Nella terza tappa del nostro percorso alla ricerca dei teatri scomparsi di Bologna giungiamo al Teatro Felicini, collocato nell’omonimo palazzo della antica famiglia senatoria. Qui, come ricorda Giuseppe Guidicini nel 1872 “Evvi un piccolo teatro in legno con palchi, il quale esiste sino dal 1695 e nel quale dai dilettanti e dai filodrammatici si recitano commedie e tragedie”. Il piccolo teatro sin da inizio Settecento ospita anche trattenimenti drammatici in musica e ma è luogo di aggregazione esclusivo delle dame e dei cavalieri della nobiltà cittadina. Il salto di qualità avviene nel 1763, quando i proprietari concedono lo spazio in affitto agli Accademici Concordi, che lo aprono al pubblico trasformandolo in un teatro nuovo, elegante e funzionale, nel quale agire a livello professionale per rappresentare ogni genere di repertorio, dalle commedie ai drammi per musica, dagli oratori sacri agli spettacoli di arte varia, suscitando l’interesse di tutta la città. Nel 1807 il palazzo Felicini viene acquistato da Gaetano Dalla Noce, che restaura anche il teatro, arricchendolo di dotazioni e di decorazioni ad opera di Antonio Basoli, e instaura ottimi rapporti con gli altri impresari della città. Gli organizzatori cavalcano soprattutto la passione bolognese per gli spettacoli stupefacenti: ed ecco allora l’incredibile Battaglia di Jena, dell’ufficiale francese Michele Braun nel 1808, la Vera Fantasmagoria, nel 1809, il Meccanismo Uranografico dei fenomeni dell'universo nel 1813, il Teatro pittoresco meccanico con figure musicali con gran burrasca di mare e la Macchina ottica e pittoresca dei fratelli Valmagini nel 1815. Non manca tuttavia anche una programmazione più tradizionale, di prosa e di musica, che vedrà sul palcoscenico soprattutto giovani di belle speranze, tra i quali scorgiamo persino il nome di Gertrude Righetti, che solo qualche anno dopo sarà uno dei contralti preferiti da Rossini. La pluricentenaria storia del teatro termina nel 1826, quando il nuovo proprietario Giuseppe Mazzacurati, dopo averlo concesso occasionalmente a compagnie di dilettanti, lo chiuderà per sempre.