La radio la possono vedere tutti

È in onda l’arte: le voci di Radio Oltre
Silvia Colombini

In quasi vent’anni di vita (trasmette dal 2006), "Radio Oltre", emittente dell’Istituto Cavazza, non ha mai perso l’obiettivo che ne caratterizza la nascita. Non solo aggiornamenti su quello che accade all’Istituto, ma anche informazione, tecnologia, cultura, eventi in diretta. Nel corso del tempo, la programmazione si è sempre più arricchita, con un palinsesto che oggi comprende rubriche di viaggi, cucina, letteratura, filosofia, attualità, musica, tra podcast e interviste, alternando spazi di servizio e di intrattenimento, per fornire sempre una voce di sostegno ai tanti ascoltatori, con ormai 1300 nuovi ascolti mensili. Non solo il mondo della disabilità visiva quindi, ma anche news dedicate a tutti. Dalla sede in via dell’Oro a Bologna tante voci si sono alternate e oggi ascoltiamo quella di Luca Torrente, responsabile dei programmi di Radio Oltre.

Nonostante il video sia la modalità di comunicazione più utilizzata (basti pensare ai social), la radio non smette mai di esercitare il suo fascino. Come mai?

Penso che non sia solo una questione di fascino, ma di fruibilità. L’ascolto della radio non monopolizza i sensi dell’ascoltatore pur mantenendo una completezza nella sua forma. Nel fare questo lascia spazio all’immaginazione e paradossalmente l’esperienza diventa più coinvolgente e profonda. Penso che in un certo qual modo sia anche più piacevole l’ascolto condiviso. I monitor si stanno miniaturizzando, sono sempre più personali e privati, ma la radio si ascolta assieme.

Una vecchia canzone diceva che “se una radio è libera veramente piace ancor di più perché libera la mente”. Quanto è libera "Radio Oltre"?

Per fortuna nessuno ci dice cosa possiamo o non possiamo trasmettere, mi è capitato di rifiutare delle proposte programmatiche, ma sono sempre scelte editoriali.

Lo staff negli studi di Radio Oltre - BolognaLe voci in radio viaggiano su onde che lasciano spazio all’immaginazione. Forse per questo è ancora così seguita?

Si, come dicevo, ascoltando siamo liberi di creare e per questo forse anche di ricordare ciò che ci viene trasmesso. Penso che la sfida principale per noi sia farci conoscere nel sottobosco di radioweb che è in costante crescita e fermento.

Per chi non vede la voce rappresenta forse la modalità di comunicazione più immediata. Quanto sono stati utili le innovazioni tecnologiche degli ultimi anni anche in questo ambito?

Certamente la digitalizzazione, come in tanti altri ambiti, ha democratizzato il medium. Chiunque abbia un PC, un microfono ed una connessione internet può fare radio, la qualità di ciò che viene prodotto in media non può che abbassarsi, ma non credo sia un problema, siamo liberi di scegliere cosa ascoltare, quando e dove. Già da tempo è così, da un punto di vista tecnico invece a prezzi sempre più bassi si ha accesso ad attrezzatura sempre migliore, ma alla fine il risultato è sempre lo stesso da quasi 130 anni.

Quali sono i programmi per il futuro?

"Radio Oltre" crescerà molto nel 2024, la direzione dell’Istituto Cavazza ha deciso di investire nel progetto ed è previsto un incremento del monte ore dei professionisti che collaborano e un miglioramento dell’attrezzatura. L’obbiettivo posto è quello di fare rete, investire nelle realtà che ci circondano e crescere insieme ad esse. "Radio Oltre" può essere un bene, per tutte le realtà della comunità bolognese come la nostra, le nostre porte sono aperte a tutti coloro che condividano la nostra missione di promozione sociale e culturale.

 

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