Palazzo Te a portata di mano di
Loretta Secchi |
A Mantova, da alcuni mesi, è stato avviato un imponente progetto sull’accessibilità museale, interamente curato dall’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza, dedicato a Palazzo Te, dimora gonzaghesca che custodisce un ciclo di affreschi tra i più pregevoli del “Manierismo Italiano”, e al Museo della Città di Mantova, ospitato in Palazzo San Sebastiano. Queste due prestigiose sedi, d’ora in poi, vedranno al loro interno un percorso permanente rivolto all’utenza allargata, specificatamente pensato per i disabili della vista, che sarà assolutamente integrato al percorso di visita tradizionale. Soffermandoci su Palazzo Te, tipico esempio di architettura rinascimentale ispirata alla villa antica, concepita come residenza signorile di campagna dedicata alla rigenerazione dello spirito e all’otium del Principe, vale ricordare che fu progettato e affrescato, per volontà del Duca Federico II Gonzaga, dal noto architetto e pittore Giulio Romano. La ricerca teorico-pratica finalizzata a rendere accessibile la pittura ad affresco di questo grande artista, e della sua Scuola, ha richiesto un’accurata valutazione dei criteri di traducibilità della pittura in equivalente estetico tattilmente percepibile e intellettualmente comprensibile, e ha portato alla realizzazione di un progetto centrato sull’abbattimento delle barriere sensoriali. Lo studio ha condotto alla collocazione permanente, in otto sale del Palazzo, di bassorilievi prospettici che traducono alcune tra le più significative scene ad affresco tratte dalle decorazioni che impreziosiscono la dimora rinascimentale. All’ingresso sono state collocate due mappe visuo-tattili, progettate con metodo CiVis, che orientano il visitatore ipovedente e non vedente, fornendogli indicazioni sulla planimetria degli appartamenti nobili, sulla localizzazione funzionale dei bassorilievi e sulla rappresentazione cartografica della città di Mantova. Il ciclo di affreschi di Palazzo Te è una vera summa che si sviluppa ingegnosamente attraverso camere e sale, ritraendo soggetti mitologici, biblici e astrologici di grande valore culturale e forte impatto emotivo. Per permettere di apprezzarne appieno il significato estetico, è stato necessario realizzare schede descrittive e un’audioguida pensata nel rispetto dell’autonomia di fruizione del visitatore minorato della vista e delle sue esigenze cognitive. Per questa ragione si è imposto l’uso di diversi livelli di approfondimento tematico, a supporto dell’esplorazione tattile dei sussidi, unitamente alla |
formazione di personale addetto all’accoglienza e alla guida. Mediante lo studio dei valori estetici e delle varianti stilistiche degli affreschi presenti nelle singole sale, si è pervenuti alla progettazione e realizzazione differenziata dei bassorilievi che rendono comprensibile la natura “compositiva”, spaziale ed espressiva della pittura rinascimentale manierista, quindi le invenzioni, le ardite prospettive, il “visionarismo” narrativo. La Camera detta di Ovidio o delle Metamorfosi, da cui inizia la visita, presenta la celebre scena di intercessione legata al mito di Orfeo ed Euridice, che da oggi potrà essere esperita al tatto grazie alla collocazione, nello stesso ambiente, del bassorilievo che traduce questo lirico affresco. Allo stesso modo la forza delle Imprese, emblemi della Corte Gonzaga costituiti da un corpo, corrispondente all’immagine, e da un’anima, corrispondente al motto, potrà essere recepita attraverso l’esplorazione tattile di due immagini simboliche dedicate ai temi della passione amorosa e della fedeltà. Il percorso si snoda ancora, attraverso la Camera del Sole e della Luna, ove due carri, metafora del giorno e della notte, si “rincorrono” stagliandosi su una finestra che introduce alla visione zenitale dal basso e alla percezione del movimento, segno dell’incessante scorrere del tempo. La Sala dei Cavalli, ove si rende onore ai più amati esemplari del Duca e all’eccelsa razza Gonzaga, custodisce la rappresentazione pittorica del destriero Morel Favorito, posto sullo sfondo di un paesaggio rurale. La traduzione plastica del glorioso equino farà la gioia di tutti i bambini che potranno accarezzarne il fiero profilo. La Camera di Psiche commuove il visitatore con la fiaba di Apuleio, nella narrazione delle faticose imprese della Ninfa che, per sete di conoscenza, curiositas e imprudenza, perde e ritrova Amore: la scena selezionata, tradotta plasticamente, non poteva che essere Psiche scopre Amore. La Camera dei Venti, complessa e fantasiosa rappresentazione dell’antica dottrina astrologica, riporta un’iscrizione latina tratta da Giovenale che recita: DISTAT ENIM QUAE SIDERA TE EXIPIANT, tradotta: Dipende infatti da quali stelle ti accolgano (alla nascita) o, in alternativa, con significato assai simile: Poiché non è ancora deciso quali stelle si possano impadronire di te. La credenza per la quale l’influsso astrale sarebbe determinante nella costituzione caratteriale, attitudinale e comportamentale degli individui spiega la presenza di |
sedici medaglioni che illustrano come la vita umana subisca l’influenza delle Costellazioni contemplate nello Zodiaco. Uno di questi tondi è stato reso in bassorilievo per poter essere percepito al tatto e di riflesso penetrato nella sua complessa simbologia. La loggia di Davide ricorda al visitatore la profondità dell’insegnamento biblico per il quale l’esercizio della forza è comprensione dell’avversario, mai protervia, ed ecco offerta la traduzione tridimensionale della scena posta in lunetta: si tratta dell’immagine di Davide che abbatte Golia. |