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Anno 4, numero 1, giugno 1997

Periodico di informazione dell'Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza

Vedere Oltre - Anno Quarto - N^1 Giugno 1997 - Aut. Tribunale di Bologna n^
6232 del 26/11/93 - Sped in abb. post. L.549/95 art.2 C. 27 filiale di
Bologna

SOMMARIO

La sfida del nuovo Welfare
Vittorio Prodi - pag. 3

Augusto Romagnoli
Giorgio Tonelli - pag. 4

Quando il canto era preghiera
Elisabetta Pasquali - pag. 6

Immagini "visive" nel non vedente
Renato Meduri - pag. 8

Seminario di Ipovisione
Marco Mattioli - pag. 11

Le iniziative telematiche del Cavazza
Alberto Borghi - pag. 12

Perche' una visita al Cavazza?
Margherita Dini - pag. 14

Nuovi profili professionali per non vedenti
Elisabetta Pasquali - pag. 17

Gli amici del "Cavazza"
I sostenitori - pag. 18

Quei due ragazzi con vestiti grigio-ferro!
Nerino Rossi - pag. 19

Tre "A" per Dozza
Paola Rubbi - pag. 20

COMITATO D'ONORE

L'Istituto Cavazza ha costituito un Comitato d'Onore al quale hanno aderito
importanti personalita' della comunita' cittadina bolognese, per manifestare
cosi' la loro solidarieta' e il loro sostegno morale nei confronti
dell'Istituto e del suo operato.

STEFANO BORGHI Presidente Associazione Industriali, Provincia di Bologna
GIORGIO GUAZZALOCA Presidente della C.C.I.A.A. e dell'ASCOM
ENZO MOSINO Prefetto di Bologna
VITTORIO PRODI Presidente della Provincia di Bologna
FABIO ROVERSI MONACO Magnifico Rettore dell'Universita' di Bologna
FILIPPO SASSOLI DE BIANCHI Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna
PIERLUIGI STEFANINI Presidente della Lega Provinciale delle Cooperative
WALTER VITALI Sindaco di Bologna

COMITATO SCIENTIFICO

Mario Barbuto, Andrea Canevaro, Rodolfo Cattani, Aldo Costa, Gianni Fuca',
Eustachio Lo Perfido, Renato Meduri, Emilio Rebecchi, Vittorio Capecchi

REDAZIONE

DIRETTORE RESPONSABILE: Paola Rubbi
CAPO REDATTORE: Antonio Marchello
Angelo Aiello, Alberto Borghi, Maurizio Cocchi, Cosetta Mignani, Elisabetta
Pasquali, Giorgio Tonelli, Pier Michele Borra, Ernesto Dini, Mario Barbuto,
Maura de Angelis
RICERCA FOTOGRAFICA Tommaso Saredo
REALIZZAZIONE GRAFICA Virtual Coop S.c.a.r.l. Cooperativa Sociale, Viale A. Moro, 16 Bologna
STAMPA Litosei s.r.l., Via Bellini 22/4 - Rastignano (Bologna)

LA SFIDA DEL NUOVO WELFARE

La Riforma dello Stato Sociale verso la creazione di un nuovo Welfare e'
certamente una sfida di grande importanza. Ed e' significativo che
finalmente il nostro Paese abbia messo mano ad una serie di processi di
riforma strutturale che significano allo stesso tempo una redistribuzione
piu' equa delle risorse ed un processo di risanamento dei conti pubblici.

Perche' risanare il deficit dello Stato, significa anche consentire una
nuova fase di investimenti mirati, che superino una logica di finanziamenti
a pioggia che oggi non sono piu' sostenibili.

Investire in modo mirato, significa anche nuova responsabilita' verso
interventi che possano coniugare i due obiettivi di crescita economica e
coesione sociale che dobbiamo perseguire fortemente ed in parallelo.

La ricerca di una coesione sociale che tenga conto degli squilibri oggi
esistenti nel nostro Paese, squilibri territoriali e rispetto ad alcune
categorie di cittadini.

In Italia sono presenti circa quattro milioni di persone affette da una
qualche disabilita'. Un dato che ci deve senz'altro fare riflettere.
All'opera di sensibilizzazione in corso da alcuni anni, va oggi affiancata
una nuova fase di integrazione a diversi livelli, che dia concretamente
corso al concetto di Pari Opportunita'.

Ecco perche' sara' compito dello Stato e delle Amministrazioni locali,
liberare e stimolare il grande patrimonio di risorse e di energie presenti
nella societa' civile. Un modo per coniugare coesione sociale e nuove strade
di occupazione che disegnino un nuovo modello di Welfare in cui a tutti
siano riconosciute eguali possibilita' ed eguali condizioni di partenza.

E' questa la reale sfida che abbiamo di fronte. Che non e' quella dei conti
e delle cifre, meri strumenti di un progetto piu' grande. Quello di definire
una societa' solidale che non lasci nessuno indietro, coerentemente con un
obiettivo di ridistribuzione delle risorse che tenga conto fortemente di
questo principio.

Vittorio Prodi
Presidente della Provincia di Bologna

Augusto Romagnoli Ricordato a Bologna a 50 anni dalla scomparsa.

Educazione vuol dire Integrazione

"La mano e' l'organo dell'anima" scriveva Aristotele. Un concetto
sicuramente condiviso da Augusto Romagnoli, il maggior pedagogista italiano
per l'educazione dei ciechi. A 50 anni dalla morte, l'Istituto Cavazza
insieme all'Universita' di Bologna, il Liceo Ginnasio Galvani, l'Istituto
Statale d'Arte (con la collaborazione della Fondazione Cassa di Risparmio di
Bologna) ne ha ricordato la figura nella splendida cornice dell'Aula Magna
di S. Lucia. Nell'Ateneo felsineo infatti Augusto Romagnoli si laureo' due
volte, prima in Lettere e poi in Filosofia, dopo il diploma al liceo
Galvani.

Il primo insegnante cieco

Nato a Bologna il 19 luglio 1879, cieco dopo un mese per una congiuntivite,
Augusto Romagnoli, dopo gli studi, divenne il primo insegnante cieco nella
scuola pubblica e dedico' la vita nel realizzare tecniche e metodologie con
le quali consentire ai non vedenti di formarsi scolasticamente e
professionalmente. "Romagnoli fu il vero rinnovatore dell'educazione dei
ciechi - afferma il professor Silvestro Banchetti, docente di Pedagogia alla
facolta' di Lettere e Filosofia dell'Ateneo bolognese - il suo obiettivo fu
sempre l'integrazione dei ragazzi ciechi nella scuola ordinaria, insieme ai
coetanei vedenti. Ma i tempi non erano maturi, nel senso indicato da
Romagnoli. Nacquero infatti le scuole speciali. Solo piu' tardi si e' capito
che l'educazione dei ciechi non puo' prescindere dall'integrazione". Il
professor Banchetti sottolinea l'importanza di tre opere di Romagnoli. "Nei
volumi Dalla pieta' alla scienza" e "Prima uomini poi operai", Romagnoli si
rivolge ai ciechi in quanto inseriti nel comune consorzio umano. Ma la sua
opera fondamentale - sottolinea Banchetti - e' "Ragazzi ciechi" il cui
titolo non deve trarre in inganno. Si tratta infatti di un'opera che
dovrebbe essere letta da tutti perche' arricchisce dal punto di vista
educativo e soprattutto umano".

Maestro di Coraggio

E' sull'umanita' di Augusto Romagnoli si e' soffermata la professoressa
Isabella Natoli, che e' stata anche sua collaboratrice. "Era un uomo di
grandissima cultura - ricorda Isabella Natoli - che sapeva stare anche fra
le persone piu' umili. Riusciva a tirar fuori da ogni animo umano il meglio
e soprattutto sapeva dare coraggio a chi ne era privo. Riusciva a dare un
reale aiuto e conforto specialmente a coloro che, non vedenti, erano in
seguito diventati ciechi".

Dopo l'esperienza di Romagnoli sono stati circa un migliaio i ciechi che
hanno scelto l'insegnamento, costituendo generalmente un esempio
significativo per le qualita' professionali ed umane che hanno saputo
esprimere.

L'eredita' di Romagnoli

Gli interventi del vicepresidente nazionale della Unione Italiana Ciechi
Rodolfo Cattani, del presidente dell'Istituto Cavazza Pier Michele Borra,
del preside del Galvani Gian Luigi Spada, della preside dell'Istituto
Statale d'Arte Annamaria Zucconi e dello studente Marco Maria Mattei hanno
ribadito la necessita' di far crescere la consapevolezza e la sensibilita'
ai problemi dei non vedenti, insieme all'urgenza, di fronte alle sfide della
modernita', di aggiornamento e di interventi qualificati per chi, pur con
difficolta' visive, vuole e deve dare il proprio contributo alla societa'.
Ed e' questa anche l'eredita' di Romagnoli, sulla cui tomba, che si trova
nella Cappella dell'Ospizio Margherita di Savoia, e' scritto "Nella pace di
Gesu' il suo corpo riposa - dove lunghi dolorosi anni lavoro' al bene dei
fratelli ciechi - sublimando per amore di Cristo la pieta' sterile in
carita' feconda della scienza illuminata.

Per loro aprendo tra i fratelli vedenti sentieri di liberatrice attivita'".

Giorgio Tonelli

Il suo obiettivo fu sempre l'integrazione dei ragazzi ciechi nella scuola
ordinaria

Riusciva a tirar fuori da ogni animo umano il meglio e soprattutto sapeva
dare coraggio a chi ne era privo.

QUANDO IL CANTO ERA PREGHIERA

Quando il canto era preghiera ovvero un viaggio attraverso le espressioni
piu' significative della musica devozionale europea e d'oltre oceano. Si
caratterizzano cosi' i Martedi' Estate, la rassegna musicale organizzata
dalla Cooperativa I Martedi', giunta ormai alla sua quinta edizione.

I quattro appuntamenti che rientrano come e' ormai consuetudine nell'ambito
di Bologna Sogna, si aprono con un grande evento di musica nera. Dopo lo
straordinario successo di due anni fa, l'8 luglio in Piazza Maggiore e' di
nuovo in scena il gospel, affidato quest'anno all'interpretazione di uno dei
gruppi statunitensi piu' famosi: Ricky Dillard New Dimension Chorale (40
elementi) accompagnati dalle Lumzy Sisters in qualita' di supporter (9
elementi).

Dopo il concerto inaugurale, per le date successive, la rassegna fa ritorno
a casa.

La Piazzetta delle Absidi, a ridosso della Basilica di San Domenico,
ospitera' il 15 luglio il complesso vocale e strumentale Sine Nomine che
proporra' musiche del Medioevo dal XIII al XV secolo, attingendo dal
repertorio della prima e piu' semplice polifonia devozionale vocale e
strumentale destinata ai conventi ed alle chiese dell'Italia centrale e
settentrionale.

Il secondo appuntamento, previsto per il 22 luglio ripercorre attraverso le
voci e gli strumenti della Weltgesange Ensemble l'itinerario dei pellegrini
in viaggio sulla via Francigena verso Santiago di Compostela, riascoltando
le musiche appartenenti ad un periodo compreso tra l'alto Medioevo e il
Trecento, alternate a laudi a motetti Cantigas piu' tipiche della cultura
spagnola.

Infine il 29 luglio concludera' la rassegna il complesso vocale e
strumentale Tuatha de Danann con musiche celtiche di un periodo compreso tra
il Medioevo e il 1700.

Elisebetta Pasquali

Per informazioni e prenotazioni: Cooperativa I Martedi' tel. 051/232093.

8 luglio primo appuntamento in Piazza Maggiore Ricky Dillard New Dimension
Chorale.

15 luglio nella Piazzetta delle Absidi, a ridosso della Basilica S.Domenico,
Sine Nomine con musiche celtiche

22 luglio nella Piazzetta delle Absidila Weltgesange Ensemble.

29 luglio il complesso Tuatha De Danann.

Immagini " visive" nel non vedente

Prof. Renato Meduri

Direttore della Cattedra di Ottica Fisiopatologica, Universita' degli Studi
di Bologna

Il bambino non vedente puo', al pari del vedente, acquisire la capacita' di
disegnare. Studi sistematici nelle varie fasce d'eta' hanno dimostrato che
gia' a sei anni il bambino non vedente e' in grado di rappresentare
graficamente figure e paesaggi solo di poco piu' approssimati e sintetici
rispetto al bambino vedente con occhi bendati.

Le espressioni grafiche divengono piu' rappresentative e ricche di
particolari con il progredire dell'eta'. Si affina il rispetto delle
proporzioni ed i significati concettuali divengono piu' evidenti.

Le disarmonie piu' frequenti riguardano la collocazione e l'orientamento
spaziale: gli alberi vengono sovente disegnati non eretti ma coricati, il
capo di figure lateralizzato o in basso, carente il senso di rilievo e la
profondita'. Sorprendente l'analogia con l'arte grafica degli antichi Egizi.

Vedenti e non vedenti adottano analoghi stratagemmi grafici per raffigurare
la realta'. I bordi delle superfici vengono codificati da linee, il senso
della profondita' a mezzo di convergenza di linee, linee tratteggiate o
ondulate per esprimere movimento, lo scorcio per indicare la prospettiva.

Il bambino non vedente realizza quindi concetti formali derivanti di norma
da esperienze visive attraverso canali sensoriali diversi. Se ad esempio gli
si fa toccare un bicchiere contenente acqua con un cubetto di ghiaccio e lo
si invita ad agitarli cosi' da far tintinnare il cubetto di ghiaccio, il non
vedente avra' una informazione tattile derivante dall'apprezzamento della
forma, superficie e temperatura dell'oggetto ed una informazione uditiva dal
tintinnare del ghiaccio sulla parete cristallina. Di fatto rappresentera'
graficamente l'oggetto come un rettangolo (bicchiere) con all'interno un
quadratino (ghiaccio). Sulla superficie del rettangolo saranno disegnati
piccoli punti a raffigurare la brina, espressione della bassa temperatura.

I vedenti sfruttano i contorni di luminosita' come indicatori di spigoli di
superficie, i non vedenti sfruttano con analoghe finalita' i bordi
apprezzabili col tatto. Ne deriva un codice grafico comune fra vedenti e non
vedenti.

L'acquisizione nuova deriva dalla semeiologia cerebrale per immagini ed in
particolare dalla PET (tomografia ad emissione di positroni), tecnica di
imaging in grado di esplorare la funzionalita' metabolica tissutale a
livello di vari organi, rilevando la concentrazione di radionuclidi legati a
composti metabolicamente attivi.

La caratteristica principale della PET e' la possibilita' di quantificare le
funzioni metaboliche dell'organo studiato. Fra le applicazioni piu'
frequenti della PET vi e' lo studio del metabolismo cerebrale; il tracciante
di norma utilizzato in tal caso e' un analogo del glucosio, il
desossiglucosio, marcato con 18 F (18 F-DG). Il 18 F-DG attraversa la
barriera ematoencefalica sfruttando il medesimo carrier del glucosio;
all'interno delle cellule il 18 F-DG viene fosforilato, ma al contrario del
glucosio non entra nel ciclo di Krebs. Questo limitato metabolismo, in
combinazione con l'emivita di 109.8 min. del 18 F, fa si' che il
radiofarmaco sia presente per un tempo sufficientemente lungo per i
rilevamenti tomografici.

Nel cervello la glicolisi aerobia consuma in media 30 mmol/l00 gr
cervello/min. Il consumo e' piu' elevato in corrispondenza delle sinapsi,
dove e' presente una maggiore concentrazione di ATPasi: il consumo di
glucosio e' pertanto proporzionale alla frequenza di stimolazione delle
sinapsi.

In conclusione la PET e' in grado di registrare l'aumento dell'attivita'
metabolica delle singole aree corticali in relazione alla stimolazione
sensoriale. Cosi' uno stimolo sonoro portera' ad una accensione dell'area
uditiva, un profumo dell'area olfattiva e cosi' via.

Ebbene si e' potuto constatare che, allorche' il non vedente realizza
attraverso gli altri sensi, concetti formali, si accendono le aree visive.
In altri termini la ricostruzione del concetto formale avviene, come nel
vedente, nelle aree corticali deputate alla visione.

Che il non vedente veda l'idea, emerge da studi condotti sempre con la PET
durante la lettura di caratteri Braille. Se lo scritto non ha senso non si
ha attivazione delle aree visive che si manifesta invece evidente quando la
lettura assume senso compiuto.

Presso il laboratorio di Ipovisione dell'Ottica Fisiopatologica di Bologna
si studia l'attivita' elettrica cerebrale selettiva al fine di identificare
i codici bioelettrici corrispondenti a diverse sensazioni percettive.
Monitor acustici sintonizzati su specifiche frequenze del tracciato
bioelettrico corticale traducono in segnale sonoro progressivamente
crescente la presenza e l'ampiezza delle frequenze stesse. Tale procedura
permette fra l'altro di acquisire ulteriori dati circa le strategie
neurofisiologiche della integrazione delle diverse aree sensoriali.

Ne emergono anche indicazioni di carattere pratico: le modalita' didattiche
dovranno considerare il potenziale integrativo sensoriale adeguando
opportunamente i mezzi informativi evitando di considerare che l'handicap
visivo rappresenti un limite per l'acquisizione di elementi squisitamente
visivi.

L'accesso e lo sfruttamento delle aree visive attraverso stimoli sensoriali
diversi prospetta per il non vedente strategie di apprendimento che
prevedano l'acquisizione di concetti e messaggi classicamente ritenuti
trasmissibili esclusivamente a mezzo della percezione visiva.

Sostanziale identita' concettuale i libri in bianco di Raymondo Sesma, opere
che si vedono con le mani e si toccano con gli occhi. Il testo e' reso in
caratteri Braille, mentre le tavole sono superfici monocromatiche realizzate
corrugando e premendo la carta, ottenendo cosi' forme percepibili al tatto.
L'Autore si prefigge di dare una vera e propria lettura parallela attraverso
il tatto di concetti artistici visivi.

Anche gli aspetti cromatici trovano traduzione tattile: il bianco e' liscio,
il nero e' ruvido e aspro e fra questi due estremi tutta la gamma
intermedia.

Tali presupposti hanno trovato ulteriore applicazione nel metodo ideato ed
attuato dal Prof. Gualandi e dalla Prof.ssa Secchi (Associazione Scuola di
Scultura Applicata di Bologna), consistente nella traduzione in basso
rilievo di opere pittoriche che, esplorate apticamente da non vedenti,
permette l'acquisizione dei contenuti estetici e concettuali dell'opera
pittorica.

Le potenzialita' evolutive di espansione di tali concetti si delineano assai
ampie quando si pensi alle tecniche elettroniche: la video scansione di un
dipinto, di un volto, di una figura puo' tradursi infatti in pannelli
tattili.

Fig.1 Rappresentazione di un bicchiere contenente un cubetto di ghiaccio da
parte di un bambino non vedente.

Fig. 2 PET (Tomografia ad Emissione di Positroni): l'immagine a sinistra
mostra l'attivazione della corteccia occipitale di un bambino vedente mentre
legge il brano di un libro; a destra si puo' notare l'attivazione della
medesima area in un bambino non vedente mentre legge lo stesso brano in
caratteri Braille.

Fig. 3 A sinistra: disegno di una casa eseguito ad occhi chiusi da un
bambino vedente di 6 anni; a destra il disegno e' stato eseguito da un
bambino non vedente della stessa eta'.

Fig. 4 Lo stesso bambino non vedente ha utilizzato lo scorcio per
rappresentare la prospettiva: a sinistra il cubo ed il blocco a forma di "L"
sono equidistanti; a destra il cubo e' piu' lontano e viene disegnato di
minori dimensioni.

Bibliografia

Heller MA: Picture and pattern perception in the slighted and the blind: the
advantage of the late blind. Perception 1989, 18, n. 3.

Kennedy JM: Drawing and the blind: pictures to touch. Yale University Press,
1993.

Kennedy JM: Come disegnano i ciechi. Le Scienze 343, marzo 1997.

Kennedy JM, Eriksson Y: Profiles and orientation of tactile pictures.

Relazione presentata al Congresso della European Psychology Society,
Tampere, 2-5 Luglio 1993.

Liu CH, Kennedy JM: Symbolic forms and cognition. Psyke & Logos 1993, 14, n. 2.

Mettler FA Jr, Guiberteau MJ: Positron-Emitting Agents. In: Essentials of
nuclear medicine imaging. Chap. 5: 82; Geune & Stratton Inc., Orlando 1986.

Phelps ME, Mazziotta JC: Positron Emission Tomography: Human Brain Fuction
and Biochemistry. Science, 1985; 228: 799-809.

Shimizu Y, Saida S, Shimura H: Tactile pattern recognition by graphic
display: importance of 3-D information for haptic perception of familiar
objects. Perception and psychophysics 1993, 53, n. 1

Seminario di Ipovisione

Marco Mattioli

L'Istituto Benigno Zaccagnini ha organizzato nei giorni 2 e 3 Febbraio 1997
un Seminario di Studio riguardo l'Ipovisione, tenutosi presso il Centro
Congressi dell'Hotel Royal Carlton di Bologna. Ad esso hanno partecipato
illustri ricercatori ed esperti del mondo Medico ed Ottico-Optometrico
italiano. I temi esposti hanno spaziato sulle diverse problematiche legate
all'ipovisione, esaminando le varie patologie con i relativi possibili
trattamenti rieducativi e definendo i concetti tecnico-scientifici che sono
alla base dell'ottica geometrica. Le aziende presenti che operano nel
settore hanno esposto un assortimento completo, semplice ed innovativo di
ausili visivi, grazie all'impiego di nuove tecnologie. L'Istituto Cavazza ha
portato il proprio contributo presentando ai partecipanti il programma "
VISULEX LP-DOS/WINDOWS " per l'accesso al personal computer alle persone
ipovedenti. Esso ha il compito di video ingrandire i caratteri e le immagini
che appaiono su di un normale monitor per computer, operante tramite i
sistemi operativi MS-DOS, WINDOWS 3.X e WINDOWS 95. L'utente ha la
possibilita' di configurare il programma tramite semplici menu tradotti in
lingua italiana, riuscendo a definire le dimensioni e il colore di caratteri
ed immagini, a esplorare in modo analitico il contenuto dello schermo ed a
visualizzare l'area del cursore. Tali funzioni possono essere attivate e
controllate via tastiera o mouse, che rende piu' confortevole e veloce
l'utilizzo. Di particolare interesse e' il fatto che il costo di questo
programma e' totalmente a carico del S.S.N., consentendo una fruizione
gratuita agli utilizzatori.

CONFEDERAZIONE GENERALE ITALIANA DEL LAVORO
EMILIA-ROMAGNA - 40122 Bologna
Via Marconi 69, Tel. 051/29.40.11 - fax 051/25.10.55
Alberto Borghi

La sede dell'Istituto Cavazza in via Castiglione a Bologna

Le iniziative telematiche del Cavazza

http://www2.iperbole.bologna.it/bologna/istccava

L'Istituto Cavazza sbarca nel mare magnum di Internet. Il sito e' gia'
operante dal settembre dell'anno scorso, attivo all'interno dello spazio del
Comune di Bologna, che, come si sa, e' stata la prima amministrazione
pubblica ad offrire l'accesso ad Internet a tutta la collettivita'.

Lo scopo iniziale perseguito dal Cavazza era quello di offrire al popolo
cybernautico tutte le peculiarita' e l'esperienza accumulata dall'istituto
nel mondo dei non vedenti. Ma il Cavazza non si ferma. A dicembre e' stato
dato parere favorevali dal Magnifico Rettore a un progetto che consentira'
all'Istituto di creare un sito WEB sul sistema dell'Universita', AlmaNet. In
tal modo, potra' essere dato maggior vigore ad un'iniziativa di grande
spessore. Si tratta del Progetto Telebook. Grazie all'opera di quattro
ex-brigatisti del carcere di Opera, che da tre anni stanno memorizzando su
computer, utilizzando scanner, libri di testo, sara' ben presto disponibile
un imponente catalogo di libri di letteratura, di latino, greco, psicologia,
storia, saggistica... Il progetto sta procedendo, grazie all'assistenza
tecnica del Cavazza, a ritmi serrati e presto chiunque, collegandosi al sito
dell'Universita', potra' disporre del piacere della lettura. Il problema
dell'accesso al libro, infatti, non e' sentito solo dai non vedenti, che
possono superarlo attraverso la fonetizzazione o la barra Braille, bensi'
anche dagli stessi studenti universitari, che spesso si trovano costretti a
lasciare un libro sullo scaffale del negozio perche' ha un costo eccessivo.
Un servizio per tutti, dunque. Del resto, globalizzazione e' termine
consueto, nel mondo di Internet. Si naviga in uno spazio che, senza
strumenti adeguati, puo' divenire davvero infinito, quindi inutilizzabile.

Occorre utilizzare i motori di ricerca, in grado di trovare il sito
specificamente richiesto o di effettuare una ricerca per parole
significative.

L'Istituto Cavazza sta realizzando un software che consentira' l'utilizzo
dei motori di ricerca, che si avvalgono di interfacce grafiche, anche ai non
vedenti, grazie alla fonetizzazione ed alla traduzione in caratteri Braille
da leggere alla barra. Va detto che l'Istituto procede nel progetto in
totale autonomia. Il software di navigazione verra', poi, ceduto a chi ne
fara' richiesta ad un prezzo simbolico.

Passano gli anni, cambiano le tecnologie, ma l'impegno dell'Istituto Cavazza
non si arresta mai.

L'impegno contro l'esclusione, contro ogni discriminazione, per il
superamento di tutte le barriere, architettoniche e culturali, e' parte
fondamentale delle politiche della CGIL, il sindacato dei diritti e della
solidarieta'.

Questo impegno si accompagna al rifiuto di logiche puramente assistenziali,
per il pieno inserimento dei disabili nel lavoro e nella vita civile e
sociale di tutti i giorni, per la conquista di spazi di autonomia, difficili
ma non impossibili.

In un momento di grande trasformazione dello stato sociale e di pesanti
rischi per le categorie svantaggiate, aderire alla CGIL significa sostenere
questa importante battaglia.

Perche' una visita al CAVAZZA?

"Se il problema degli altri e' uguale al mio..."

Le motivazioni sono molte: insegnando matematica nella scuola media e'
inevitabile, oggi, affrontare il tema dell'informatica e delle sue
implicazioni sociali anche perche' cio' desta, nei ragazzi, interesse e
attenzione.

Tuttavia mi sembrava un po' riduttivo fermarsi solo a dimostrare che
l'informatica puo' essere utile per comunicare, per studiare, per divertirsi
e sempre mi tornavano alla mente le parole di Don Milani: il problema degli
altri e' uguale al mio. Sortirne tutti insieme e' la politica. Sortirne da
soli e' l'avarizia.

Ho cosi' pensato che visitare i corsi che si tengono al Cavazza nei quali si
utilizzano tecnologie informatiche, fosse l'occasione per fare politica, per
indurre i miei giovani alunni a comprendere che gli strumenti informatici
servono anche a rendere tutti un po' piu' uguali.

Avrei voluto cioe' che i miei ragazzi comprendessero che ha piu' valore
informarsi, leggere, divertirsi, sapendo che cio' e' accessibile a tutti,
anche a coloro che, a causa di un deficit, necessitano di opportuni
adattamenti per usufruire delle moderne tecnologie.

La visita e' stata preceduta da una lezione in classe sul metodo di lettura
e scrittura Braille e dalla raccolta delle idee che ogni alunno aveva sulla
cecita'. Tutti pensavano che un cieco non potesse utilizzare autonomamente
un computer, sia per difficolta' nell'uso della tastiera, sia per
l'impossibilita' di leggere sul monitor. In quanto a leggere un libro,
poi... gia' era difficile credere che un non vedente potesse camminare da
solo!

Non ho fatto troppi commenti o fornito molte spiegazioni: ho preferito che i
ragazzi si rendessero conto di persona. E cosi', insieme ad un collega, il
Prof. Politano, ho accompagnato la III B della Scuola Media di Argelato a
visitare l'Istituto Cavazza.

Un po' intimiditi, i miei ragazzi, accolti dal Direttore dell'Istituto,
dall'insegnante Dr. Sosio e dal Presidente della locale sezione dell'Unione
Ciechi, hanno rivolto agli allievi del corso per centralinisti telefonici
molte domande circa la difficolta' che essi incontravano nell'apprendimento
del Braille.

Particolare interesse e curiosita' hanno suscitato l'Ing. Mattioli che ci ha
fatto navigare in Internet e il Sig. De Rosa che ha mostrato ai ragazzi
l'uso della sintesi vocale, dello scanner e del display Braille (Ma come ???
- sussurra un ragazzo - io vedo nel monitor quello che lui legge nel display
Braille ?)

La Dott.ssa Vriz ha invece dimostrato che si puo' leggere anche con
l'Optacon e uno dei ragazzi ha voluto verificare la vibrazione tattile di
cui parlava la dottoressa.

Al termine, il Dr. Sosio, che ci ha fatto da guida durante tutta la visita,
si e' soffermato a lungo con i miei alunni rispondendo a tutte le loro
domande.

Sulla via del ritorno, i ragazzi discutevano animatamente anche in pullman
di cio' che avevano visto e sfogliavano con curiosita' il materiale che era
stato loro donato: alcune pubblicazioni tra cui Vedere Oltre e Non cosi' ma
cosi'.

Io credo che questa esperienza possa costituire un primo passo per accettare
la diversita' non come fatto negativo, ma come momento di arricchimento, di
crescita collettiva di conoscenza e di sensibilita' e ritengo che la scuola
debba impegnarsi di piu' per diffondere una cultura dell'handicap, per
rendere gli uomini di domani indenni da malattie tanto devastanti quanto
diffuse: l'indifferenza, la mancanza di sensibilta' e di solidarieta', lo
stare sempre dalla parte del piu' forte, l'incapacita' di vedere oltre.

I ragazzi, infatti - come ci ricorda Andrea Canevaro - vivono in un
ambiente e possono assumere i valori che respirano nell'ambiente; possono
essere capaci di capire e di diventare amici sul serio, come possono
diventare pietosi o anche cattivi. Anche in questo, tutto dipende
dall'impegno che gli adulti vivono, dalla loro credibilita'.

E soprattutto, come educatori, abbiamo il dovere di trasmettere ai nostri
alunni quello che la Yourcenar definisce uno dei pochi fondamenti della
vita: il rispetto per l'uomo; rispetto inteso come il sentimento della
liberta' degli altri, della dignita' degli altri, l'accettazione senza
illusioni, ma anche senza la minima ostilita' o il minimo disprezzo di un
essere cosi' come e'.

Margherita Dini

Nuovi profili professionali per non vedenti

Esperti di relazioni con il pubblico

Si chiama Progetto Idea e costituisce un'importante novita' nel mondo del
lavoro e in quello dell'handicap: l'iniziativa parte dall'ERVET, l'istituto
regionale per la promozione industriale e si rivolge ad associazioni di
categoria, comuni, aziende e privati cittadini che intendano lanciare
proposte per la realizzazione di ausilii utili ad anziani e disabili. Quelle
piu' interessanti, selezionate da un comitato scientifico autorevole,
saranno premiate con una piccola somma di denaro e probabilmente verranno
trasformate in prototipi dall'ERVET.

L'Istituto Cavazza da sempre impegnato ed operativo nel campo della
disabilita' visiva, si trova ad essere direttamente coinvolto nel progetto
gestendo un numero verde attivo dalla fine di marzo alla fine di giugno, che
serve a stabilire un contatto tra i promotori dell'iniziativa e tutti quelli
che intendono partecipare.

Riteniamo che la gestione di un numero verde da parte di operatori non
vedenti costituisca una valida integrazione professionale nella formazione
di centralinisti telefonici ciechi di cui da sempre ci occupiamo - dice il
Dottor Barbuto, direttore dell'istituto - oggi il centralino e' in una fase
di superamento dovuta all'espandersi di meccanismi automatizzati, mentre
nuove possibilta' possono esserci sul fronte delle relazioni pubbliche. Per
questo motivo stiamo approntando un modulo aggiuntivo ai corsi gia'
esistenti, allo scopo di curare maggiormente l'aspetto informativo e
comunicativo.

Come avviene concretamente la gestione del numero verde?

Gli operatori non vedenti dispongono di un personal computer con apposito
software attraverso il quale prendere nota delle telefonate e inserire dati
utili per ulteriori contatti.

La gestione e' affidata a un capogruppo esperto in operazioni di
telemarketing, coadiuvato da quattro operatori scelti a rotazione tra gli
allievi del nostro corso che sono attualmente 18.

Gli sbocchi professionali dei numeri verdi ormai sono tantissimi ed
esperienze di questo genere possono offrire un valido contributo ad inserire
nel mondo della comunicazione le persone portatrici di handicap creando per
loro un nuovo ruolo di esperti di relazioni con il pubblico.

Elisabetta Pasquali

La gestione dei numeri verdi puo' consentire l'inserimento nel mondo della
comunicazione di portatori di handicap creando per loro il ruolo di esperti
di relazioni con il pubblico

Gli amici del "Cavazza"

L'Istituito Cavazza e la redazione di Vedere Oltre ringraziano sentitamente
quanti, ricevendo la rivista, hanno risposto concretamente all'appello per
una raccolta di fondi a favore dei ciechi.

Dott. Acerbi Libero
ACOSER S.p.A.
Dott. Adalio Giuseppina
Dott.Alonzo Gabriele
Dott.ssa Alvisi Liliana
Sig.ra Alvisi Marisa
Ass. Reale Mutua
Assicurazione Zurigo
Assicurazioni Universo
Az. Farmaceutica Municip.
Babilonia da Valentina
Sig. Baldisserri Mario
Bar 133
Ing. Barbanti G. Cons. Ind.le
Sig. Bastia Enzo
Sig. Bazzi Valerio
Sig. Belletti Gilberto
Sig.ra Bendini Adria
Fam. Benfenati Selleri
Sig. Berdini Andrea
Dott. Bergonzoni Paolo
Sig.ra Bernasconi Laura
Sig. Bertonicini Mario
Dott.ssa Bettini Manuela
Sig. Bianco Giovanni
Biblioteca Com. le - Q.re Savena
Biblioteca Comunale
Sig. Bolognini Lorenzo
Sig. Bonato Ottorino
Bonazzi Giuliano & C. s.a.s.
Sig. Bonomei Alessandro
Sig.ra Bonvicini Natalina
Dott. Buscaroli Andrea
Sig. Cacioli Fabrizio
Dott. Calogiuri Francesco
Sig.ra Campanelli Evelina
Dott. Caruso Giancarlo
Dott. Cassone Giancarlo
Sig. Catalano Sergio
Prof. Cavina Giancarlo
Dott.ssa Cherubini Daniela
Dott.ssa Coluccia Egla
Coop. Edificatrice API C
Dott. Copaloni Orlando
Costa Assicurazioni s.r.l.
Credito Romagnolo
Sig. Cudde' Giovanni
Sig. Curcio Eugenio
Sig.ra Del Giudice Navarra G.
Dott. Di Castri Massimo
Dott. Di Giorgio Francesco
Dott. Di Girolamo Nicola
Sig.ra Diodati Francesca
DMC
Emporio della Carta
Farmacia S. Lucia
Maestro del Lavoro Fava F.
Felsinea Ristorazione
Sig. Ferrari Renato
Figoli Eugenio
Forlivesi Maria Luisa
Sig. Fini Enzo
Fam. Forni - Innocenti
Sig. Fortini Davide
Dott. G. Consulente Finanz.
Dott. Galuppi Giancarlo
Dott. Gamberini Arnaldo
Dott. Gamberini Pier Stefano
Sig. Gambino Giuseppe
Sig. Garai Giorgio
Prof. Giordani Giancarlo
Dott. Guerzoni Achille
Sig. Guglielmi Giorgio
Dott. Ippolito Aldo
Dott. Lauria Francesco
Dott. Lenzi Loris
Sig. Levantini Claudio
Mag. Nannucci S.p.A.
Sig.ra Marchi Ernestina
Dott. Martelli Mario
Dott. Martoni Andrea
Sig.ra Mazzoni Gianna
Studio Michelini Ing. Giampaolo
Sig. Minarelli Sergio Mini Palace
Dott. Minore Giancarlo
Sig. Mintrone Francesco
Sig. Monopoli Dialmo
Sig. Molinari Alessandro
Sig. Montanari Gino
Montegrappa Maison d'Art
Sig. Monti Agostino
Sig. Monti Massimo
Sig.ra Moretti Loredana
Rag. Muratori
Sig. Musiani Mario
Sig. Naccarato M.
Oleodinamica Pederzani & Zini
Sig. Olivieri Gianni
Dott. Orlandini Giacomo
Arch. Pancaldi Leone
Sig. Panza Luigi
Paris Texas Italy
Sig. Passerini Giancarlo
Sig.ra Pioli Giuliana
Sig. Pirani Paolo
Piscina Consorziale
Sig.ra Pizzirani Tripolina
Sig. Poltronieri Marco
Sig. Pozzetti Mario
Sig.ra Pratellini Natalia
Sig.ra Provenzano Rosanna
Sig. Rambaldi Walter
Dott. Ramponi Roberto
Dott.ssa Rizzoli Patrizia
Dott. Rosati Rodolfo
Sig. Rossi Gianni
Sig.ra Russo Maria
S.A.S. Milena
Sig. Sabattini Antonio
Safari di Fusconi R. & C.
Sig. Santacatterina M.
Prof.Sassi Paolo
Sig. Scarparo Giuseppe
Sig. Scialla Domenico
Siderpali
Dott. Sommariva Filippo
Dott. Spadoni Alberto
Sig. Speretta Pietro
Sub - Agenzia Dr. Gozzoli
Tabaccheria Andreoli
Tabaccheria Billi
Tabaccheria della Filanda
Tabaccheria Graldi
Sig. Taddei Carlo
Tappj Bleu s.a.s.
Sig. Taras Vincenzo
Ing. Teatini Glauco
Sig. Testoni A.
Dott.ssa Testore Patrizia
Dott. Tocco Ettore
Dott. Tonelli Andrea
Rag. Toppini Goffredo
Sig. Tordin Romano
Dott. Valeri Valerio
Sig. Vecchi Giovanni
Sig. Veronesi Ermanno
VIRO Innocenti S.p.A.
Sig.ra Vismara Teresa
Sig. Viterbo Giovanni
Sig. Vittori Livio
Sig. Zacchini Remo
Sig.ra Zaniboni Maria G.
Sig. Zanni Paolo
Sig. Zanobi Gabriele
Sig. Zanotti Gualtiero
Sig.ra Zardi Giulianini R.
Sig. Iacoviello Pellegrino
Sig.ra Palmerini A.
Sig. Vigorelli Paolo

Quei due ragazzi con vestiti grigio-ferro

Nerino Rossi

Li vedevamo arrivare sotto l'alto portico di via Castiglione, puntuali, con
il loro passo corto e come scandito da un orologio. L'abito era sempre lo
stesso, una sorta di divisa color grigio ferro, la divisa dei ragazzi
dell'Istituto "Cavazza".

Il nostro sodalizio con quei due ragazzi ciechi duro' molti anni: quelli del
ginnasio e quelli del liceo. Insomma diventammo grandi insieme nelle aule
del glorioso, mai dimenticato liceo "Galvani". I loro nomi? E' passato piu'
di mezzo secolo e la memoria non riesce ad arrampicarsi fin li'. Posso solo
precisare che al ginnasio la nostra classe apparteneva alla sezione D e al
liceo alla C.

D'altronde, lasciata Bologna una volta terminati gli studi universitari, i
miei contatti con gli ex compagni di scuola si son ben presto diradati.
Posso solo ricordare che quella covata di ragazzi bolognesi di belle
speranze che si salutarono mentre infuriava la guerra, non era poi tanto
male, se comprendeva un Giovanni Galloni, poi ministro della Pubblica
Istruzione, un Francesco Berti Arnoaldi, poi avvocato principe del Foro di
Bologna, un Mario Pazzaglia, poi illustre professore di lettere e scrittore.

Ma perche' ricordo i fortunati destini di alcuni nostri compagni di classe?

Lo faccio proprio per sottolineare la bravura di quei ciechi del "Cavazza".

Infatti i nostri due non vedenti furono sempre, anno dopo anno, fra i
bravissimi della classe. Un'intelligenza viva, una memoria di ferro, un
grande amore per il sapere e un'applicazione allo studio particolarmente
rigorosa e severa fecero di loro degli studenti-modello. Inoltre colpiva
tutti noi il loro rendimento scolastico costante mai una caduta, mai uno
smarrimento. E poi una pace dell'animo che ci sembrava incomprensibile e che
ci lasciva ammirati.

Sedevano, appaiati, nell'ultimo banco, sul quale stendevano i loro
quadernoni in Braille. Le loro teste, alte e immobili, sembravano delle
antenne; i loro busti, sempre eretti, dicevano la compostezza e
l'attenzione.

Quando venivano interrogati, noi leggevamo sui visi dei professori
un'espressione di sfida rivolta verso di noi, come a dire: Sentite e
imparate. Si', imparate da loro, signori!. Un invito all'emulazione che ebbe
i suoi effetti.

Imparammo infatti da loro che non era impossibile tradurre all'impronta
Virgilio e, perfino, Omero.

Quei versi di Omero cadenzati da quelle dita che sfioravano la scrittura in
Braille e' stato poi per me, a lungo, un ricordo fra i piu' belli dei miei
anni al "Galvani".

Tre "A" per Dozza

A.A.A., Ovvero: Arte, Architettura, Albana.

I tre "A" di Dozza, uno dei paesi piu' fascinosi del bolognese, classico
esempio di borgo castellano medioevale, che si e' conservato integro nella
struttura complessiva, nel perimetro, nell'atmosfera quasi fuori del tempo.

Dozza, da Bologna, si raggiunge in una manciata di minuti (si' e no
mezz'ora) o dalla via Emilia, o percorrendo gli antichi stradelli guelfi
nella bella pianura a nord e poi attraversando la consolare per salire le
dolci pendici collinari nel cuore di un territorio vocato alla viticoltura e
alla produzione di pregiatissimi vini DOC, fra i quali primeggiano Albana,
Trebbiano e Sangiovese.

A dominare il borgo - dall'edilizia compatta e addossata ai lati delle mura;
dal tessuto viario imperniato sulle due antiche strade di Contragrande e
Contracina - e' l'elegante e possente rocca costruita nel 1250, rifatta per
i Riario e irrobustita nel XV secolo da Caterina Sforza che qui abito' e
qui, nel 1500, riusci' a resistere per un mese al Duca Valentino.

Sono passati i secoli, ma la rocca - che i torrioni cilindrici rendono
ancora piu' poderosa - continua ad essere il cuore della vita del paese,
incredibilmente ricca di iniziative e di presenze, che rendono Dozza me'ta
piu' che appetibile per gite e soggiorni.

Gia' l'ingresso nel borgo riserva sorprese: un'autentica pinacoteca
all'aperto impreziosisce facciate e muri delle antiche case, lungo le viuzze
acciottolate. Sono opere firmate da prestigiosi esponenti della pittura
contemporanea, richiamati qui ogni due anni per la manifestazione del Muro
dipinto che, iniziata nel 1960, ha arricchito Dozza di murales d'autore.

Salendo verso la sommita' del borgo, si scopre via via un panorama
dolcissimo di fertili colline e di operosa pianura, finche', arrivati alla
rocca, con il suo fossato profondo e ora verdeggiante, l'antico e suggestivo
ponte levatoio, la calda pietra a vista rosata, si scoprono altre
attrattive.

Ben conservata e ristrutturata nel massimo rispetto del complesso
originario, la rocca con i suoi ambienti arredati con raccolte d'armi,
arazzi e mobili d'epoca, con la cucina ancora attrezzata come ai tempi di
Caterina, fa rivivere atmosfere di grande suggestione, documentando
concretamente il modo di vivere di altri tempi.

Non meno intensa la suggestione offerta dai sotterranei, sotto le cui
poderosa volte negli ampi locali si allineano in mostra permanente tutti
vini dell'Emilia Romagna: e' questa, infatti, la sede dell'Enoteca
regionale, ente pubblico per la valorizzazione dei i vini prodotti nelle
nostre terre, che qui si possono degustare ed acquistare.

Richiami - dunque - di carattere storico, ambientale, artistico ed
enogastronomico partono da Dozza, il cui intatto fascino merita di essere
"vissuto" almeno per una giornata.

Paola Rubbi

 

Contatti

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Tel: +39 051.33.20.90 -  Fax: +39  051.33.26.09

Mail: istituto@cavazza.it

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