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Il Lapidario di Santo Stefano

In memoria dei caduti nella Prima e nella Seconda Guerra Mondiale
Generale Lanfranco Roccetti Ex Comandante Gruppo Speciale AUC

È in Piazza Santo Stefano, una delle più belle di Bologna, anzi, forse proprio la più bella, che sorge l’omonimo celebre Santuario. Originale complesso architettonico conosciuto come “Sette Chiese”, racchiude al suo interno opere d’arte e, come una di quelle scatole magiche che rivelano tesori a ogni apertura, basta spalancare una delle sue porte per trovarsi immersi in luoghi pieni di suggestione. Tra questi, uno dei più incantati è il Chiostro romanico su due piani edificato tra l’XI ed il XIII secolo. Lì, sotto i suoi portici dove il silenzio accompagna il canto della storia, sono state poste le lapidi di molti bolognesi caduti nel corso della Prima Guerra Mondiale. Inaugurato dal Re Vittorio Emanuele III il 12 giugno 1925, il Lapidario riporta in maniera precisa i nomi, il grado, l’arma, la data della morte e il luogo ove questa è avvenuta. 64 lapidi incise in rossi caratteri romani che riportano, complessivamente, i nomi di 2.536 soldati caduti per la città. Lapidario - Basilica di Santo Stefano Bologna

Nel corso di quel primo terribile conflitto mondiale, l’Italia perse circa 600.000 soldati. Milioni i cittadini, anche civili, che furono coinvolti, tante le famiglie che persero i loro cari.

Bologna svolse un importante ruolo, fu tra le città più coinvolte nella produzione di armi e munizioni, nell’assistenza ai feriti e nell’accoglienza ai profughi, nel sostenere le retrovie del fronte di guerra. Il tributo pagato dalla città resta così inciso per sempre, a imperitura memoria, sotto i portici di un luogo di pace.

A questi nomi, verranno poi aggiunti quelli dei 2.059 caduti nella Seconda Guerra Mondiale. Così, ancora oggi, quella magnifica Piazza porta con sé il ricordo di coloro che hanno contribuito, con il loro coraggio, a renderla uno scrigno di pace dove, al tramonto, tanti bolognesi rinnovano il piacere di passeggiare, fermarsi per un saluto e, magari, anche ricordare i propri cari perduti nel vento della storia.

Chiostro - Basilica di Santo Stefano Bologna foto di Gianpaolo Zaniboni

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