Le storie non finiscono mai

Intervista a Paola Peretti, scrittrice di "La distanza tra me e il ciliegio"
Silvia Colombini

Quando un giornalista chiese a William Faulkner, grandissimo scrittore americano premio Nobel per la letteratura nel 1949, quale era il miglior allenamento per scrivere, lui rispose “Leggere, leggere, leggere. Leggere tutto: robaccia, classici, buoni e cattivi, e vedere come fanno. Assorbite. Poi scrivete”. Ecco, Paola Peretti ha seguito questo consiglio. Prima di diventare la brava scrittrice e l’artista di oggi, Paola sin da bambina è stata una grande lettrice. E si sa, quando la lettura ti prende, non ti lascia più e prima o poi le storie che hai dentro escono fuori. Così è stato per Paola che ha ormai alle spalle numerosi successi. Tra gli altri "La brigata delle cinque sorelle" - Rizzoli Editore, "Filippo e L’albero di ciliegie" - Giunti Junior e La distanza tra me e il ciliegio - Giunti Editore. In questo libro, un vero caso editoriale uscito in più di venti Paesi, la protagonista, la piccola Mafalda, diventa progressivamente cieca. Un tema particolarmente caro a Paola, che sin da bambina convive con la malattia di Stargardt, patologia che porta alla perdita della vista.

Paola Peretti - Ritratto fotograficoCosa rappresenta la letteratura per te?

È sempre stata un incantesimo, che mi consentiva di vedere in profondità nonostante i miei limiti. È stata, ed è, scuola: proprio come affermava Faulkner, solo attraverso la lettura, una lettura intensa, libera e continua, si impara a scrivere, si dà da bere al talento. La letteratura, di qualsiasi genere e rivolta ad ogni fascia d’età, è inoltre una finestra sul mondo, una finestra che spalanchiamo nella nostra mente tutte le volte che apriamo un libro, un varco che fa entrare bellezza, ironia, verità.

Come possiamo incentivare i ragazzi alla lettura?

I ragazzi e le ragazze imparano a comportarsi per imitazione: forse sarebbe necessario un esempio forte, un input che provenga da qualcuno che loro stimano. A scuola, sarebbe importante far passare il messaggio che leggere non è noioso, non è obbligatorio e non è un’attività vuota: basta trovare la storia giusta e il gioco è fatto, l’atto di leggere risulterà un piacere irrinunciabile. Servono “buoni maestri”, ma anche autori capaci di fornire personaggi speciali, veri, in cui ci si possa riconoscere e credo che, oggi, questi autori esistano.

Mafalda convive con una patologia visiva, ma non si fa abbattere. Purtroppo però tanti ragazzi con disabilità visiva subiscono forme di discriminazione. Cosa può fare la letteratura per cambiare i pregiudizi?

Un semplice esempio: autori come Charles Dickens insegnano l’autoironia, e questa, in un attimo, può annullare l’ignoranza altrui.

Si sogna a occhi chiusi e forse l’immaginazione è solo un altro modo di vedere il mondo, al di là dello sguardo?

Si sogna sempre ad occhi aperti. L’unico modo per avere sogni è vivere, conoscere il mondo che ci circonda e immaginare quale può essere il nostro ruolo nel complesso sistema della vita. L’immaginazione ci aiuta a scrivere sogni visionari, ma mai distaccati dalla realtà. La vita è la base del sogno, la fantasia ci permette di migliorarlo.

Il libro "La distanza tra me e il ciliegio" di Paola Peretti - Giunti EditoreC’è qualche nuova storia che stai per pubblicare?

Di recente ho terminato un nuovo romanzo per ragazzi in cui la giovane protagonista deve imparare a lasciar andare (il passato, il dolore, la paura). Spero che sarà divertente e stimolante e che “lei” possa diventare una buona amica per i lettori, e loro per lei.

 

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