Strumenti classici e utilizzi innovativi

Il piano gommato è uno strumento geniale nella sua semplicità: un segno, un tratto, un disegno o una scritta su di esso tracciato è immediatamente percepito in modo tattile
Marco Fossati - docente di educazione fisica, esperto in scienze tiflologiche I.Ri.Fo.R.

L’affermazione che non si smette mai di imparare è sicuramente piena di saggezza e mi permette di crescere nella mia attività professionale di tutti i giorni. Ho imparato molto, negli anni, dalle persone con disabilità visiva con le quali ho avuto il piacere di vivere momenti educativi e riabilitativi. Innovarsi e rimanere in un atteggiamento di ricerca porta sicuramente buoni frutti. E vorrei qui raccontare come il lavoro svolto con una signora ipovedente, abbastanza grande di età, con un passato da artista abbia permesso di riscoprire, rivalorizzare e utilizzare in modo innovativo il ben noto strumento del piano gomma. Il piano gommato è uno strumento geniale nella sua semplicità. Grazie alla possibilità di deformare un foglio di plastica appoggiato sulla superficie gommosa permette di imprimere su un foglio di plastica un segno, un tratto, un disegno o una scritta e percepirne immediatamente l’effetto in modo tattile. Esistono due modelli; un vero e proprio piano rigido con i fogli intercambiabili e uno molto simile ad un album da disegno. La particolarità, soprattutto per chi ha percezione della scrittura e del disegno, cioè del lasciare su un foglio di carta una parte di inchiostro, una parte di colore o una parte di grafite, è che permette di rievocare lo stesso tipo di operazione. Consente di riprodurre disegnando dei soggetti con le stesse modalità di coordinazione grafo-motoria già acquisite in precedenza. Anzi fa in modo che quelle che erano le modalità espressive radicate nella vita da normovedente possano essere ripetute ottenendo però un significato tattile consono all’attuale condizione di cecità o ipovisione. Nel momento storico che stiamo vivendo che vede la popolazione anziana aumentare di numero, con il conseguente innalzamento delle patologie legate alle maculopatie senili, queste modalità operative legate al piano gomma possono assumere rilevanza.

Ritratto femminile realizzato durante il laboratorio

Oltre a questo, il gesto del disegnare e il ritorno tattile percepibile è stata la chiave di svolta per ingaggiare piacevolmente la paziente in una dimensione di crescita personale. Ovviamente non sono stato solo in questo lavoro. La signora frequenta con regolarità, da diverso tempo, le splendide attività svolte all’interno del Museo Anteros, dell’Istituto F. Cavazza di Bologna, dalla dottoressa Secchi e dai suoi collaboratori. Sono sensazioni e momenti di crescita molto importanti per l’allieva che racconta con un raro e piacevole senso di benessere. Abbiamo avuto l’idea di ricercare vecchie produzioni artistiche fatte in età giovanile, descriverle e riprodurle sul piano gomma. Come pure avventurarci nella riproduzione di quadri famosi, letti al Museo Anteros, con una somiglianza buona ma ancor più con la consapevolezza della possibile produzione autonoma. Una attività svolta in modo personale e perfettamente gestita in autonomia, tanto da essere svolta in diversi momenti della giornata andando a occupare spazi di tempo e di interesse significativi. È la stessa paziente che riporta entusiasta queste piacevoli emozioni.

Strumenti per il laboratorio tattile

Queste spinte motivazionali ci hanno anche permesso di intraprendere una serie di attività funzionali all’utilizzo del tatto e delle sensazioni aptiche in generale, valorizzando la possibilità di avere una serie di sensazioni vicarianti da utilizzare parallelamente al residuo visivo posseduto. Concludendo possiamo affermare come la sperimentazione di uno strumento antico abbinato a una serie di attività pregresse, anche piacevolmente artistiche, si riveli significativo, anche nelle persone adulte e anziane, nell’aumento delle autonomie personali e del benessere generale giornaliero.

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