Teatro Marsigli - Rossi

Costruito per l’intrattenimento di privati, una volta aperto al pubblico fu luogo di rappresentazioni di prosa e opere in musica; tragedie, opere sentimentali e concerti di virtuosi come Paganini
Maria Chiara Mazzi

Costruito per l’intrattenimento di privati, una volta aperto al pubblico fu luogo di rappresentazioni di prosa e opere in musica; tragedie, opere sentimentali e concerti di virtuosi come Paganini Il nostro itinerario nei teatri di Bologna giunge al Teatro Marsigli - Rossi, collocato nell’omonimo palazzo in Strada Maggiore e costruito da Bartolomeo Laurenti per il senatore Giuseppe Filippo Calderini nel 1710. Dapprima destinato all’intrattenimento dei proprietari, lo spazio (3 palchi, 24 panche di platea, un loggione, caffè e trattoria, ai quali si accede da Vicolo Bolognetti) viene aperto al pubblico negli anni Novanta e propone prosa e opere in musica dei più celebri autori dell’epoca, come Paisiello, Piccinni e Galuppi.

Manifesto del Teatro Marsigli - 1814, Bologna,

La svolta avviene con l’arrivo dei francesi, nel 1796, quando Angelo Marsigli lo affida alla Società dei Patrioti: trasformato in Teatro Civico è frequentato da un pubblico sempre più numeroso al quale propone a fini educativi i lavori di Alfieri e Voltaire. Ecco l’entusiasmo del giornale locale, che scrive “Esso toglierà dai programmi le antiche sterilità e indecenze. Le scene saranno scuola della morale e della virtù. Il popolo succhierà avidamente il latte dell'amore di libertà e di patria”.

Manifesto del Teatro Marsigli - 1818, Bologna,

I nomi più importanti della vita bolognese (come Luigi Zamboni o Pelagio Palagi) si esibiscono in serate politiche intonando inni patriottici fino a quando col ritorno degli Austro - Russi nel giugno 1799 cambia la programmazione: le tragedie si alternano alle opere sentimentali di Cimarosa e di Paisiello e ai concerti dei virtuosi di passaggio, come Nicolò Paganini. Poi, nel maggio 1821, la Deputazione agli spettacoli del Comune constata che “le scale sono ristrette e scomode, le colonnette dei palchi sono pericolanti, il palcoscenico è inagibile, il graticcio malmesso e le macchine consunte”. E siccome il restauro costerebbe troppo, il teatro viene abbandonato. “Il coperto sembrava un grande ombrellaccio sbertucciato, attraverso il quale trasparivan lembi di cielo. Nella platea cresceva l'erba, e le galline avevano libero l'ingresso senza pericolo di contestazione”. Alla fine sarà abbattuto e lo spazio verrà adibito a deposito di macerie edilizie.

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