Quelle notti al Baglioni

La storia in transito nelle stanze del Grand Hotel di Bologna
Generale Lanfranco Roccetti Ex Comandante Gruppo Speciale AUC

Da Clark Gable alle Spice Girls, da Sofia Loren a Lady Diana, da Ava Gardner a Papa Benedetto XVI, da Mafalda di Savoia a Filippo Tommaso Marinetti, quando un protagonista della storia transita per Bologna, è inevitabile che si fermi all’Hotel Baglioni. Situato in pieno centro, di fronte alla Cattedrale di San Pietro, l’albergo occupa parte dell’antico Seminario Arcivescovile, costruito dall’architetto Alfonso Torreggiani su indicazione di papa Benedetto XIV nel 1751 lungo i portici di via Indipendenza, e si prolunga lungo via Manzoni occupando una parte di Palazzo Fava. Nato come Grand Hotel Majestic il 15 febbraio 1912, non è però solo un elegante albergo a 5 stelle. Le sue stanze lussuose e lo splendore dei suoi arredi, i suoi saloni affrescati dai Carracci e da altri importanti artisti della loro scuola, purtroppo, hanno visto passare anche la brutalità e l’orrore della guerra. Hotel Baglioni, Bologna - foto storicaDurante la Prima Guerra Mondiale, infatti, la Croce Rossa Americana vi stabilì la sede dei suoi uffici, mentre i magazzini per gli approvvigionamenti erano situati a Palazzo Pepoli Vecchio, in via Castiglione. In quegli anni, con la città mobilitata per aiutare i soldati che rientrano dal fronte e che necessitano di cure negli ospedali e negli edifici comunali allestiti per far fronte all’emergenza, al Grand Majestic “già Baglioni” si organizzano tutte le attività di emergenza per soccorrere i feriti. Ma il momento più drammatico arriva durante la Seconda Guerra Mondiale. Dopo l’8 settembre del 1943, l’albergo viene sequestrato dal comando nazista che vi stabilisce il suo quartier generale. In quei saloni, sotto la celebre volta affrescata conosciuta come “Storia di Europa”, i gerarchi tedeschi del PFR e dell’esercito della RSI calpestano sontuosi tappeti e fulgide speranze del popolo italiano. La loro presenza causa la rabbia di un gruppo di partigiani e sei membri della GAP, i Gruppi di Azione Patriottica, decidono di reagire. Nel 1944 fanno esplodere una cassa di tritolo che distrugge la facciata bellissima dell’albergo. Inoltre, bombardamenti e un nuovo attentato attaccano di nuovo il Baglioni mettendolo in ginocchio. Ma la storia non si ferma e così il Baglioni, dopo anni di ristrutturazione e manutenzione (basti pensare che nei suoi sotterranei si trovano dieci metri di una sezione stradale di uno dei decumani minori della Bononia romana), è oggi risorto al suo originale splendore. Unico e solo cinque stelle di lusso di tutta l’Emlia-Romagna, approdo di personalità e di celebrità, osserva con il suo stile inimitabile il passaggio dei bolognesi che affollano il suo portico e il passaggio del tempo che, per un albergo come per gli esseri umani, a volte arricchisce di fascino e di esperienza.

Hotel Baglioni, Bologna - salone

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  • di Marco Fossati - docente di educazione fisica, esperto in scienze tiflologiche I.Ri.Fo.R., Serena Cimini

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