Il Giardino Segreto

Nato sui detriti delle macerie di Palazzo Bentivoglio, in piena zona universitaria, il Giardino del Guasto ha vissuto varie traversie. Rimane, tuttavia, un’oasi in cui il verde converge in una cornice architettonica unica nel suo genere
Mafalda Sandrini, Researcher at the Free University of Berlin on the analysis of social dynamics

Nei pressi della zona universitaria di Bologna, esattamente dietro al Teatro Comunale, nascosto tra i vicoli e agli occhi inesperti, c’è un’oasi in cui il verde converge in un’opera urbana, uno spazio in cui bambini, studenti, e chi cerca un riparo per qualche ora convivono in una cornice architettonica unica nel suo genere. Chi conosce un poco il capoluogo emiliano saprà che gli spazi verdi all’interno del centro sono preziosi e ambiti e poterseli godere rimane un privilegio per pochi.

Per entrare al Guasto, così chiamato dai suoi avventori, bisogna inerpicarsi per una piccola salita, passando in mezzo a quello che molti definiscono il “degrado” del centro e che altri ritengono invece essere la parte che più lo caratterizza. La piccola salita deriva dai detriti accumulati dalle macerie del Palazzo Bentivoglio, lasciato andare in declino intorno al sedicesimo secolo. Al centro del Giardino sorge ancora una fontana marmorea che attingeva alle sorgenti della collina di San Michele in Bosco.

Giardino del Guasto - lavori di risanamento, 1970/75, BolognaDurante il secondo conflitto mondiale la collina si innalzò ulteriormente per permettere la costruzione di gallerie dove i bolognesi si proteggevano dai bombardamenti. Solamente verso la fine degli anni ‘60 del ‘900 il Giardino inizia a prendere le forme che conosciamo ancora oggi, quando il comune decide di conferirgli vita nuova, appaltando l’incarico all’architetto Gennaro Filippini che decise di trasformarlo in un micro-parco pensile d’arte contemporanea, ispirandosi ai principi montessoriani. Non solo: i bambini che giocavano in Largo Respighi divennero inconsapevoli architetti e consulenti per Filippini, che li coinvolse attivamente per creare un’area che unisse creatività e formazione, opportunità di svago e crescita.

L’unità verde iniziale di 3000 metri quadrati venne cementificata poiché i giochi dei bambini avrebbero distrutto in breve tempo il prato sottostante: ecco dunque come prese la forma di micro-parco pensile d’arte contemporanea. Purtroppo, l’inaugurazione del ‘75 vide chiudere i cancelli del Giardino prima del previsto: le contestazioni studentesche, sfociate nell’uccisione di Francesco Lorusso l’11 marzo 1977 sancirono l’area universitaria, compreso il Guasto, come zona pericolosa ed ostile, da quel momento riparo per gli afflitti della piaga dell’eroina dilagante in quegli anni a Bologna.

Giardino del Guasto - opera dello street artist Blu che rappresenta l'evoluzione della specie, BolognaDopo vent’anni passati nel dimenticatoio, il 1999 vede un rinnovato interesse per il Giardino atto a riqualificare la zona e a rendere l’oasi di verde nuovamente accessibile ai più. Il verde diventa un fattore centrale in quest’opera di miglioramento con la piantumazione dei vistosi ginko biloba che percorrono l’ingresso; il ‘99 è anche l’anno della nascita dell’Associazione del Giardino del Guasto, composta da singoli cittadini e famiglie che attraverso convenzioni ancora oggi si prendono cura del Giardino.

Il 2006 vede infine l’intervento di uno studente dell’Accademia delle Belle Arti, colui che ora è conosciuto come lo street artist Blu, che viene incaricato di abbellire le opere di cemento costruite in precedenza con murales rappresentanti l’evoluzione della specie. Il Guasto rimane un luogo pregno di storia per i bolognesi, capace di interpretare lo spirito del tempo, oggi è inconsapevole portatore di principi quali sostenibilità e inclusione, sociale ma anche ambientale, in cui diverse realtà convivono in un piccolo spazio, dove però sembra sempre esserci spazio per tutti.

Precedente | Successivo

Sommario

Oltre la Prefettura

Attualità

Attività

Salute

Musica

Cultura