Shireen sente le sirene, sente gli aerei da guerra passare sopra la sua testa, sente le esplosioni e, se queste sono vicine, anche gli spostamenti d’aria e il rumore dei vetri infranti, ma non vede le esplosioni, le case che bruciano, i feriti e i morti per le strade, vive la guerra completamente al buio perché è cieca.
Questa è la sua esperienza quasi quotidiana dal 7 ottobre 2023, da quando Hamas ha attaccato in territorio israeliano uccidendo 1.194 persone e rapendone circa 150. Dopo, Israele ha iniziato la guerra nella striscia di Gaza. Shireen è una giovane donna palestinese cieca ma, usando un’immagine paradossale, lei è anche un grande occhio aperto e puntato sulla condizione delle persone con disabilità a Gaza in questi ultimi 20 mesi, un occhio che ci mostra le enormi difficoltà e la situazione di terrore in cui vivono le persone che non sentono, usano la carrozzina per muoversi o hanno deficit cognitivi, quando è in atto una guerra molto violenta, che colpisce soprattutto la popolazione civile.
La storia della famiglia di Shireen è la storia dei palestinesi dopo la nakba, la catastrofe (come la chiama il mondo arabo) ovvero l’espulsione di molti palestinesi nel 1948 dopo la fondazione dello stato di Israele. Sua nonna le ha raccontato quei giorni e, dopo, anche Shireen ha vissuto questa esperienza a 15 anni con il trasferimento forzato dal suo villaggio natale alla striscia di Gaza. Nel 2008 dopo un attacco aereo israeliano perde alcuni famigliari e lei rimane cieca per le ferite riportate.Decide di laurearsi e studia giornalismo multimediale. Da quel 7 ottobre 2023 Shireen è diventata, attraverso una sua trasmissione, una cronista precisa e affidabile di come vivono le persone con disabilità in una situazione di guerra e che a Gaza rappresentano circa il 15% della popolazione. Il suo motto è “perseverare nella resistenza attraverso le parole”.
Su Facebook si può ascoltare un suo reportage dove dice: “Essere ciechi durante i bombardamenti è puro orrore, un cieco si orienta con i rumori ma con quelli delle bombe come fa a sentirne altri? Un cieco non si rende conto nemmeno se i suoi famigliari sono vivi dopo il bombardamento, ma una situazione simile la vive anche un sordo, come fa a sentire i richiami di aiuto? O come riesce a comunicare in quelle situazioni di emergenza?”. Le persone con disabilità fisica poi, quando suonano le sirene, non possono scappare velocemente e non sempre, quando arrivano ai rifugi, possono entrare, perché sono inaccessibili alle carrozzine. Ma forse i più esposti sono le persone con deficit cognitivo, loro sono i primi a perdersi e per le famiglie poi ritrovarli diventa un grosso problema, spesso non li ritrovano più. Se prima del 7 ottobre la condizione delle persone disabili era difficile, ora, in piena guerra, è diventata impossibile. Manca l’acqua, l’elettricità, mancano gli ausili, le medicine e per chi ha deficit queste mancanze rendono la vita una corsa a ostacoli dove si cade sempre.
In rete si può trovare un altro video dove una giornalista statunitense della ABC le fa domande sulla sua vita personale di giornalista cieca durante la guerra, al che Shireen risponde: “Non voglio parlare di me, voglio parlare degli altri, di tutte le persone disabili che vivono una vita al limite, oppressi dalle difficoltà, dall’ingiustizia, solo di loro voglio parlare”.