Il valore dell'esperienza

Raccontare storie attraverso dispositivi cognitivi e sensoriali
Fabio Fornasari

Ogni storia che raccontiamo nasce dall’intreccio di percezioni, emozioni e riflessioni. Queste possono essere semplicemente evocate con le parole, raccontando esperienze vissute in prima persona. Tuttavia, affinché una storia venga percepita come davvero significativa, è fondamentale farne un’esperienza globale. Serve un contesto, un ambiente che, attraverso il suo setting, ci permetta di vivere il racconto in modo attivo e immersivo. Non dobbiamo limitarci a leggere o ascoltare passivamente, ma essere invitati a toccare, muoverci, prendere parte e interagire… abitare la storia per sentirne il valore.

Dispositivo per Festival Alzheimer - Un colore tutto mio, Leo Lionni, 2024

È questa la base dei dispositivi cognitivi e sensoriali che costruiamo nell’Atelier Tolomeo. Possono essere vere e proprie stanze museali come quelle dell’omonimo museo, oppure più misurate scatole che, aprendosi, possono riempire un’intera aula con oggetti, modelli, azioni. Dopotutto, proprio il Museo Tolomeo nasce per raccontare una storia di valore: la storia dell’Istituto Cavazza e dei racconti che testimoniano la costruzione di opportunità di autonomia. Per fare questo, il museo si presenta alla città come una Wunderkammer che declina una museologia ispirata alle sale di Palazzo Poggi, il museo che testimonia il “Rinascimento scientifico” di Aldrovandi.

 

Il nostro approccio si basa sull’idea che la capacità di narrare non è solo il risultato delle parole che scegliamo, ma nasce da una combinazione di cognitivo e sensoriale che, insieme, plasmano e danno forma alla nostra esperienza non dimenticando le emozioni. Questi strumenti, vere e proprie "scatole" ricche di contenuti tridimensionali, sono il cuore pulsante di ogni storia significativa che progettiamo nell’Atelier Tolomeo.

Dispositivo per Museo MNEMIA - 2024

Questi elementi non sono mai piatti o semplici, ma si sviluppano in profondità e in prospettiva, come un caleidoscopio di forme che contengono il racconto. Ogni gesto che usiamo per interagire con il contenuto di queste scatole ci permette di fare un passo dentro la storia. Ogni dispositivo contiene idee, riflessioni, ricordi, intuizioni che si traducono in sensazioni legate ai nostri sensi: odori, colori, suoni, tatto, gusti. Quando queste scatole si aprono, si svelano paesaggi che dialogano con i nostri mondi interiori, paesaggi che non sono mai unidimensionali, ma che si espandono in uno spazio tridimensionale, diventando luogo di esperienze, emozioni e significati complessi.

 

Il nostro corpo non è spettatore passivo di ciò che accade di fronte a noi, ma diventa parte integrante del processo narrativo. La mente pensa, il cuore sente, mentre il corpo opera. Pensiamo a una situazione in cui una memoria emotiva ci riporta indietro nel tempo: un ricordo improvviso può farci sentire un brivido lungo la schiena, un piacere inaspettato o un sorriso spontaneo. Questo movimento, che nasce dalla connessione tra pensieri, sensazioni e corpo, è ciò che rende ogni storia vibrante e viva e ogni esperienza unica e irripetibile. Ogni narrazione diventa un’opportunità per esplorare non solo la realtà esterna, ma anche il nostro mondo interiore, creando connessioni tra ciò che vediamo, ciò che sentiamo e ciò che proviamo nel profondo. La storia diventa un’esperienza che ci permette di muoverci nel mondo, di scoprire nuove sfumature, nuovi significati e nuove emozioni, facendo sì che la narrazione stessa diventi un’esperienza trasformativa.

 

È strana la vita di un libro. Prima è solo un’idea nella mente del suo ideatore e poi piano piano prende forma fino a diventare reale e a fare il suo ingresso nel mondo. Gli autori, dopo mesi e a volte anni trascorsi a scrivere, riscrivere, correggere e ricorreggere, consegnano il manoscritto nelle mani dell’editore. È qui che il libro assume la sua versione finale, passando attraverso varie fasi. Lavoro di editing (la cura redazionale del testo) per analizzare e controllare forma e contenuti, correzione di bozze, scelta della copertina e solo allora è pronto per uscire in libreria e online nelle versioni con le quali è distribuito, cartacea, digitale o anche audiolibro. A più di sei mesi dalla sua uscita, “Guardami. La bellezza dal mio punto di vista”, scritto da otto ragazzi dell’Istituto Cavazza e pubblicato da Edizioni Pendragon, continua il suo viaggio nel mondo. Tra le tante occasioni nelle quali si è parlato di lui, da segnalare la sua presenza a dicembre su Rai 3 nel programma “Buongiorno Regione Emilia-Romagna”. A marzo, poi, è stato omaggiato dallo scrittore, giornalista e conduttore televisivo Massimo Gramellini, che nelle pagine dei suoi profili social lo ha recensito positivamente. Altre persone l’hanno citato e commentato sui vari social, e alcune scuole hanno chiesto di poterlo far conoscere ai propri alunni. Inoltre, “Guardami” è anche un docufilm (regia Martina De Polo) che continua a partecipare a festival cinematografici importanti in tutta Italia, raccontando sul grande schermo (in versione con audiodescrizione) quello che si legge nelle pagine del libro. Una bella soddisfazione per gli otto ragazzi che hanno scritto il libro e interpretato il docufilm, e anche per l’Istituto Cavazza che ha creduto nel progetto sin dall’inizio.

La copertina di "Guardami" e il post di Massimo Gramellini

Già, perché scrivere è un lavoro impegnativo dal finale sconosciuto, e nel caso di “Guardami”, gli autori, tutti giovani non vedenti o ipovedenti, sono riusciti in poco tempo, con passione, sincerità e competenza, a raccontare il loro punto di vista sul tema della bellezza. Ricevere i primi, importanti riconoscimenti dai tanti lettori che si sono avvicinati al testo è stata e continua ad essere una grande soddisfazione per tutti loro. Inoltre, consapevoli che anche il mercato editoriale, come tutti, necessita di promozione e presentazione dei suoi prodotti, gli autori si sono resi disponibili a organizzare, ove possibile, ognuno sul proprio territorio di residenza, eventi nei quali far conoscere il loro lavoro. Questa fase del lavoro promozionale, di fatto, continua nel tempo, per dare a “Guardami” l’opportunità di venire conosciuto da un pubblico il più ampio possibile. Anche per questo ne è stata prodotta la versione audiolibro, realizzata dal team di grandi professionisti de “Il libro parlato”, catalogo che l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti (UICI) mette a disposizione per i suoi iscritti. Arricchito dalla prefazione di Frida Bollani Magoni e dalla postfazione di Annalisa Minetti, “Guardami” è la prova che un buon lavoro di squadra, nella scrittura come nello sport, porta sempre a ottenere ottimi risultati. Non resta che aspettare i prossimi che, pagina dopo pagina, speriamo continueranno ad arrivare.
La scheda dell'audiolibro "Guardami" sul sito de "Il libro parlato"

 

Precedente | Successivo

Sommario

Oltre la Prefettura

Attualità

Attività

Salute

Musica

Cultura