Armando Gagliani

In ricordo del cinquantesimo anniversario della sua scomparsa. Fu fondatore, insieme ad altri, della Confederazione nazionale artigiani
Paola Furlan

Nato a Molinella nel 1890, Armando Gagliani si trasferisce a vent’anni a Bologna dove si diploma restauratore all'Istituto delle belle arti. Socialista fino alla scissione del 1921, aderisce al Partito comunista nel 1936. Attivo antifascista, il suo laboratorio di via San Vitale al numero 118 è centro di attività partigiana, deposito di armi e luogo dove si tengono riunioni clandestine. Gagliani si occupa di diffusione della stampa e propaganda e cura i collegamenti fra i settori politici e quelli militari. Dopo la Liberazione viene incaricato dal Comitato di liberazione nazionale della provincia di Bologna di rifondare su basi democratiche un movimento sindacale che riorganizzi in modo unitario gli artigiani bolognesi insieme ad Evaristo Diamanti (Pci) e Luigi Lanzi (Psi). Il 14 giugno 1945 è insediato ufficialmente il Segretariato provvisorio della nuova associazione democratica degli artigiani - composto dallo stesso Gagliani, Lanzi e Amleto Rocca (Dc) - che lo elegge presidente provinciale, carica che ricoprirà fino al 1961, quando l'Associazione provinciale si trasformerà in Confederazione nazionale artigiani, di cui manterrà la presidenza onoraria fino al 1974, anno della sua scomparsa.

Armando Gagliani - FotografiaNelle elezioni amministrative per il Comune di Bologna del 24 marzo 1946 è eletto consigliere comunale nelle liste del Partito comunista, incaricato alla gestione dell’assessorato all'Alimentazione nella prima giunta del Sindaco Giuseppe Dozza dopo la Liberazione, nuovamente eletto consigliere nei mandati seguenti fino al novembre 1960. È nominato revisore del conto consultivo del Comune e delle Aziende municipalizzate del gas, tranvie elettroniche e mercato ortofrutticolo per gli anni dal 1945 al 1959. Armando Gagliani è uno dei più accesi sostenitori della realizzazione della Fiera di Bologna dove gli artigiani sono componente significativa dei soci fondatori a rappresentanza del valore del lavoro della categoria nell’attività economica della città e del territorio. Nel 1966, gli è conferita la medaglia d'oro in occasione del XX anniversario della elezione come consigliere nelle prime elezioni amministrative dopo la Liberazione del 24 marzo 1946. Muore a Bologna il 18 febbraio 1974. Pochi giorni dopo la sua scomparsa è commemorato in Consiglio comunale come, "luminosa figura di democratico e di combattente per la libertà, nonché uno tra i più alacri e solerti artefici della sua ricostruzione, sia materiale, dopo le rovine della guerra, sia morale, dopo l'annullamento di ogni vivere civile imposto dal fascismo". Un grande corteo funebre, aperto dal gonfalone del Comune, attraversa le vie del centro. Il 20 febbraio 2004, è inaugurata la rotonda stradale a lui dedicata in zona Roveri, cuore dell'artigianato bolognese. In questa occasione la Cna ha donato alla città di Bologna un'imponente scultura realizzata dagli artisti Nicola Zamboni e Sara Bolzani dal titolo, "Artigiani e Cna, valore d'insieme", che raffigura dieci mestieri dell'artigianato.

 

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