Lezione d'amore

di Silvia Colombini, foto di Stefano Mazzali

I ragazzi del Cavazza in visita alla “Scuola Nazionale Cani Guida per Ciechi” di Scandicci per imparare, capire e conoscere nuovi amici.


Ci sono posti dove ci si sente a casa. Sarà la loro storia, il clima, chi vi abita, ma in quei luoghi si respirano, con i profumi della terra, anche emozioni più intense.
Ecco, la “Scuola Nazionale Cani Guida per Ciechi” di Scandicci è uno di questi posti. Immerso fuori dal tempo, misteriosamente radicato nella nostra memoria, pieno di sorprese e di avventure, è la meta della nostra gita. Già sul pulman che ci porta attraverso l’appennino tosco emiliano l’atmosfera inizia a scaldarsi: i ragazzi del Cavazza cantano, scherzano e persino Skipper e Viola, i due labrador che ci accompagnano, sembrano sorridere. Per Viola è una visita importante: lei è nata proprio a Scandicci, lì ha imparato un mestiere e oggi torna non solo in visita, ma per un controllo che ne verifichi le capacità.

Foto - Statua dedicata al cane guida

La scuola infatti ti segue sempre, anche dopo che ti è stato assegnato un cane, e le visite periodiche sono utili per controllare che il tuo cane possa lavorare sempre al meglio.
Fondata nel 1929, la Scuola di Scandicci è stata la seconda nel mondo e ancora oggi conserva un primato fatto di efficienza, cura e passione. Gestita dall’Unione Italiana Ciechi fino al 1975, è oggi controllata dalla Regione Toscana che segue ogni fase della preparazione dei cani fino alla consegna in tutta Italia, proseguendo in una tradizione che risale a tempi molto molto lontani. Un cieco con un cane guida appare infatti già in un graffito dell’era paleolitica rinvenuto all’interno di una grotta ed in un affresco di una villa romana a Pompei oggi conservato nel Museo Nazionale di Napoli. Da allora il legame tra uomo e cane ha attraversato la storia dell’umanità tra la libertà dell’amicizia ed i rigori della disciplina, unendo razze di animali e razze
di uomini in tutto il mondo con immutata passione fino ad oggi. Ed è con la stessa passione che Corrado, l’addestratore che ci accompagna a conoscere la scuola, ci racconta cosa vuol dire addestrare un cane. Da qualche anno qui lavoriamo per linee di sangue, vale a dire con i cani nati e selezionati da noi in collaborazione con l’Università di Pisa. Le razze con cui lavoriamo sono principalmente labrador, golden retrivier e solo al 10% pastori tedeschi.

Foto - Cucciolo di labrador

Pur essendo ottimi cani, i pastori hanno un insopprimibile istinto da guardia che può risultare difficile da controllare, mentre labrador e golden sono razze che stanno bene in mezzo alle persone, non attaccano mai, quindi assolvono meglio alla funzione di guida.
Ad osservare i cuccioli di labrador che giocano nel recinto del giardino, inseguendosi in maniera scomposta e correndoci incontro non appena ci avviciniamo, sembra difficile immaginarli obbedire coscienziosi ai comandi del loro padrone, ma Corrado ci spiega che le regole vengono invece rispettate da tutti.
Oggi alla fine dell’addestramento solo l’8% dei cani viene scartato, e questo perché ogni cucciolo segue un corso preciso. Dai due ai cinque mesi un cane assimila qualsiasi esperienza senza paura, per questo quando ha due mesi lo consegniamo ad una famiglia affidataria che ha il compito di fargli vivere esperienze normali. Traffico, città, gente, quella vita quotidiana che all’interno della scuola difficilmente può imparare. Il cucciolo resterà in famiglia per un anno, anche se una volta al mese rientra alla scuola per fare amicizia con gli istruttori e con l’ambiente. È tutto strumentale al fatto che, quando avrà due anni, potrà andare a vivere e relazionarsi con facilità con il suo nuovo padrone senza essersi precedentemente affezionato a nessun altro. Il lavoro duro inizia dopo l’anno di affidamento. Rientrati a scuola, i cani sono addestrati in qualsiasi situazione.
Portati a Firenze, inziano la vera scuola guida: metrò, marciapiedi, gradini, strade strette, stazioni, pedoni, incroci, i movimenti vengono ripetuti, provati, studiati. Ogni cane impara a fare tutto, l’addestramento consiste nella ripetizione

Foto - L’istruttore Corrado e i ragazzi del Cavazza

degli esercizi e nel rinforzo positivo. Come gli esseri umani, anche i cani tendono a ripetere ciò che ha portato un guadagno.
In natura nessun animale spreca energia per compiere attività inutili, svantaggiose.
Il cane viene corretto in modo

deciso, ma non punito, e al terminedei due anni se supera l’esame finale viene consegnato.
Quello è il giorno più bello e insieme il più triste. Le emozioni sono contrastanti: per noi è l’ultimo giorno che passiamo con i nostri cuccioli, ma per i nuovi padroni è l’inizio di una grande amicizia. Anche perché qui alla scuola cerchiamo di creare l’accoppiata ideale, di unire il padrone con il cane che più gli corrisponde per capacità tecnica, caratteriale e fisica.
E chi non supera l’esame? Che fine fanno i cuccioli bocciati? Corrado sorride.
Sono sempre cani pieni di buone qualità, e li regaliamo a chi ne fa richiesta, privilegiando casi sociali, disabili, ragazzi down, perché un cane è sempre il migliore mediatore sociale. È uno stimolo ad uscire, a fare nuove amicizie, ed è una fonte inesauribile di affetto, calore e conforto.
Progetto della scuola è infatti diventare un centro polifunzionale per la disabilità, sperimentando nuovi metodi e nuovi insegnamenti. I cani possono imparare tutto, anche a spegnere la luce, e qui vengono testati per ubbidire anche a comandi a distanza con una metodologia che già in America ha dato ottimi risultati. I ragazzi del Cavazza hanno mille domande e ad ognuna Corrado risponde con gentilezza e competenza, preparandoli ad accogliere al meglio il loro futuro amico. La scuola ha anche un convitto dove ospitare il padrone quando gli viene assegnato il cane. Anche noi umani dobbiamo imparare le nozioni di base per farci obbedire e per muoverci con disinvoltura, e di solito si trascorre insieme una settimana a scuola per familiarizzare e mettere le basi per un buon rapporto. Dal racconto di Corrado sembra tutto facile e semplice. Ma quando andiamo nel canile per fotografare ci troviamo di fronte a otto cuccioloni scatenati. Affettuosi e vivaci, ci corrono incontro e capiamo il lavoro enorme che li trasformerà in compagni composti e ubbidienti come i labrador ed i golden che sono all’ingresso. Del resto il

Foto - Ingresso alla scuola di Scandicci

legame tra uomo e cane è fatto di istinto, cuore e insegnamenti, e dove finisce la disciplina della scuola comincia il rapporto unico e prezioso che unisce ogni cane ad ogni padrone. Lì comincia un mondo fatto di carezze, sensibilità e parole, dove la fiducia è il valore più importante, e dove i percorsi della città si intrecciano con quelli dell’anima, avvicinando non solo l’uomo all’animale, ma anche l’uomo a sé stesso. In fondo, non è proprio questo che si dovrebbe imparare a scuola?