio molto positivo, ho trovato conferma di quel che sapevo, cioè questa è una città di grande civiltà che può contare su una rete sociale molto forte. Certo, non mancano i problemi, dobbiamo farci carico delle preoccupazioni dei cittadini per la sicurezza pubblica a prescindere dal dato della criminalità. Se i cittadini si sentono insicuri questa percezione va affrontata dalle istituzioni. Qua ci sono le condizioni per lavorare insieme, io credo molto nella collaborazione istituzionale che è fondamentale per affrontare anche tempi complessi e a Bologna le condizioni per fare questo ci sono.

 

Cosa ci possiamo augurare per il futuro?

 

Ci sono anche nubi all’orizzonte, è un periodo che certamente non è facile sotto tanti aspetti. Le vicende internazionali in particolare suscitano preoccupazione. Però dobbiamo affrontare tutto con uno spirito di forte coesione a livello istituzionale e rafforzare la coesione sociale. Questo territorio è forte e questo spirito va mantenuto, cercando di dare il più possibile riposte concrete ai bisogni che emergono dalla cittadinanza.

 

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