In memoria dell'amico Ernesto Dini

Ci mancheranno la tua intelligenza, il tuo impegno e il tuo spirito e il tuo pressante invito a non perdere mai di vista i bisogni e le esigenze dei giovani ciechi e ipovedenti
Pier Michele Borra

Il 24 marzo, è venuto a mancare all’affetto dei suoi cari e a tutti noi, Ernesto Dini; a nome del Consiglio di Amministrazione dell’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza, di tutti i dipendenti e collaboratori dell’Istituto stesso, e mio personale, porgo alla famiglia le più sentite condoglianze e il sentimento di profonda vicinanza di tutti noi. Dopo lo sgomento provocato dalla notizia, il pensiero torna ai tanti anni di collaborazione impegnata per far crescere e rilanciare il Nostro Istituto a seguito dei grandi cambiamenti verificatisi alla fine degli anni settanta; leggi e innovazioni che hanno comportato una radicale trasformazione dell’organizzazione e delle attività necessarie a supporto dei ciechi e degli ipovedenti. Tornano alla mia mente, le preoccupazioni e le tensioni del 1983 quando Ernesto assunse la presidenza del Consiglio di Amministrazione dell’Istituto Cavazza, che usciva allora da un’amministrazione gravemente deficitaria, e demmo inizio, grazie a quel nuovo Consiglio, al lungo e faticoso processo di rilancio e riqualificazione del ruolo dell’Istituto nelle modificate condizioni che ci trovammo davanti. L’individuazione della formazione professionale, come importante terreno di sviluppo per il nostro Istituto, il settore dell’evoluzione tecnologica per far sì che il grande sviluppo della rivoluzione informatica non si trasformasse in una nuova occasione di esclusione e di isolamento dei ciechi e degli ipovedenti, la necessità di interventi specialistici che consentissero ai bambini e ragazzi ciechi e ipovedenti inseriti nella scuola di tutti di non vedersi riallontanati dalla cultura e dalla formazione di qualità, che nel cinquantennio precedente erano stati i capisaldi dell’attività dell’Istituto stesso e che ne avevano valorizzati il nome e l’importanza in Italia e nel mondo.

Ernesto Dini - Bologna

Ricordo la collaborazione con l’IBM Italia, per la realizzazione dei corsi di formazione per programmatori elettronici, l’attivazione, in collaborazione con la Regione Emilia-Romagna per la realizzazione di corsi aggiornati e riqualificati per “operatori telefonici”, ma soprattutto vanno ricordati l’impegno e la profonda convinzione con i quali Ernesto sostenne lo sforzo e l’attività del nostro Istituto nel settore dell’evoluzione tecnologica, che in quegli anni viveva la grande rivoluzione informatica e che, grazie alla attività sviluppatasi a Bologna vide la realizzazione del primo display Braille italiano che l’Istituto mise in vendita ad un prezzo assolutamente di favore per i ciechi e gli ipovedenti affinché potesse anche per loro avviarsi l’epoca dell’innovazione tecnologica e anche noi potessimo accedere al mondo dell’informatica e non restarne esclusi. E infine, durante i lunghi anni della mia presidenza del Consiglio di Amministrazione del Cavazza, tutto l’impegno e la collaborazione per continuare a far crescere e a sviluppare l’Istituto nella direzione di trasformarlo in un centro di servizi che sapesse adeguarsi e rispondere alle esigenze mutevoli di ciechi e ipovedenti nel lavoro, nella scuola, nella società. E infine non posso dimenticare il grande contributo che Ernesto ha saputo dare al percorso di trasformazione istituzionale dell’Istituto che è diventato Fondazione.

Ernesto Dini in visita all'Istituto Cavazza - Bologna

Quanti incontri, quante discussioni, ma sempre tesi alla individuazione e alla realizzazione di tutto ciò che poteva essere utile e favorire il processo di inclusione dei ciechi e degli ipovedenti nella scuola, nel lavoro e nella società. Caro Ernesto, Tutti noi, ma credo di poter dire, tutti i ciechi bolognesi e italiani non ti ringrazieremo mai abbastanza per tutto l’impegno, la dedizione che hai voluto, sia nel tuo lavoro, sia nel tuo impegno presso il Cavazza, riservare a tutti noi. E adesso che nuove sfide, nuove esigenze e necessità si affacciano prepotentemente per il futuro dell’inclusione scolastica, sociale e lavorativa dei giovani ciechi e ipovedenti, ci mancheranno la tua intelligenza, il tuo impegno e il tuo spirito, ma noi cercheremo di non dimenticare mai il tuo pressante invito a non perdere mai di vista i bisogni e le esigenze in particolare, dei giovani ciechi e ipovedenti. Il tuo ricordo e quello degli altri grandi amici che ci hanno lasciato: Enzo Tioli, Silvestro Banchetti, Rodolfo Cattani, Andrea Canevaro, lo portiamo con noi come faro e guida nella lotta che continua per la piena inclusione dei ciechi, degli ipovedenti e anche delle persone con disabilità complesse. Siamo certi che, ovunque voi siate, continuerete a guidarci nelle nostre scelte per indirizzarci a decisioni che vadano sempre nell’esclusivo interesse dei ciechi degli ipovedenti e delle persone portatrici di minorazioni aggiuntive.

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