La battaglia di Porta Lame

Ricordare un evento storico che si è svolto in uno dei luoghi più trafficati della città
Generale Lanfranco Roccetti Ex Comandante Gruppo Speciale AUC

Passeggiando oggi nel centro di Bologna, tra via Don Minzoni

e via Riva di Reno, guardando le vetrine di Piazza dei Martiri e arrivando fino a Porta Lame, distratti dal traffico e dal via vai dei passanti, non ci si può rendere conto delle vicende storiche che vi sono avvenute. Nei primi giorni del novembre 1944, infatti, proprio in quella zona si è svolta una delle più grandi e significative battaglie combattute dai partigiani in Europa, in un centro cittadino, nel corso della seconda guerra mondiale. L’autunno di quell’anno l’esercito alleato combatte le forze armate tedesche sulla linea gotica dell’Appennino tosco- emiliano. Borghi, paesi e città vengono riconquistati passo dopo passo e, anche per Bologna, sembra avvicinarsi il momento della liberazione.

Monumento a Porta Lame - Foto di Gianpaolo ZaniboniPer favorire l’avanzata dell’esercito alleato, diverse brigate partigiane convergono dalla pianura e dalle montagne in città per coordinare l’azione. Gli uomini si radunano tra i ruderi del quartiere intorno Porta Lame, uno dei più colpiti dai bombardamenti. L’ex Macello in via Azzo Gardino, l’Ospedale Maggiore in via Riva di Reno (dove oggi c’è il Palazzo dello Sport), la stessa Porta Lame sono ammassi di macerie e, ormai, non vi abita più nessun civile. È proprio lì che i partigiani si nascondono per fronteggiare l’esercito nemico. Centinaia di uomini armati di fucili e coraggio che passano lunghi giorni nascosti in attesa dell’imminente insurrezione. Ma il 7 novembre 1944, all’alba, l’esercito tedesco insieme alle Brigate nere e al Reparto d’assalto della Polizia attacca le pattuglie partigiane. Forti di cannoni e carri armati, i nemici accerchiano e bombardano il Macello. Costretti ad abbandonare il rifugio, i partigiani fuggono lungo le rive del canale Cavaticcio risalendolo verso via Roma, l’odierna via Marconi. Grazie al lancio di fumogeni e all’oscurità sopraggiunta, riescono a raggiungere Piazza Umberto I (Piazza dei Martiri), mentre i compagni dall’ex Ospedale Maggiore attaccano i tedeschi. Dopo più di dieci ore dalla prima offensiva ha luogo, quindi, la vera e propria battaglia proprio intorno a Porta Lame. Circondati e attaccati simultaneamente dalle brigate partigiane, in breve le truppe tedesche sono costrette e ritirarsi. Pochi giorni dopo però, il 13 novembre, il generale britannico Harold Alexander proclama chiusa l’offensiva sulla linea Gotica del fronte italiano: ci sono altre strategie belliche in programma. Bisognerà aspettare la primavera del 1945 per la liberazione di tutto il Nord Italia, ma il gesto eroico di Porta Lame non verrà mai dimenticato. Basta guardare oggi le statue dei giovani partigiani, opera dell’artista Luciano Minguzzi, che osservano il passaggio. Se ci si avvicina, con un po’ di fantasia, pare vedere quasi un monito, nelle loro pose che conservano la spavalderia della giovinezza per sempre. Guardandoli, forse, possiamo comprendere il significato della storia e riflettere su episodi del passato che, a volte, possono guidarci verso un futuro diverso e, speriamo, migliore.

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