See: il futuro negli occhi di chi non vede

Riflettere su un possibile mondo dove la vista diventa un difetto e “diversi” sono coloro che ne sono dotati e interrogarsi sulle modalità con le quali ci rapportiamo al mondo esterno per conoscere e comprendere ciò che ci circonda
Silvia Colombini

È arrivata a fine estate anche in Italia la terza stagione di See, la serie cominciata nel 2019 e che, visto il successo internazionale, prosegue anche quest’anno con nuovi episodi. Ispirata forse dalla pandemia e forse dal libro Cecità dello scrittore Premio Nobel José Saramago, See immagina un futuro distopico dove l’umanità è ridotta a due milioni di persone tutte cieche. In questo futuro, vedere è considerata un’eresia, tanto che quando nascono due gemelli con il dono della vista, saranno perseguitati. Ispirata al genere fantasy, con protagonista l’attore hawaiano Jason Momoa, diventato celebre nel ruolo di Khal Drogo nel Trono di Spade, questa serie racconta come poter vedere si trasformi quasi in una leggenda tramandata dagli antichi.

Locandina ultima stagione della serie "See" - Apple TVLa storia, infatti, si svolge nel nostro Pianeta cinque secoli dopo la grande pandemia e vede due eserciti in lotta. Da una parte i “buoni”, capitanati proprio da Jason Momoa che qui interpreta Baba Voss, padre adottivo dei due gemelli vedenti, gli unici presenti in tutta la terra, e dall’altra il generale Tamaci Jun, a capo dei cattivissimi Cacciatori di Streghe. Con un cast composto da molti non vedenti e ipovedenti, See non si limita ad essere un action movie fantasy di ottimo livello, ma pone anche interrogativi filosofici interessanti, mostrando come un villaggio di ciechi possa combattere, vivere e organizzarsi, facendo crescere i due bambini, gli unici che possono vedere. Oltre a essere ricco di colpi di scena, See ha al centro della sua narrazione proprio il tema della vista, intesa come modalità con la quale ci rapportiamo al mondo esterno, come strumento che può favorire o rendere difficile la nostra capacità di conoscere e comprendere ciò che ci circonda. Per la prima volta, la vista diventa un difetto e diversi sono coloro che ne sono dotati.

Locandina della serie "See" - Apple TVCapovolgendo, quindi, il concetto di “diverso” con il quale siamo abituati a confrontarci, questa serie aiuta a riflettere come, anche nella società contemporanea, ci siano elementi in comune con il mondo gotico che racconta. Ideato da Steven Knight, collaboratore di alcune delle ultime serie di maggior successo, See è una storia apocalittica, violenta e avvincente, capace di affrontare temi attuali come il disastro ecologico, etico e morale che ha portato l’umanità a vivere, dopo secoli di civiltà, in uno stato quasi primitivo, in tribù che combattono l’una contro l’altra, villaggi composti da uomini prigionieri di superstizioni e privi della capacità di vedere nell’accezione più estesa del termine. È proprio nel titolo See, vedere appunto in inglese, che si sintetizza il senso di una storia che, primo kolossal proposto dalla piattaforma Apple, rappresenta quanto il cinema possa ancora avere la forza di inventare e raccontare storie che, immaginando un futuro lontano, forse in verità ci mostrano un presente che, a occhi chiusi o aperti, l’uomo non è ancora pronto a vedere.

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