Io voto, tu voti... e loro?

Superare barriere legali e pratiche per consentire agli elettori disabili un’attiva partecipazione alla vita sociale e politica
Rodolfo Cattani

I Cittadini Europei con disabilità non hanno pienamente diritto di voto alle elezioni europee 2019. Svariate barriere limitano l’esercizio di questo fondamentale diritto. Il nuovo Parlamento Europeo dovra’ impegnarsi a cancellare questa ingiustizia.

Da una ricerca condotta dal Comitato Economico e Sociale Europeo, di prossima pubblicazione, e da un rapporto realizzato dalla Unione Europea dei Ciechi (EBU), emerge un quadro preoccupante della partecipazione alla vita pubblica e politica da parte dei cittadini con disabilità nell’Unione Europea.In numerosi Stati Membri dell’UE vi sono leggi o disposizioni amministrative che escludono degli elettori con disabilità dalla partecipazione alle elezioni del Parlamento Europeo. Sono circa 500.000 i cittadini di 16 Stati Membri che possono essere privati del diritto di voto a causa di una disabilità fisica o sensoriale o di problemi di salute mentale. La forma più plateale di esclusione consiste nell’impossibilità della persona disabile di accedere al seggio elettorale, un segnale forte di negazione del diritto di partecipare alla vita politica. Ciò si verifica in ben 12 Stati, dove la legge non consente di cambiare il seggio elettorale al quale l’elettore è assegnato in base alla residenza con un altro, più confacente alle esigenze prodotte dalla situazione di disabilità. In altri Paesi la partecipazione delle persone disabili è ostacolata da una serie di limitazioni all’interno del seggio elettorale stesso. In 8 Stati chiunque non sia in grado di recarsi al seggio non può votare, mancando ogni modalità alternativa di voto (voto postale, voto con urna elettorale mobile o voto elettronico). Tre di questi Stati offrono la possibilità di votare per delega, una soluzione che non può essere considerata un’alternativa valida in quanto l’elettore con disabilità non può esercitare direttamente il proprio diritto di voto.

Poster per il Movimento disabiliIn 18 Stati Membri gli elettori non vedenti non hanno alcuna possibilità di votare in autonomia, ma possono solamente ricorrere al supporto di un accompagnatore che li assiste nell’esercizio di voto. In uno Stato tale assistenza può essere fornita solo da un componente della commissione del seggio elettorale.

Un altro fattore che impedisce alle persone disabili di votare in modo indipendente è costituito da regolamenti o disposizioni organizzative inefficienti, quali l’assenza di informazioni rispondenti alle differenti esigenze delle persone disabili: ostacoli alla mobilità o complessità delle procedure amministrative che regolano le corrette modalità di esercizio del voto.

L’attuale legislazione comunitaria si occupa di alcuni aspetti riguardanti le elezioni del Parlamento e non vi sono ostacoli formali perché essa si esprima anche in relazione alle opzioni di voto per le persone disabili. Possiamo fin d’ora affermare che il neo eletto Parlamento dovrà adottare un’iniziativa legislativa formale e che la stessa sia successivamente posta in atto da tutti gli Stati Membri.

Diritti legali internazionali e comunitari

Il diritto di voto per l’elezione del Parlamento Europeo è garantito alle persone disabili dall’articolo 21 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, adottata dall’ONU il 10 dicembre 1947; dall’articolo 25 della Convenzione Internazionale sui Diritti Civili e Politici adottata dall’ ONU il 16 dicembre 1966 e, più specificamente, dall’articolo 29 della Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità, adottata dall’Assemblea Generale dell’Onu nel dicembre 2006 ed entrata in vigore il 3 marzo del 2008.

L’articolo 29 fa esplicitamente obbligo agli Stati Parte della Convenzione che le persone disabili possano partecipare effettivamente e pienamente alla vita pubblica e politica su base paritaria ed elenca anche una serie di misure che rendano fruibile tale diritto. Vi sono poi gli articoli 9 e 12 della Convenzione, che sanciscono rispettivamente il diritto delle persone disabili all’accessibilità in senso lato e all’uguale riconoscimento di fronte alla legge e quindi la piena capacità legale nella vita pubblica e politica.

A livello europeo i diritti delle persone disabili sono tutelati dal Trattato di Funzionamento dell’Unione Europea, il quale sancisce che i cittadini hanno, tra l’altro, il diritto di votare nelle elezioni del Parlamento Europeo. L’art. 19 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea afferma il diritto di tutti i cittadini dell’UE di votare nelle elezioni per il Parlamento. L’articolo 21 vieta ogni discriminazione basata, fra l’altro, sulla disabilità e l’articolo 26 sancisce che l’Unione riconosce e rispetta il diritto delle persone disabili di usufruire di misure atte ad assicurare la loro indipendenza e partecipazione alla vita della comunità. In verità, negli ultimi anni l’affermazione di diritto di voto delle persone disabili è evoluta da mere dichiarazioni di principio, all’adozione di misure più concrete. Restano tuttavia barriere legali e pratiche difficili da smantellare.

Barriere legali

Le principali barriere legali che limitano il diritto di voto delle persone disabili sono:

- la deprivazione legale del diritto di voto;

- le modifiche della legislazione degli Stati Membri;

- le complicazioni burocratiche e amministrative;

- la scarsa consapevolezza dei problemi degli elettori con disabilità.

Manifestante per i diritti dei disabili al Parlamento EuropeoIl diritto di voto delle persone disabili in tutte le elezioni, così come in quelle del Parlamento Europeo, deve essere riconosciuto non solo alla luce delle citate norme internazionali e comunitarie, ma soprattutto quale elemento fondante della loro dignità umana. É del tutto inaccettabile che si possa ancor oggi negare il diritto di voto alle persone disabili sottoposte a tutela legale a causa della loro disabilità, come purtroppo tutt’ora accade nella maggior parte degli Stati.

Infatti solo in 11 Stati i cittadini disabili non possono essere deprivati del diritto di voto: Austria, Croazia, Danimarca, Finlandia, Irlanda, Italia, Lituania, Olanda, Slovacchia, Spagna e Svezia.

Le istituzioni europee devono impegnarsi affinché sia eliminata nel quadro legislativo di tutti gli Stati Membri ogni norma restrittiva del diritto di voto delle persone disabili.

Barriere pratiche

Le elezioni del Parlamento Europeo si svolgono a livello nazionale e quindi le misure pratiche per agevolare l’esercizio del diritto di voto devono essere assunte dalle competenti autorità nazionali.

Le barriere pratiche che limitano l’esercizio di voto da parte delle persone disabili sono molteplici, ma esse sono tutte dovute a una sostanziale ignoranza e ignavia da parte degli Stati Membri.

Ricordiamo le principali:

- difficoltà di accesso all’informazione;

- impossibilità di votare presso un seggio elettorale inaccessibile;

- difficoltà di gestire la scheda elettorale;

- non poter usufruire della modalità di voto anticipato;

- indisponibilità del voto postale;

- difficoltà del voto con urna elettorale mobile;

- possibilità del voto per delega;

- voto elettronico;

- voto in istituzioni per lungodegenti o ospedali;

- obbligo di voto;

- voto in uno Stato di residenza permanente diverso da quello di origine.

Le informazioni sulle date e le modalità delle elezioni, così come sulle appropriate forme di supporto per le persone disabili devono essere opportunamente diffuse in modo da tener conto delle diverse tipologie di disabilità, con particolare attenzione alle esigenze degli elettori non vedenti, non udenti e con disabilità cognitive o mentali. A tal fine è essenziale ricorrere alla collaborazione delle organizzazioni rappresentative delle persone disabili.

I mezzi di informazione destinati al grande pubblico non sempre raggiungono le persone disabili, perciò è importante prevedere forme di comunicazione mirate, quale il Braille, il linguaggio dei segni e testi di facile comprensione oppure video. Dal momento che attualmente in tutti gli Stati il problema dell’accessibilità dei seggi elettorali è largamente diffuso, sarebbe utile permettere alle persone disabili di spostarsi dal seggio inaccessibile assegnato ad un altro più rispondente alle loro esigenze. Inoltre, ogni persona disabile dovrebbe essere libera di scegliere il proprio assistente durante il voto.

Un altro problema sono le schede elettorali e il modo in cui si vota. Spesso accade che la forma della scheda e le modalità di voto previste non consentono di esprimere il voto diretto e richiedono l’intervento di un assistente, specialmente se oltre al voto di lista, si possono esprimere anche delle preferenze per singoli candidati.

Attualmente vi sono diverse modalità di compilazione che devono essere rispettate, a seconda che si debba apporre un segno sulla scheda elettorale in una posizione determinata, che si debba marcare un riquadro, cerchiare un numero, che si debba scegliere da un pacchetto di schede quella con l’indicazione del partito politico da votare, scrivere nomi o numeri sulla scheda.

Considerando questi tipi di operazioni gli Stati Membri possono essere classificati come segue:

1) Stati nei quali il voto consiste nell’apporre un segno, cerchiare un numero o marcare un riquadro in una o più parti della scheda per indicare il partito o uno o più candidati di una lista di partito (Austria, Belgio, Bulgaria, Croazia, Cipro, Danimarca, Germania, Ungheria, Lussemburgo, Olanda, Polonia, Portogallo, Romania, Slovenia);

2) Stati nei quali l’elettore sceglie una scheda con il nome di un partito da un pacchetto che gli viene consegnato e quindi indica su questa la preferenza di uno o più candidati apponendo un segno o marcando un riquadro (Repubblica Ceca, Grecia, Lettonia, Slovacchia);

3) Stati nei quali il voto consiste nell’apporre un segno accanto al nome di un partito politico, dando all’elettore l’opzione di aggiungere il numero o il nome di uno o più candidati (Italia, Lituania);

4) Stati nei quali il voto consiste nell’indicare la preferenza sulla scheda, nome del partito, nome dei candidati (Finlandia, Estonia);

5) Stati in cui gli elettori non indicano nulla sulla scheda che prelevano da un blocchetto che ricevono con il nome del partito e la depongono nell’urna elettorale (Francia, Spagna);

6) Stati dove sono riportati sulla scheda i numeri indicanti le preferenze in riquadri vicini ai nomi dei candidati (Malta, Irlanda);

7)Vi è poi un Paese, la Svezia, con complicate modalità di voto che non indichiamo per brevità.

É interessante notare che se le buone prassi adottate in alcuni Paesi fossero armonizzate, si realizzerebbe un sistema in cui i cittadini con disabilità potrebbero votare autonomamente, ma potrebbero anche scegliere da soli come votare.

Elezioni Europee 2019Il voto anticipato è possibile in 10 Stati, ma la disabilità non è prevista tra le motivazioni per utilizzarlo. Il voto postale è possibile in Austria, Spagna e Germania. Il Voto che utilizza l’urna elettorale mobile è possibile in Irlanda, Lussemburgo, Polonia, Svezia e Danimarca.

In Germania e Polonia gli elettori non vedenti possono ottenere speciali buste recanti all’esterno l’indicazione in Braille della scheda contenuta, che gli stessi possono deporre direttamente nell’urna elettorale.

Concludendo, appare chiaro che, a parte la questione di principio circa il diritto di voto delle persone con disabilità cognitiva o intellettiva, sarebbe estremamente facile risolvere i problemi di accessibilità e usabilità delle norme e delle prassi elettorali compatibili con le esigenze delle persone disabili. Le soluzioni operative e intelligenti esistono, si tratta solamente di porle in atto, di far prevalere sull’ottusa mentalità nazionalburocratica, sostanzialmente retriva e pregiudizievole, una visione progressiva e ottimistica, tale da consentire agli elettori disabili un’attiva e fruttuosa partecipazione alla vita sociale e politica.

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