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Il Liceo Galvani negli anni della Grande Guerra

Furono anni nei quali l’energia della giovinezza travolse tutto
Generale Lanfranco Roccetti Ex Comandante Gruppo Speciale AUC

Il portico del Liceo Galvani - foto di Giampaolo ZaniboniCon più di centocinquant’anni di vita, il Liceo Ginnasio Galvani è una delle istituzioni di Bologna. Radicato nel tessuto cittadino, ha attraversato i secoli da protagonista, ospitando nelle sue aule personaggi illustri e mettendosi sempre al servizio della comunità in ogni tempo, anche durante gli anni segnati dai conflitti. Quando divenne ormai evidente che l’Italia sarebbe entrata in guerra, il Liceo Galvani assunse una posizione interventista. La scuola, forte dei suoi cinquant’anni di presenza in città, aveva al suo interno ben 523 studenti. Nei suoi corridoi, frequentati dai patriotici figli della borghesia, l’educazione impartita si fondava sui valori dell’unità nazionale. Il Preside Gian Domenico Belletti, un fiero piemontese, incoraggiò i suoi ragazzi ad arruolarsi, tanto che la sua scuola fu la prima ad avere un suo battaglione di giovani volontari. Inoltre, l’Istituto diede rifugio a una pattuglia di studenti triestini e goriziani, irredentisti in attesa di partire per il fronte. Furono anni di confusione, scioperi e agitazioni. A causa del conflitto bellico, spesso le lezioni venivano sospese e gli alunni del Galvani, insieme a quelli dell’Istituto Aldini Valeriani, si riunivano impedendo ai professori di svolgere il loro compito in maniera regolare. Furono anni nei quali anche il Galvani, uno dei pilastri della formazione scolastica della città, venne coinvolto in scioperi, tafferugli e incidenti che preoccupavano il corpo insegnate, vista la giovane età degli alunni. Furono anni nei quali l’energia della giovinezza travolse tutto, come un vento improvviso, entrando con forza nei corridoi di una scuola da sempre conosciuta come stabile e solida, tanto che professori, Preside e polizia spesso non erano in grado di garantire l’ordine.

Lapide agli studenti caduti - Liceo Galvani via Castiglione, BolognaMolti ragazzi passarono dai banchi di scuola alle trincee del fronte italo-austriaco, convinti di avere compiti più importanti da svolgere di quelli scolastici, forse alla ricerca di un’esperienza capace di farli crescere e diventare adulti. Quando la guerra finì, il Liceo Galvani contò trenta morti, celebrati con la targa posta nel 1919 a fianco del portone d’ingresso che porta incisi i nomi dei quindici soldati più giovani. Ragazzi, che hanno sacrificato la loro vita, dei quali il Galvani conserva documenti, lettere, fotografie. Ragazzi come quelli che ogni mattina varcano oggi la soglia della scuola, caduti inseguendo un ideale così forte da oscurare sogni, speranze e desideri di una giovinezza perduta nella crudeltà della guerra.

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