Mio padre Vittorio e l'8 rovesciato

L'Istituto Cavazza ricorda con commozione il Professor Vittorio Capecchi, scomparso il 29 luglio scorso, componente, tra l'altro, del Comitato Scientifico della nostra rivista
Saveria Capecchi

Stimatissimo sociologo, sempre molto impegnato nei processi di lotta alle diseguaglianze e sostenitore dei più deboli.
Nel ricordare inoltre la sua forte vicinanza all'Istituto, siamo lieti di onorare la sua memoria, pubblicando un ricordo della figlia Saveria, che ringraziamo.

Vittorio Capecchi - BolognaMio padre Vittorio non sapeva cuocere un uovo, cambiare una lampadina, andare in bicicletta. Era contrario allo sport, alla proprietà privata, agli abiti eleganti (i motivi si possono rintracciare a metà tra Karl Marx e Sigmund Freud). Amava viaggiare (soprattutto adorava Parigi), i gatti (a cominciare dal mio gatto Michel), guardare i pesci con maschera e pinne, le figlie femmine. Si professava femminista (era divertente, quanto inutile, fargli notare le contraddizioni tra teoria e pratica). Ma la sua passione più grande erano i libri, di cui si è perennemente circondato: vi erano libri in tutte le stanze delle case in cui ha vissuto, trasformate in biblioteche. Era onnivoro: dai libri sulla matematica, l’economia, le scienze sociali, le nuove tecnologie, le filosofie femministe, le religioni, la Cina, ai classici della letteratura, ai libri gialli, ai fumetti. Dotato di una memoria straordinaria, la sua mente era un prototipo umano della rete delle reti (Internet). Fin dall’infanzia – passata a Pistoia, sua città natale -, aveva immagazzinato un’enorme quantità di dati. Alto 1,97 metri, da ragazzo gli era stato proposto di fare il giocatore di basket, ma ha scelto un’altra strada: il genio matematico e il sociologo, diventando professore emerito all’Università di Bologna. Strada che gli è apparsa chiara, appena laureato in Economia e commercio all’Università Bocconi, in particolare dopo l’incontro con il sociologo Paul Felix Lazarsfeld a New York. Queste due passioni si sono concretizzate nella fondazione e direzione di due riviste che hanno entrambe superato i cinquant’anni: Quality&Quantity. International Journal of Methodology e Inchiesta.

Vittorio Capecchi - Piazza Santo Stefano, BolognaQuando ero piccola, senza Google, Wikipedia e ChatGPT, potevo fare affidamento sulla sua memoria, più accurata e affidabile, esente da fake news. Poteva estrarre in pochi secondi dal suo archivio personale qualunque citazione da (quasi) qualunque libro e, se non l’aveva letto, in poco tempo ne poteva comunque fornire una sintesi e indicarne i concetti salienti: molto utile durante il nostro percorso scolastico. Quando mio figlio Filippo, appassionato di matematica, a 10 anni mi ha chiesto di spiegargli la questione dell’8 rovesciato, simbolo dell’infinito, l’ho subito portato ad intervistare il nonno che in quel periodo stava a sua volta intervistando Paolo Massimo Buscema, tra i maggiori esperti di Intelligenza Artificiale e Reti Neurali Artificiali (L’arte della previsione. Intervista sull’intelligenza artificiale a cura di Vittorio Capecchi, 2020). L’insegnamento di mio padre è sempre stato questo: i libri (letti e scritti) proteggono. Al suo nipote più piccolo (una differenza di età di 70 anni) ha inoltre spiegato che soprattutto la matematica protegge, non perché offra certezze, ma perché rappresenta un tentativo di dare senso al mondo. Gli algoritmi oggi prevedono i comportamenti futuri un poco come fa l’I Ching, il libro dell’arte divinatoria cinese millenaria, un oracolo da consultare per avere risposte sul futuro a cui ci ha iniziato fin da ragazze. Da circa dieci anni mio padre stava scrivendo un libro molto erudito proprio su l’I Ching (chiamato anche Libro dei mutamenti) che, quando ancora era in forze, non ha voluto finire, trovava mille scuse, una scrittura prolungata all’infinito equivale forse al desiderio di vivere all’infinito. Era entusiasta della vita. Da un giorno all’altro, in piena estate 2023, è entrato nel "Grande sonno", un libro di Raymond Chandler, scrittore da lui molto amato, ma la sua esperienza non scomparirà mai, proprio come l’8 rovesciato che evoca l’eternità. Ho appurato che nell’I Ching il numero 8 corrisponde alla solidarietà: “La solidarietà reca salute. Si tratta di aggregarsi ad altri per completarsi e favorirsi reciprocamente rimanendo uniti”. Le risposte dell’I Ching sono sempre sagge non arrivano mai per caso: siamo tante e tanti ad avere Vittorio nel cuore.

Quando molto tempo fa lessi “Il GGG” di Roald Dahl pensai subito a mio padre. Mi mancherai Grande Gigante Gentile.

 

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