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Madonna in trono col Bambino, Angeli e san Francesco

Autore: 

Palmerino di Guido (Assisi, notizie 1299 – Assisi, 1337)

Datazione: 

ante 1339

Collocazione attuale: 

Pinacoteca di Assisi, Trasferito dal Palazzo delle Poste, Piazza del Comune

Tecnica e dimensioni dell'opera originale: 

Affresco (staccato); cm 180,5 x 200

Tecnica e dimensioni della traduzione plastica: 

Bassorilievo prospettico in gesso alabastrino; cm 80 x 61 x 5,5

Soggetto iconografico: 

La raffigurazione della Vergine in trono con Bambino e Angeli, al cospetto di un santo in devota preghiera, che in questo caso riconosciamo come San Francesco, è soggetto iconografico diffuso in età medievale, anche e proprio in area occidentale, a partire però dalla diffusione di immagini di Madonne oranti con Bambino di origine orientale. L’Icona della Vergine in Maestà deriva dunque dalla tradizione bizantina e nella sua funzione cultuale prevede numerose varianti tematiche che si diffondono per lungo tempo anche nel nostro paese. Ricordiamo tra le Vergini di origine bizantina più note: la “Odigitria”, che indica nel Figlio la Via, la Vergine degli affetti e quella operosa.

Descrizione dell’opera: 

Per rendere tangibile la disposizione dei soggetti entro la composizione pittorica, e dunque percepibile la struttura del trono-cornice che contiene la scena sacra, nonostante la frammentarietà della materia pittorica, la traduzione tridimensionale in bassorilievo di questo affresco ha richiesto di adottare volumetrie non troppo evidenti, al fine di interpretare coerentemente lo stile pittorico medievale, pur garantendo un’esplorazione tattile che permetta la ricognizione dei soggetti in composizione. Tanto le strutture architettoniche del trono ligneo, che ricorda le cuspidate costruzioni gotiche, quanto gli angeli intorno alla Vergine con Bambino, ritratti in prospettiva empirica, dovevano essere restituiti nella traduzione plastica, e quindi al tatto, con una calcolata aggettanza rispetto al piano di posa, proprio per documentare la specificità di questa pittura Trecentesca di scuola giottesca. Il manufatto, realizzato in scala ridotta rispetto all’originale che misura cm 200 x 180,5, ha dimensioni di cm 79,5 di altezza x 61,5 di larghezza con spessore massimo di cm 10,5. Il bassorilievo esposto è monocromo, quindi nella scheda i riferimenti cromatici fanno esclusivamente riferimento all’opera pittorica originale.
L’opera devozionale è un affresco staccato, trasferito dalla sua originaria ubicazione e collocato su un supporto per essere esposto permanentemente, in seguito a opportuno restauro, presso la Pinacoteca di Assisi. Si chiede al lettore di far scorrere dapprima le mani lungo lo sviluppo perimetrale del rilievo, per scendere verso il centro della composizione e incontrare il volto di Maria Vergine, rappresentato in lieve scorcio di tre quarti, e il volto di Gesù, anch’esso di tre quarti e orientato verso quello della Madre. La Vergine cinge in un delicato abbraccio, con la mano sinistra, le spalle del figlio in portandolo a sé. Gesù sfiora con la gota destra la guancia sinistra di Maria e con la manina destra le sfiora il mento, quasi a esprimere un affettuoso gesto d’amore. La mano sinistra del Bambino invece afferra delicatamente il pollice affusolato della mano destra di Maria. In questo accostamento dei volti, nell’incontro delle mani e nei gesti eloquenti, si avverte quanto l’opera riecheggi l’iconografia della Vergine degli affetti di tradizione greco ortodossa. Il bimbo è rappresentato a figura intera e indossa una veste bianca che copre il Suo corpo fino ai piedi, non visibili. La Vergine è percepibile a mezzo busto, ha il capo e il corpo coperti da un manto blu i cui bordi sono decorati con borchie, e ben disegnati nel loro sinuoso fluire. Le espressioni del viso della Vergine e del Bambino sono assorte ma anche consegnate alla dolcezza di un intimo e veritiero incontro amorevole. Della Vergine si intravedono i capelli che sporgono dal velo e incorniciano fronte e lati del viso, mentre nel bambino l’acconciatura risulta pienamente leggibile. Intorno al gruppo composto da Madre e Figlio aureolati si dispongono cinque angeli, anch’essi con nimbo. Sono tutti rappresentati con profilo a tre quarti, le mani intente a trattenere il telo che fa da sfondo alla Vergine, oppure incrociate sul petto, in atto di preghiera e adorazione: due si collocano in alto rispetto alle figure, due rispettivamente a destra e a sinistra, all’altezza delle spalle di Maria e del volto di Gesù, mentre l’ultimo appare a destra del lettore, un po’ ribassato rispetto alle spalle di Gesù. Anche gli angeli presentano volti mesti e quasi austeri. Le loro vesti sono parzialmente definite poiché le lacune pittoriche impediscono una visione piena e di riflesso ostacolano un’esplorazione tattile completa dello sviluppo dei loro corpi. Le ali sono ben disegnate ma in due casi mancano di definizione del piumaggio per il compromesso stato di conservazione dell’affresco e per questo non sono facilmente esperibili nel loro valore pittorico, pur restando percepibili al tatto nel disegno e quindi nella linea di contorno. Il trono su cui è assisa la Vergine, che regge a fianco a sé il Bambino, si offre con decorazioni pittoriche che imitano intarsi lignei, colonnine tortili, modanature e cornici volte a simulare lo spazio prospettico retrostante la scena sacra. Staccato dal contesto e quasi avulso dallo stile severo e solenne utilizzato per la raffigurazione della Vergine con Bambino, troviamo, ancora alla destra del lettore, solo un po’ spostato nella sezione inferiore della composizione, il volto ispirato di San Francesco. Il Santo è qui rappresentato di profilo, ma anche in lieve scorcio, ha sulla sommità del capo la tradizionale tonsura e lo sguardo rivolto al Bambino come la mano destra con indice teso a segnalare in Lui la Via da seguire, forse proprio per rinnovare nel fedele l’idea dell’Imitatio Christi: principio fondamentale a cui fa costante riferimento la Regola francescana. Nel complesso l’opera si offre come un trattato teologico in cui Umano e Divino si compenetrano in un dialogo fatto di silenziosa ma percettibile armonia.

Cenni sull'artista: 

Palmerino di Guido è stato un pittore attivo in Umbria nella prima metà del XIV secolo. Ad Assisi risulta documentato dal 1307 e secondo alcune testimonianze scritte, si ipotizza sia stato stretto collaboratore di Giotto di Bondone, al fianco del quale Palmerino dovette affrescare parte della decorazione della Basilica Superiore di San Francesco in Assisi, impegnandosi anche in ulteriori decorazioni presso le cappelle di San Nicola e della Maddalena, sempre all’interno del contesto pittorico afferente alla Basilica inferiore di Assisi. Palmerino di Guido sembra ispirarsi dichiaratamente al plasticismo della pittura giottesca, incline al realismo, rielaborandone autonomamente lo stile in direzione di un naturalismo e intimismo tipici dell’umanizzazione in atto, a partire dal Trecento, delle sacre Icone. Nonostante lo stato di conservazione dell’affresco staccato sia gravemente compromesso e l’opera presenti lacune e rifacimenti, la raffigurazione della Vergine con Bambino, Angeli e san Francesco, risulta leggibile e apprezzabile nel suo significato devozionale e nelle sue qualità formali.

Dipinto: 

Vergine in trono con Bambino e Santi

Contatti

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Tel: +39 051.33.20.90 Fax: +39 051.33.26.09

Mail: istituto@cavazza.it
 

Orari di apertura al pubblico:
venerdì dalle ore 9:00 alle ore 18:00
sabato dalle ore 9:00 alle ore 13:30

Per visite guidate, attività didattiche e consulenze
è richiesta la prenotazione.

Curatrice del museo:

dott.ssa Loretta Secchi

loretta.secchi@cavazza.it

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