Noi primi... Noi ultimi

di Rodolfo Cattani

L’accorato appello del Forum Europeo affinché i più deboli non paghino la crisi.


L’ombra della crisi economica mondiale incombe minacciosa sul già fosco quadro esistenziale delle persone con disabilità in Europa. Servono misure protettive e incentivi efficaci per impedire che gli ultimi a essere assunti siano i primi a essere licenziati.
Profeti di sventura? Certamente no. Per cogliere e comprendere la realtà in cui viviamo, siamo abituati da sempre, come diceva un mio caro amico ormai scomparso, a “tenere gli occhi aperti anche se non vediamo, l’orecchio teso anche se non sentiamo, il piede fermo anche se siamo costretti in una carrozzina, le idee chiare anche se abbiamo bisogno di più tempo per elaborarle.” Viviamo sulla nostra pelle la discriminazione, l’emarginazione e l’esclusione, le impari opportunità, la palese disuguaglianza con gli altri, il peso del pregiudizio e dell’incomprensione che misconosce anche le qualità e le abilità che possiamo mettere in campo. La normalità per noi è l’eccezione, l’essere comunque considerati un problema per noi stessi e per gli altri. Siamo quindi costantemente a rischio di non poter vivere una vita come gli altri, nel bene e nel male, obbligati a pagare un prezzo più alto per avere le stesse cose che hanno gli altri.
Quando la società non è turbata da eventi drammatici e la vita delle persone scorre relativamente tranquilla si può creare anche per le persone disabili una situazione di relativa integrazione o di inserimento sociale, attenuando la discriminazione, sviluppando comportamenti corretti, realizzando azioni positive, concedendo risorse compensative e offrendo incentivi per favorire le buone prassi. Ma quando la società attraversa momenti di crisi le persone con disabilità sono tra le prime a risentirne gli effetti negativi. Non si tratta solo di guerre e cataclismi naturali, ma anche di crisi economiche e politiche che colpiscono ciclicamente le società umane.
Negli ultimi anni la rivoluzione liberista ha gradualmente trasformato l’economia e la politica al punto che le stesse stanno rischiando di andare fuori controllo a causa di variabili impazzite scatenate da apprendisti stregoni senza scrupoli.
I più avveduti e critici tra noi avevano da tempo avuto sentore del pericolo insito nel modello liberista, ma nessuno aveva previsto una crisi di proporzioni planetarie come quella, soprattutto economica, che stiamo sperimentando attualmente. Le dichiarazioni prudenti o reticenti dei politici non valgono a nascondere la gravità del momento. Il Forum Europeo della Disabilità non poteva certo ignorare o sottovalutare il fenomeno, anche perché esso sta ormai condizionando sensibilmente le politiche sociali di tutti i paesi e di conseguenza anche quelle dell’Unione Europea. Le esitazioni sempre più significative da parte della Commissione Europea ad adottare una linea più decisa in materia di norme contro la discriminazione e in favore dell’accessibilità e della progettazione per tutti, la

minore disponibilità del Parlamento Europeo a difendere i diritti dei cittadini rispetto a quelli dei potenti interessi economici e la crescente opposizione degli Stati Membri a misure di promozione sociale sono sintomi preoccupanti di una inversione di tendenza rispetto alle posizioni del passato. Il periodo che ci ha visto partecipi della Dichiarazione di Madrid, dell’Anno Europeo delle Persone Disabili, del Piano d’Azione decennale per la disabilità, della Dichiarazione di Riga e che è culminato nella Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità sembra chiudersi con una rassegnata presa d’atto dell’impossibilità di trasformare le parole in fatti.
Ecco perché il Forum Europeo della Disabilità ha sentito la necessità di lanciare un messaggio a forte valenza politica per denunciare il pericolo incombente e dar voce ai più vulnerabili. Nel documento approvato nella riunione del novembre scorso il Forum Europeo della Disabilità prende posizione sulle conseguenze che la crisi economica in atto può avere per le persone con disabilità. Il Forum chiede al Consiglio, alla Commissione e al Parlamento dell’Unione Europea e a tutte le istituzioni operanti in Europa, nonché ai governi degli Stati Membri di garantire che le persone disabili e le loro famiglie non paghino il prezzo di questa crisi economica mondiale con la decurtazione dei loro redditi e delle indennità compensative, con la diminuzione delle opportunità di lavoro e con i tagli ai finanziamenti delle organizzazioni che le rappresentano.
Il documento afferma che l’attuale crisi è stata causata da operazioni finanziarie irresponsabili e sconsiderata negligenza da parte dei responsabili delle istituzioni finanziarie e degli organismi di controllo di tutto il mondo. La risposta dei governi alla stretta creditizia è stata di mettere a disposizione delle banche ingenti risorse finanziarie per evitarne il dissesto, ma ciò non è bastato e la diffusa mancanza di fiducia alimenta la crisi economica di tutto il sistema, con effetti devastanti per le persone in condizioni di povertà, gli anziani e le persone con disabilità e le loro famiglie. “Noi che già prima della crisi vivevamo in condizioni precarie” si legge nel documento “chiediamo un approccio che stimoli l’economia, aumentando gli investimenti nelle infrastrutture accessibili, indennità compensative e sgravi fiscali in modo da consentire a questi gruppi di cittadini di acquistare beni e servizi e di migliorare così la loro situazione economica. Con la Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità è stata universalmente riconosciuta l’urgente necessità di estendere le garanzie giuridiche internazionali anche a queste persone. La società non può dunque permettersi di venir meno ai suoi obblighi di tutela di tutti i diritti umani, tra i quali il diritto al lavoro e al rispetto della vita familiare.”

Foto - Bandiera europea

Foto - Logo che indica un parcheggio handicap

Foto di un cartello che indica un parcheggio handicap

Tradizionalmente le persone con disabilità sono considerate forza-lavoro di riserva, le ultime a essere assunte, le prime a essere licenziate, vissute soltanto come dei costi in tempi di crisi economica.
Le persone con disabilità e le loro famiglie, i disoccupati e quanti vivono in condizioni di povertà, afferma il Forum, non possono essere il capro espiatorio di una crisi di cui non sono responsabili. In alcuni paesi, come l’Irlanda, l’Ungheria, la Svezia e l’Italia il peggioramento della situazione economica sta già provocando tentativi di riduzione delle prestazioni sociali.
“La lezione che dobbiamo trarre da questa crisi è che il valore dell’investimento nelle risorse umane è molto più importante degli investimenti speculativi e va a vantaggio di tutta la società, rafforzando la sua capacità di reagire ai cambiamenti che le crisi portano con sé.
Se il divario tra le persone in situazione di difficoltà e quelle benestanti si allarga, i costi a carico della società saranno di più lunga durata.”
Il Forum Europeo della Disabilità vuole che l’uguaglianza e la parità dei diritti delle persone con disabilità costituiscano una priorità nell’agenda politica delle prossime Elezioni Europee.
La politica dei tagli e della disoccupazione di massa mina alle radici la fiducia dei cittadini nelle istituzioni europee, facendo risorgere sopiti particolarismi e nazionalismi e rischia di sviluppare un terreno fertile per la violenza e i crimini favoriti dal risentimento nei confronti di queste fasce di cittadini, negando la solidarietà e fomentando atteggiamenti pericolosi per la democrazia.
Il Forum si appella perciò a quanti detengono il potere decisionale in politica e in economia affinché facciano tutto il possibile per garantire che le persone con disabilità e coloro che vivono in condizioni di povertà siano trattati con equità e che sia assicurata loro una vita dignitosa con misure appropriate.
“Oggi, conclude il documento, “è tempo di azioni forti, affinché l’Anno Europeo per la lotta contro la povertà nel 2010 mantenga come obiettivo di tutte le azioni programmate la centralità delle persone più vulnerabili, tra cui le persone con disabilità e le loro famiglie.”