Ferrara: città della cultura
e della musica

di Maria Chiara Mazzi

Palcoscenico europeo di una straordinaria avventura musicale.


La città di Ferrara è ormai nel mondo per le grandi mostre realizzate a Palazzo dei Diamanti o al Castello e, nello specifico, in corso (fino a inizio gennaio 2008) è la mostra dedicata a Cosmé Tura che racconta l’inizio della straordinaria fioritura rinascimentale estense. Tuttavia, il pubblico, che con tanto interesse segue le mostre d’arte, avrà un’impressione: che questo mondo splendido, colorato e vivissimo, in contatto con tutti i centri culturali europei, fosse inesorabilmente e tragicamente silenzioso. Per quell’ovvio meccanismo secondo il quale le cose che non vengono insegnate non si conoscono (e la storia della musica manca nella formazione scolastica) quasi tutti ignorano il fatto che nello stesso periodo, e per tutto il Cinquecento, Ferrara non fu solo il luogo di una crescita rapidissima e senza riscontro nella storia della cultura figurativa europea, ma anche quello dell’elaborazione di un nuovo linguaggio musicale nella forma del madrigale, tipico esempio di diletto cortese, la cui fortuna è testimoniata dalle migliaia di composizioni pubblicate in quel secolo in tutta Italia. La musica, insomma, godette della stessa fortuna dell’arte figurativa e contribuì a completare il quadro artistico di quel momento, con uno splendore che portò a Ferrara i più grandi musicisti del momento italiani e stranieri (come Palestrina o Josquin Des Prez, Luzzaschi o Gesualdo da Venosa), uno splendore testimoniato nelle cronache dei viaggiatori, come questo ambasciatore fiorentino che scriveva: “Si fece uno di quei concertoni di musica di circa sessanta tra voci estrumenti, e dietro un clavicembalo suonato da Luzzaschi, cantavano la signora Lucrezia e la signora Isabella a solo.

Foto - Castello Estense a Ferrara

E tutte e due così gentilmente che io non credo si possa sentir di meglio”.
L’ambasciatore si riferiva ad un celebre gruppo di poetesse, compositrici e virtuose di canto attive presso la corte (detto concerto segreto perché le sue non erano esibizioni pubbliche, ma intrattenimenti privati per il piacere delle stesse gentildonne e dei loro pochi e selezionati amici) che esprimeva al massimo il gusto raffinato e la capacità di esercitare le arti più diverse tipiche del Rinascimento.
Questa fioritura durò tuttavia quanto la corte estense: dopo la devoluzione allo stato pontificio a fine secolo i musicisti, come Frescobaldi (cui è intitolato il conservatorio fondato come Liceo Musicale nel 1869), gravitarono su Roma e lì divennero famosi. Altri invece, come Bassani, lavorarono a Bologna e a Modena, mentre sul territorio rimase meritoria l’attività delle numerose accademie e dei teatri d’opera. In particolare il Teatro Comunale dalla sua

fondazione (1798) fino al Novecento è stato riferimento della città come sede di spettacoli e luogo di incontri mondani. Dopo l’interruzione delle attività nella seconda guerra mondiale, è stato ristrutturato dal Comune e riaperto il 31 ottobre 1964, ed è da allora sede di grandi e importanti manifestazioni (come, ad esempio, Ferrara Musica) che rendono vivo un passato che sembrerebbe lontano ma che è, tutto sommato, al nostro fianco così come il teatro è a pochi metri dal fulgido castello, che abbiamo scoperto ora, grazie alla musica, essere luogo pieno di vita e di suoni. Infine, non possiamo ripartire da Ferrara senza ricordare il Ferrara Buskers Festival, il festival degli artisti di strada, grazie al quale ogni anno a inizio autunno giungono da tutto il mondo nella città estense centinaia di artisti e decine di migliaia di persone, che vivono intensamente le strade e le piazze dell’antica capitale della cultura.