I vent’anni del Forum Europeo della disabilità

European Disability Forum – EDF. Intervista al Presidente Yannis Vardakastanis
Rodolfo Cattani

Sono trascorsi vent’anni dalla fondazione dell’EDF European Disability Forum, ed è tempo di fare il punto sulla situazione delle persone con disabilità nell’Unione Europea (UE). Che cosa hanno portato questi venti anni?

Solo quarant’anni dopo la fondazione dell’Unione Europea (1957) siamo riusciti a inserire un riferimento alla disabilità nella legislazione europea. Nel 1997l’art. 13 del Trattato di Amsterdam ha creato la base legale della legislazione europea che protegge i diritti delle persone con disabilità dalla discriminazione. È stato il risultato della prima grande manifestazione di protesta della nostra giovanissima organizzazione e da allora ci sono stati vent’anni di risultati positivi, ma anche di passi indietro e di sfaldamento del quadro economico e sociale dell’UE. Ora siamo in una situazione difficile e turbolenta; il progetto europeo dicui hanno beneficiato moltissimo le persone con disabilità sotto attacco. Ma noi mandiamo un messaggio forte alle Istituzioni Europee per dire che il movimento della disabilità vuole con determinazione che siano mantenute, rinnovate e rafforzate le politiche europee per garantire ai cittadini giustizia e benessere per tutti. 

Yannis Vardakastanis - Presidente Forum Europeo della Disabilità

Presidente, come si sente oggi dopo questi vent’anni così impegnativi? 
Mi commuove ripensare a come abbiamo incominciato, alle persone con cui abbiamo lavorato e che non sono più con noi e a dove siamo arrivati oggi. L’EDF è nato nel periodo di più intenso sviluppo dell’unificazione europea, mentre il ventesimo anniversario cade in un periodo assai turbolento, con diffuse contestazioni del progetto europeo e forti spinte centrifughe. È un dato di fatto che le persone con disabilità hanno ottenuto molto dalle Istituzioni dell’UE e per riflesso dagli Stati Membri, soprattutto riguardo al riconoscimento dei loro diritti fondamentali. Il nostro è stato un cammino interessante e mi considero fortunato di essere stato tra i protagonisti fin dall’inizio, quando nel 1995 abbiamo cominciato a redigere lo statuto dell’EDF, divenuto operativo nel 1997. Lungo il cammino abbiamo conseguito successi importanti . Ilprimo nel giugno del 1997 quando organizzammo in Olanda la prima grande manifestazione per l’adozione dell’Art. 13 del Trattato di Amsterdam, ufficializzando nello stesso il termine “disabilità”.secondo straordinario successo è stata l’adozione nel 2000 della direttiva quadro sul lavoro e l’occupazione, la prima legge contro la discriminazione in Europa, anche se ancora settoriale. Poi venne il 2003, il primo Anno Europeo delle Persone con Disabilità, seguito nel 2004 dal primo Piano d’azione europeo sulla disabilità 2004 – 2010. Nel frattempo, a New York, si cominciava a delineare il progetto della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità. L’EDF ha giocato un ruolo molto attivo in quella circostanza fino al 2006, quando la Convenzione è stata adottata. Da allora ci siamo impegnati strenuamente per ottenere la ratifica della Convenzione da parte dell’UE e degli Stati Membri. Nel 2007, in occasione proprio del decimo anniversario, l’EDF sorprese tutti , anche sé stesso, con l’idea di raccogliere un milione di firme per bandire la discriminazione dall’UE. Raccogliemmo ben 1.300.000 firme, che consegnammo in ottobre al Parlamento Europeo. Quella è stata per me forse la massima legittimazione della nostra organizzazione da parte di tutta la società civile. Infine, il decennio della Convenzione, quando alla fine del 2010 essa fu ratificata dall’Unione Europea. Nel 2010 fu lanciata la strategia europea sulla disabilità 2010 – 2020 di cui recentemente è stato pubblicato il rapporto di medio termine. Ma direi che il risultato più straordinario di questi vent’anni è il fatto che l’EDF, da quando esiste, ha raccolto l’adesione e il consenso di più di cento organizzazioni europee che rappresentano o supportano le persone con disabilità in Europa, un consenso pieno, entusiastico, un impegno, un senso di solidarietà e di profonda appartenenza, che non dimenticherò mai.

Ma ora, il clima è cambiato. Ci sono nuove sfide. 
Per me questo cambiamento del clima politico e sociale nell’UE non è una sorpresa. Se analizziamo la situazione dei rapporti tra le forze politiche nelle Istituzioni Europee è chiaro che bisognava aspettarselo. L’iter legislativo delle proposte della Commissione Europea era complicato, ma non travagliato, mentre ora, per esempio, l’Atto Europeo sull’Accessibilità incontra forti resistenze. Esso è all’esame della Commissione per il Mercato Unico e la Tutela dei Consumatori che non si è mai occupata di disabilità in passato. In quella commissione molti parlamentari non sanno assolutamente nulla della disabilità, il che non vale per altre Commissioni con cui abbiamo lavorato molto bene. Vi è, comunque, un’ondata di liberismo estremo che mette in discussione persino i diritti fondamentali. Era inevitabile che prima o poi anche noi fossimo vittime di questa cultura ed è necessario che l’EDF la combatta in modo aperto e trasparente, non nelle segrete stanze, ma uscendo all’aperto nella società civile. 

Ci siamo un po’ abituati a passare dalle sfide ai successi: come andrà da ora in avanti?
Io credo che dovremo fare delle sfide di oggi le opportunità di domani. Avere successo sarà senz’altro più difficile. Il 2017 è un anno cruciale per sviluppare la nostra strategia. È possibile che vi siano cambiamenti negli equilibri politici, ma è importante che i responsabili politici sappiano interpretare gli interessi dei cittadini europei, per evitare che populisti, euroscettici ed estremisti prevalgano e che si riesca a realizzare un equilibrio tra gli interessi del mercato e le esigenze di vita dei cittadini.

Vi saranno quindi cambiamenti nel Parlamento e nella Commissione Europei?
Certo, se nel 2017 si produrrà uno sbilanciamento del potere negli Stati Membri – e ricordiamoci che abbiamo importanti elezioni proprio nel 2017 in Germania, in Francia, in Olanda e forse in Italia – ciò modificherà l’ambiente politico in Europa nei prossimi anni e influenzerà in qualche misura la composizione del nuovo Parlamento Europeo nel 2019 e probabilmente anche della Commissione. Penso comunque che l’EDF possa essere ottimista. La Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità ci offre uno strumento formidabile per misurarci con le Istituzioni Europee e con i Governi Nazionali. Ci sono le raccomandazioni dell’ONU, sia per l’Unione Europea, sia per gli Stati Membri, che non possono essere eluse e per questo dobbiamo fin d’ora gettare le basi di una robusta strategia inter istituzionale sulla disabilità per il decennio 2020 – 2030. Abbiamo proposto che il 2021 sia dichiarato Anno Europeo dei Diritti delle Persone con Disabilità, anche per celebrare il decimo anniversario della ratifica della Convenzione ONU da parte dell’UE.

Membri e sta  del Comitato Esecutivo - Forum Europeo della Disabilità

È importante che sia realizzato un meccanismo di coordinamento dei punti focali nelle Istituzioni Europee per potenziare il monitoraggio dell’attuazione della Convenzione e che si sviluppi un dialogo strutturale con le organizzazioni rappresentative delle persone con disabilità, così come sancito dagli articoli 4.3 e 33.2 della Convenzione. Ecco perché il nostro slogan per il ventesimo anniversario del Forum è “Niente su di noi senza di noi, visibilità della disabilità ovunque”.

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