Andrea Canevaro esperto d'umanità

In ricordo di Andrea Canevaro studioso di fama internazionale, docente emerito dell’Università di Bologna; vero e proprio maestro in campo pedagogico
Pier Michele Borra

La notizia della morte del professor Andrea Canevaro, il 26 maggio U.S., è ormai tristemente nota: nelle testate giornalistiche e nelle riviste specializzate sui temi dell'educazone e dell'inclusione delle persone con disabilità, si sottolinea che Canevaro, 82 anni, docente emerito dell'Università di Bologna, studioso di fama internazionale, è stato il padre della pedagogia speciale, l'ambito di ricerca che si occupa dell'educazione delle persone in condizione di disabilità, e che il suo pensiero ha cresciuto e plasmato, in numerosi decenni, generazioni di insegnanti e di studenti universitari.

Un vero e proprio maestro in campo pedagogico. Molti di noi che ne sono stati allievi possono testimoniare l'importanza delle sue lezioni sia di vita che pedagogiche, ma non dimenticano certo il contributo alla loro crescita personale, spesso all'accettazione e al superamento delle difficoltà e delle problematiche oggettive che la disabilità comporta. L'integrazione scolastica si deve in gran parte alle sue ricerche e al suo impegno. Il suo approccio scientifico non si esauriva nella raccolta di dati o di aspetti tecnici: come afferma Patrizia Ceccarani su "Vita", egli "ha sempre messo la persona al centro, anche quando questa espressione non si usava».

Andrea CanevaroIn un'intervista su "Orizzonte Scuola", affermava, riferendosi ai dirigenti scolastici, che dovrebbero essere dei cercatori di tracce: «Occorre vedere negli altri quel valore che non abbiamo, e, delicatamente ma decisamente, intrecciare i nostri rispettivi valori. Intrecciare tracce».

Su "Settimananews" José Jorge Chade scrive che era un uomo come quello descritto da Primo Levi: «giusto, semplice, umano, disponibile, flessibile», che «ha saputo raggiungere tutti, accompagnandoli nei momenti difficili, supportandoli quando necessario senza sostituirsi a loro»; e nella lista delle cose belle di lui per le quali lo ricordiamo con grande affetto e infinita stima, noi non possiamo dimenticare le tante volte che ha voluto collaborare con i Dirigenti e con gli Operatori dell'Istituto Cavazza per analizzare, approfondire, precisare e meglio organizzare i servizi di supporto per l'integrazione e l'inclusione scolastica, culturale e sociale di bambini, ragazzi e giovani ciechi e-o ipovedenti. L'ultima grande occasione di questa fondamentale collaborazione avvenne nel 2011 in occasione del centotrentesimo anniversario della fondazione del nostro Istituto, momento in cui organizzammo, proprio con il fondamentale contributo di Andrea Canevaro, il convegno "Mostrare la Rosa al Cieco". Nella sua lectio magistralis, analizzando le parole "integrazione, inclusione, condivisione", riuscì, come sempre, ad emozionare e coinvolgere le persone presenti regalandoci, ancora una volta, una concreta dimostrazione della sua grande competenza, conoscenza e profondissima umanità.

A noi oggi purtroppo non resta che ringraziare Andrea per i grandi contributi che ci ha lasciato, che per fortuna possiamo ritrovare nei suoi libri, saggi e articoli, ma ci resta anche il pesante compito di provare a realizzare e rendere risultati effettivi e concreti i suoi tanti insegnamenti e le sue intuizioni e indicazioni per una reale inclusione scolastica e sociale delle persone portatrici di disabilità.

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