In quel che manca c’è una presenza

Anche il Museo Tolomeo partecipa a MuseoMix progetto internazionale che vuole sperimentare nuove forme comunicative
Fabio Fornasari

Quale sia l’importanza delle tecnologie all’interno delle nostre vite è cosa ben nota a chi frequenta l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza. Cosa accade quando a fianco di questo si crea una comunità che elabora un progetto come MuseoMix - che si sarà svolto tra l’11 e il 12 novembre 2016 - è meno noto.

La cosa interessante è che già mesi prima, la sola campagna di comunicazione ha permesso di “stressare” e mettere quindi alla prova il senso stesso di avere aperto questo museo, che parte dalle storie dell’Istituto. Tutto questo, grazie anche alla permanenza quotidiana in rete e nei social di Lucilla Boschi, che dal principio affianca chi scrive in questa impresa, e della grande passione e disponibilità riconosciuta all’Istituto dei Ciechi e a tutte le persone che vi lavorano.

È anche un’occasione per fare una breve rilettura di alcuni aspetti che l’esercizio del museo ha sollevato e suggerito. Partiamo dal risultato. Museo Tolomeo afferma che l’Istituto dei ciechi Francesco Cavazza non è una parte di Bologna ma è Bologna. Nel senso che ne incarna molte delle caratteristiche.

C’è una stretta relazione tra qualsiasi parte della città e la città stessa. Di appartenenza e di somiglianza. Se è vero che la verità deve partire da noi stessi, da quel che la realtà ci sembra, la visita al museo diventa occasione per fare un’esperienza che mette il visitatore a confronto con cose somiglianti ma non identiche. Qui più che altrove chi viene a visitare viene riconosciuto come persona che ha una memoria, una coscienza e un essere. A sua volta chi entra sa di non entrare a vedere semplicemente una collezione di oggetti. Così un museo è sempre un luogo speciale dove si rendono sensibili e si pongono a confronto esperienze comuni tra l’interno e l’esterno dei suoi spazi.

Sala Museo Tolomeo - Istituto Cavazza via Castiglione ( Bologna )

Come lo è lo stesso Istituto dei Ciechi: non solo una parte della città ma viceversa la città stessa ne è una parte. Come per le onde del mare, la forma Museo mette in comunicazione tra la superficie e la profondità, l’abisso. 

Museo Tolomeo è l’onda, uno spazio che ha lo scopo di fare incontrare per primi i bolognesi che non conoscono le sue storie molto potenti. Ma sono storie che si somigliano, che hanno medesime tracce fatte di tecnologie conosciute in tempi differenti, in modalità differenti. Il museo Tolomeo è quindi uno spazio dove osservare oggetti che sono collocati in un contesto fatto di tecnologie, invenzioni, brevetti, ma pure di memorie e di emozioni per chi quelle cose le ha utilizzate. Un atlante che colloca nel tempo di chi li osserva, li tocca, li ascolta in un periodo ben delimitato della propria vita. Il museo è sempre un luogo dove sperimentare realtà differenti ma che ci somigliano.

Il museo è stato concepito in maniera da lasciare una impronta di meraviglia, come facevano le wunderkammer nelle loro origini. Raccogliere oggetti ordinari per chi li usa, ma ricollocati all’interno di una visione straordinaria, meravigliosa.

Nel nostro caso non solo visione, ma anche suono. Il tavolo collocato al centro della stanza, come la musica, ha un aspetto incantatorio, come una formula di magia tecnologica che fa emergere suoni corrispondenti alle cose collocate sul tavolo. Il tavolo è un dispositivo che genera delle immagini evocative concrete, chiare e riconoscibili fatte di macchine. I suoi suoni sono addomesticati, armonicamente corretti. Questa è anche metafora dell’incontro tra suono e rumore, tra parte gradita e parte sgradita. Ciò che non funziona, fa rumore e non può essere rimosso deve essere ricontestualizzato in una narrazione. Deve assumere un ruolo. In fondo, raccontare storie è la prima delle invenzioni umane. Il museo è quindi un campo di sperimentazione e MuseoMix ha questo compito: sperimentare. Un museo di storie, un museo che racconta l’attività di un gruppo speciale di persone può essere un campo dove fare sperimentazione scientifica? L’esperimento scientifico per sua natura è controllato e replicato; al suo interno si manipolano variabili. Questo è il segno distintivo di qualsiasi metodo scientifico. Incontestabile.

Sala Museo Tolomeo - Istituto Cavazza via Castiglione ( Bologna )

Un museo in questo non lascia spazio: le storie che si raccontano partono da una realtà circoscritta, individuata e relativa a una comunità precisa, raccolte e messe in campo secondo una visione curatoriale. Non si può manipolare il passato, non si possono cambiare e sperimentare variabili accadute, legate al tempo passato. La storia non si può ripetere per misurarne i nuovi risultati. Raccontare storie è, apparentemente, il contrario di qualsiasi metodo scientifico. Ma può comunque esserci un metodo scientifico anche quando si osserva, si descrive e si spiega il mondo reale. È possibile se include le spiegazioni in una cornice più ampia; quando compie comparazioni tra sistemi diversi, simili tra loro mettendo a confronto le differenze, analizzando le somiglianze. In altre parole quando applica un metodo comparativo che osserva elementi che possono anche essere misurabili, tangibili, confrontabili.

In questo senso nasce e si sviluppa l’idea di aderire da parte del Museo Tolomeo al progetto MuseoMix, un format internazionale che in contemporanea, in differenti paesi del mondo, prevede dei tavoli di lavoro che ripensano attraverso progetti, prototipi, il modo di raccontare i progetti museali all’interno di pensieri di valorizzazione di natura comunicativa. Si tratta di tavoli dove creativi di differente formazione si incrociano intorno ad alcuni temi, che lavorano come campi dove confrontare e mettere in crisi l’idea di un museo chiuso in se stesso, autosufficiente rispetto al contesto. Questo è un modo anche per creare nuovi pubblici, per attirarli.

Sala Museo Tolomeo - Istituto Cavazza via Castiglione ( Bologna )

I lavori consistono nella creazione di tavoli di lavoro che dovranno confrontarsi su temi individuati dal museo, dove il museo stesso, consapevolmente, pensa di poter migliorare il proprio rapporto con il visitatore. In fondo si tratta di un progetto di valorizzazione. MuseoMix è una comunità aperta e variegata di appassionati di cultura, tecnologie, innovazione, che condividono una vision: musei aperti, partecipativi e connessi tra loro. MuseoMix è un modo diverso di vivere i musei, che ha tra i suoi obiettivi quello di individuare insieme delle risposte a dei bisogni di tutta la comunità della città e oltre la città. 

 

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