Cristo Rivelato

di Loretta Secchi

Sulla scultura di Felice Tagliaferri.


Chi conosce lo scultore Felice Tagliaferri, non vedente dall'età di quattordici anni, sa che per questa persona vitale e positiva nulla è impossibile, nemmeno realizzare la copia di un capolavoro universale quale il Cristo Velato dello scultore settecentesco Giuseppe Sanmartino, opera che rappresenta a grandezza naturale il Redentore, adagiato su un giaciglio a trapunta, e avvolto nel sudario, velo sottilissimo da cui traspare l'anatomia esanime. All'origine di questa impresa di Felice Tagliaferri, c'è una storia personale che vale raccontare, e un coraggio sostenuto dalla ferma volontà di "dare corpo ai sogni" che trae origine dall'amore e dalla generosità con cui questo scultore affronta la vita. Nella primavera del 2008 a Felice fu impedito di toccare l'opera del Sanmartino, custodita presso la Cappella Sansevero a Napoli, e lui, senza sollevare polemiche, a distanza di tempo elaborò l'idea di scolpire nel marmo una copia interpretata del Cristo Velato, delle stesse dimensioni dell'originale, da rendere tangibile alle persone non vedenti e quindi fruibile a tutti. Selezionato a Carrara, il masso marmoreo è stato sgrossato in loco in pochi giorni e quindi trasportato presso il laboratorio della Chiesa dell'Arte di Sala Bolognese, dove l'opera ha visto la luce: diciotto mesi di lavoro hanno trasformato i quaranta quintali di marmo grezzo in una scultura straordinariamente definita, del peso di diciotto quintali e delle dimensioni di 180x80x50 cm. Felice in questa esperienza ha attraversato tutte le emozioni che si provano dinanzi a una sfida decisiva, tra entusiasmo, gioia e preoccupazione. Ascoltando il suo racconto, si scopre come l'artista, dapprima intimorito, abbia gradualmente preso coraggio nella creazione della sua scultura, anche grazie alle visite degli amici e alla fiducia che cresceva intorno a lui, per effetto di una convinzione evidente e contagiosa che lo ha guidato nella realizzazione di questa splendida opera. Presso la Chiesa dell'Arte, dove Felice tiene corsi di scultura e modellazione per le scuole, il Cristo è stato sì ri-velato, quindi "velato per la seconda volta" ma anche rivelato nel senso più profondo, e per questo anche svelato.

Foto - Persona non vedente guidata alla “visione” dell’opera

Felice, intervistato, spiega questo concetto con parole che citiamo testualmente: "Ricreando quel Cristo inerte, così potente nella sua fisicità, ho rivelato a me stesso e al mondo il suo corpo, dando forma all'immagine mentale che ne avevo maturato attraverso le descrizioni ascoltate. Elaborando l'immagine, l'ho interiorizzata e me ne sono impossessato, quindi l'ho custodita e poi trasferita nel marmo, offrendo al pubblico la mia visione del Cristo velato, al contempo rivelato. Nell'ultima fase di lavorazione, quando l'opera era già in via di finitura, ho voluto coinvolgere scolaresche, persone con deficit visivo e altre disabilità, e infine persone normodotate di ogni età e provenienza, così che tutti potessero prendere parte a questo atto creativo, esattamente come avevo sperato e desiderato". Nel toccare il corpo del Cristo Rivelato, interamente coperto dal velo marmoreo, percepiamo infatti la drammatica compostezza del suo volto, la costruzione del torace, la prominenza del costato, il ventre incavato, le membra inerti, e abbiamo l'impressione di un corpo immerso in un sonno profondo, che possa risvegliarsi. L'idea della vita nella morte, da intendersi come speranza di resurrezione, ci accompagna e sostiene. L'esposizione della scultura ha natura itinerante per portare ovunque il messaggio sull'accessibilità dell'arte. Il 27 novembre 2010, presso la Chiesa dell'Arte di Sala Bolognese, l'opera è stata inaugurata con una cerimonia indimenticabile e toccante, alla presenza di autorità e di un folto pubblico.

Il 26 febbraio 2011, a Napoli, presso il Museo Archeologico Nazionale, si è inaugurata la seconda esposizione del Cristo Rivelato, anticipata da un convegno sull'accessibilità, intitolato L'arte è uguale per tutti. In questa circostanza sono state proprio le guide non vedenti e ipovedenti dell'UNIVOC della città partenopea a condurre i visitatori all'esplorazione tattile della scultura. Tra marzo e aprile, l'opera è stata esposta al pubblico presso il Duomo di Messina. Tra il 20 e il 25 giugno la scultura è stata ospitata a Bologna presso l'Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza, in occasione della celebrazione dei centotrenta anni di vita dell'Istituzione. Dal 21 al 28 agosto l'opera è stata accolta al Meeting di Rimini dove cinquantamila persone l'hanno visitata, tra cui il Cardinale Io Tettamanzi. Dal 13 settembre al 16 ottobre l'opera è stata esposta presso la Chiesa di San Domenico in Ancona. Va ricordato che Roberto Farroni, Direttore e Presidente del Museo Tattile Statale Omero di Ancona, di recente scomparso, si è prodigato per avere la scultura nella sua città di provenienza e si è tenacemente impegnato affinché l'opera potesse ricevere la benedizione del Santo Padre. L'atteso evento ha preso corpo il giorno 11 settembre, alla presenza dello scultore Felice Tagliaferri che ha potuto così incontrare personalmente, e soprattutto umanamente, Benedetto XVl. La scultura continuerà ora il suo cammino espositivo sia in Italia che all'estero, trasmettendo a tutti quei valori per i quali lo scultore Felice Tagliaferri l'ha creata.

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