Se le città esistono e hanno un ruolo è per la capacità di chi le vive, di scambiare contenuti e significati. La struttura fatta di strade e di edifici, più o meno grandi, più o meno importanti è una grande rete fatta di spazi di memoria che oggi diciamo geo-localizzate.
Bologna di storie ne ha tante e per ciascuna di queste c’è una persona che ne è autore.
Ci sono storie accadute realmente e cose immaginate; queste si intrecciano tra loro, prendono spazio nei palazzi, mantengono legami con il presente per mantenere in vita una nostra ipotesi di futuro. Roberto Ravaioli, autore della mappa degli scrittori di Bologna messa on-line nel maggio di quest’anno (https://www.bibliotecasalaborsa.it/content/) ci guida a un lettura della mappa della città in relazione ai personaggi che hanno dato corpo agli immaginari che hanno reso grande questa città.
Il progetto affianca il programma di valorizzazione degli archivi, delle case museo degli scrittori in corso con l’Istituto dei Beni Culturali della regione Emilia Romagna.
Ha fatto emergere dalla fitta rete di strade della città storie altrimenti invisibili.
Ha dato voce a storie dimenticate e ha posto in rilievo legami importanti tra le persone e la città.
La consultazione dei contenuti della mappa assume il senso di un viaggio emozionale tra luoghi, persone, reali e immaginari.
Ci sono luoghi particolari dove questi legami sono più forti di altri.
Ad esempio il Galvani che rende tangibile una ricerca continua che da Giovanni Pascoli porta a Pasolini, da Giosué Carducci a Roberto Roversi.
Il Galvani è un’importante crocevia che permette di prendere diverse strade per visitare i contenuti della mappa.
Una di queste ci porta a uno scritto di Alessandro Chigi, zoologo naturalista, che incrocia la famiglia dei conti Cavazza: “In casa del conte Cavazza non si ballava, ma io ero diventato uno degli ospiti abituali del giovedì sera e mi trovavo con varie personalità bolognesi.
Vi andava anche Giosué Carducci, ma non in serate di ricevimento; gli piaceva giocare a briscola e gradiva che in un tavolino accanto a lui fosse posto un fiasco di Chianti". Grazie alla mappa degli scrittori possiamo navigare e riconnettere le storie di questo arcipelago di pietra che è Bologna, ascoltare le sue voci, leggere le sue parole, conoscere sotto altra luce i suoi spazi. luceisuoispazispazimadospiti abituali abituali del giovedì sera e mi trovavo con varie personalità bolognesi. Vi andava anche Giosué Carducci, ma non in serate di ricevimento; gli piaceva giocare a briscola e gradiva che in un tavolino accanto a lui fosse posto un fiasco di Chianti”.
Grazie alla mappa degli scrittori possiamo navigare e riconnettere le storie di questo arcipelago di pietra che è Bologna, ascoltare le sue voci, leggere le sue parole, conoscere sotto altra luce i suoi spazi.