Un nuovo prefetto in città: Ennio Mario Sodano

Il nuovo Prefetto di Bologna intervistato per i lettori di Vedere Oltre
Alberto Borghi

A pochi mesi dal suo insediamento, abbiamo incontrato il Prefetto di Bologna, dott. Ennio Mario Sodano. Distintosi
per la sua lotta alla criminalità organizzata, è stato, per citare solo alcuni degli incarichi ricevuti, Commissario Straordinario dell'Azienda Sanitaria Locale Napoli 4,
sciolta per infiltrazioni camorristiche,nonché Prefetto di
Vibo Valentia, distinguendosi per le ripetute applicazioni del potere di scioglimento degli enti pubblici territoriali intrisi della presenza delle associazioni criminali al loro interno. Si è reso attivo anche per quanto concerne l'immigrazione ed i rifugiati politici, ricevendo altresì numerosi mandati ad hoc da Regioni ed altri enti pubblici per la sua competenza per la redazione di statuti comunali e regolamenti amministrativi.

Dott. Sodano, Lei ha gestito l'emergenza del terremoto in Umbria, quando rivestiva la carica di Capo di Gabinetto alla Prefettura di Perugia, nel 1998. Nei pochi mesi trascorsi al vertice della Prefettura di Bologna, qual è la Sua esperienza della realtà emiliana e della sua reazione al terremoto del 2012?

Da quando ho iniziato a svolgere le mie funzioni di Prefetto in questa provincia e fin dai primissimi contatti con i rappresentanti delle amministrazioni
e delle istituzioni del territorio mi sono reso conto che questa è una terra che, nonostante la crisi globale degli ultimi anni, rimane

sana e piena di energie, capace di slanci come quelli
che tutti abbiamo potuto constatare in occasione del sisma del 2012. Allora la mobilitazione della protezione civile,
delle istituzioni, della società civile e del mondo del volontariato è stata immediata

e generale, come è stato riconosciuto e apprezzato anche dal Presidente Napolitano che più volte ha sottolineato l'esempio di forza e di coesione offerto da queste popolazioni nel reagire all’evento dimostrando alto senso civico.

Ennio Mario Sodano - Prefetto di BolognaLo stesso spirito collaborativo ha caratterizzato e
sta caratterizzando il processo di ricostruzione in cui sono coinvolti a vario titolo diversi soggetti - Stato, Regione ed Enti locali – processo in cui assume un’importanza fondamentale

il lavoro volto a contrastare i rischi
di infiltrazione della malavita organizzata. L’obiettivo al quale
la Prefettura sta lavorando, in sinergia
e collaborazione con gli altri Enti, è quello
di ricostruire nella legalità, prevenendo, appunto, i tentativi
di infiltrazione delle organizzazioni criminali che potrebbero essere atti-rate dai numerosi cantieri aperti.

Lei si è distinto anche per la lotta alla criminalità e per l'integrazione degli stranieri, ricevendo numerosi encomi. Ritiene che tali problematiche rivestano un'importanza peculiare anche in Emilia Romagna, regione già oggetto di allarme per l'infiltrazione della criminalità organizzata?

Quello della lotta alle mafie, troppo spesso considerato a torto solo un dramma del meridione, è una
delle principali linee
di azione che mi sono posto fin dal mio
arrivo a Bologna. Questa è infatti una terra ricca con una imprenditoria dinamica che funziona e ciò

non può non attrarre le organizzazioni criminali.
Attraverso l’impegno congiunto delle Istituzioni, della

Magistratura e delle Forze di Polizia è stato dato significativo impulso alle attività

di contrasto al fenomeno mafioso,
nei cui confronti non va mai abbassata
la guardia, grazie anche all’istituzione a Bologna nel 2012 di una Sezione Operativa della Direzione Investigativa Antimafia con competenza su tutta la Regione. Nel marzo di quest’anno sono state inoltre consegnate al sindaco di Bologna le chiavi di un immobile confiscato alla mafia, un garage situato nella prima periferia della città; si è trattato di un gesto soprattutto simbolico, visto che l'immobile non è di grande valore, ma è comunque un segnale e un passo avanti nella lotta
alla mafia che passa anche attraverso la confisca dei beni e il loro successivo uso sociale. Il garage sarà infatti dato in affitto

e le risorse saranno investite per i servizi sociali e quindi per i cittadini.

Una società civile attenta e responsabile, come quella bolognese ed emiliano-romagnola in genere, si esprime anche attraverso l’impegno profuso per favorire l’integrazione degli stranieri, ne
è testimonianza la presenza di organismi di rappresentanza all’interno delle

istituzioni territoriali e non solo
(es. consiglio provinciale dei cittadini stranieri, consulta regionale per l’integrazione sociale dei cittadini stranieri) attraverso

i quali i cittadini stranieri partecipano alla vita pubblica. Non dobbiamo
infatti dimenticare che il fenomeno dell’immigrazione
è oggi un dato strutturale, da gestire non secondo una logica emergenziale,

ma attraverso politiche che sappiano coniugare misure di accoglienza
(ne è dimostrazione l’accoglienza nei confronti di quanti continuano a sbarcare sulle nostre coste)
con il miglioramento dei servizi per l’integrazione sociale degli stranieri, in modo da togliere
gli immigrati stessi
da situazioni di marginalità che possono trasformarsi in un’occasione per delinquere. 

Palazzo Caprara Montpensier - Sede della Prefettura di Bologna

Quale rappresentante del Governo nel territorio bolognese, quali ritiene siano le sfide più importanti da affrontare per quanto riguarda il welfare ed il sociale?

Non vi è dubbio che la generale riduzione della spesa pubblica destinata al sociale (es. asili nido, assistenza agli anziani) abbia avuto inevitabili conseguenze sul livello dei servizi alle persone anche in questo territorio, storicamente all’avanguardia in tale ambito. Ciò nonostante proprio la crisi stessa degli ultimi anni abbia portato ad un aumen- to della domanda di servizi. La sfida da affrontare è quindi quella di conservare gli standard elevati che hanno caratterizzato il welfare del territorio bolognese, attraverso una maggiore collaborazione con le istituzioni non-profit e con gli enti privati. In questa ottica occorre anche individuare nuovi strumenti per affrontare l’emergenza abitativa. La perdita della casa costituisce spesso un evento drammatico che può irrimediabilmente segnare il destino di un individuo o di una famiglia. Su questo fronte la Prefettura presenterà a breve una proposta, condivisa con gli altri soggetti pubblici, che potrebbe costituire un utile contributo, specialmente per quelle fasce sociali più deboli (lavoratori precari o in cassa integrazione ecc.).

Nella Sua qualità di Prefetto, nonché di membro del comitato d'onore della rivista dell'Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza "Vedere Oltre", parteciperà alla cerimonia di consegna dei diplomi di specializzazione agli studenti del
corso di addetti al centralino. Al cospetto di una crisi economica che costringe a marginalizzare il supporto dell'ente pubblico, lo Stato può agevolare comunque l'iniziativa dei soggetti privati a favore dei più deboli?

Ennio Mario Sodano - Prefetto di Bologna

Costituisce una importante risorsa di questo territorio la rete di realtà associative che opera quotidianamente a Bologna per promuovere attività a sostegno di persone che si trovano in condizioni di fragilità o marginalità, dai meno abbienti ai malati o disabili, dai poveri agli anziani e ai disoccupati (penso all'Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza, all’ANT, al Fanep e a tutte le altre realtà del privato sociale che sto avendo il privilegio di conoscere). Oggi più che mai, nell’attuale difficile congiuntura economica, le iniziative dei privati a favore dei deboli stanno assumendo un ruolo strategico, in quanto danno un contributo prezioso alla crescita sociale, e sono anche uno strumento essenziale attraverso il quale è possibile esprimere il proprio senso di cittadinanza e dimostrare una partecipazione attiva della società. La stessa Costituzione riconosce l’attività di interesse generale svolta da cittadini singoli e associati, che non possono non essere supportate e favorite. Lo Stato sicuramente può fare molto per agevolare l’azione di questi soggetti privati che, specialmente in tempi di ristrettezze dei bilanci pubblici, svolgono un’ attività di supplenza insostituibile. Ritengo che la legislazione debba con ancor più decisione introdurre misure a sostegno di questo importante settore.