Villa Rittmeyer

Un giardino sensoriale incantato sull'altopiano del Carso
Alberto Zanelli

Nel borgo di Barcola, in comune di Trieste, esiste un giardino incantato pensato per stimolare tutti e cinque i sensi. Protetto da uno spesso muro di pietra, il giardino dei sensi si sviluppa da viale Miramare fino alla possente villa che nel 1913 la baronessa Cecilia da Rittmeyer donò per la costituzione di un istituto dedicato all’istruzione dei ciechi. Il giardino pubblico è realizzato su vari livelli collegati da imponenti scale per seguire il pendio che dal mare s’impenna verso l’altopiano del Carso, questa particolare disposizione fa sì che praticamente da ogni punto del parco, guardando verso sud-ovest, si possa scavalcare con lo sguardo il muro per vedere il porticciolo di Barcola e poi il tratto di mare che in ottobre ospita la più grande regata velica del Mondo. Le scale non devono spaventare i non-vedenti perché sono sempre protette a monte da barriere e cancellini e per chi ha difficoltà a camminare possono essere aggirate con un intelligente sistema di rampe ed ascensori. Nel livello più basso del giardino svettano numerose piante ad alto fusto: pini domestici, cipressi e un salice piangente messo a dimora nei pressi di una vena d’acqua.Panoramica del parco anteriore - Barcola

I verdi brillanti, cupi o argentati delle chiome degli alberi non sono però gli unici colori del grande giardino: ci sono aiuole specifiche in cui sono coltivati fiori di diverse tonalità, gialli, azzurri, rossi e viola, che costituiscono una tavolozza vivente e mutevole con le stagioni. Da marzo a novembre il giardino Rittmeyer è punteggiato da macchie di fiori coloratissimi scelti proprio per alternarsi nella fioritura, e quando mancano i fiori compaiono le bacche invernali come quelle rosee sulle cime dei rami di tasso potato a siepe. I fiori però non si limitano a stimolare la vista, molti di loro raggiungono l’olfatto del visitatore con il profumo del nettare, dunque anche chi è privo della vista potrà godere di un’intensa esperienza sensoriale visitando il giardino Rittmeyer.

Il parco con auto del giardiniere - BarcolaInoltre, un’ampia aiuola costruita su più livelli ospita piante aromatiche come lavanda, rosmarino, menta, timo, maggiorana e tante altre, che sprigionano i propri aromi quando vengono sfiorate dalle mani dei visitatori.Tante altre piante sono a portata di mano quindi il visitatore può stimolare il tatto con la corteccia scagliosa dei pini o quella rugosa del salice, con le morbide foglie aghiformi del tasso, con la superficie vellutata della foglia di salvia o quella più rasposa del fico. Il parco può essere percorso in relativa sicurezza anche da chi non ci vede perché i vialetti hanno sui bordi un'intelligente pavimentazione in acciottolato che, al tatto del piede, consente di non inciampare nelle aiuole. È l’antesignano della moderna segnaletica tattile. Per stimolare il gusto è meglio affidarsi a ristoranti, bar e gelaterie che si trovano facilmente lungo il viale che costeggia il mare subito fuori dal parco, tuttavia, nella parte più alta del giardino, che si può raggiungere attraversando un corridoio della casa protetta che occupa la villa Rittmeyer, gli ospiti della struttura coltivano un piccolo orto, sia a terra che su piani rialzati raggiungibili dalla sedia a rotelle, e numerosi sono gli alberi che, terminata la funzione ornamentale della fioritura, producono gustosi frutti. Il parco infine vuole stimolare anche l’udito e sicuramente un punto di riferimento è il piccolo ruscello artificiale che viene tenuto in funzione nei mesi caldi. Inoltre, di giorno, è facile udire il delicato verso delle tortore e quello più squillante dei gabbiani mentre di notte non manca il ritmico “chiù” prodotto da un piccolo gufetto, l’assiolo, per delimitare il proprio territorio di caccia.

Aiuola degli aromi - BarcolaAnche la brezza marina di frequente partecipa al concerto nel parco Rittmeyer facendo delicatamente stormire le alte chiome degli alberi. Se però il vento viene da nord-est, allora è Bora e può diventare violento: gli animali tacciono, i rami cominciano a sbattere tra di loro mentre il sartiame delle barche ormeggiate nel vicino porticciolo comincia ad emettere un fischio sinistro. In questi giorni è meglio godersi il panorama da dietro i vetri della residenza o del centro ricreativo diurno dell’Istituto Regionale Rittmeyer per i Ciechi, oggi gestito dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia. Qui operatori socio-sanitari, educatori e volontari organizzano tante attività per gli ospiti della residenza protetta spaziando dall’ortoterapia al confezionamento dei prodotti alimentari o aromatici del giardino. La struttura può tuttavia essere presa in considerazione per una breve permanenza a Trieste da chi volesse viaggiare in autonomia con treni e taxi, ma avesse bisogno di un po’ d’aiuto nella gestione solitaria dell’alloggio.

 

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