La scuola che vogliamo

di Alberto Borghi

Intervista a Mariangela Bastico, Vice Ministro della Pubblica Istruzione e membro
del Comitato d’Onore dell’Istituto F. Cavazza, sul presente e futuro del sistema scolastico italiano.


La scuola ieri e oggi. Quali sono le più recenti innovazioni e quali passi ulteriori da compiere?
Coerentemente con il programma di Governo, abbiamo operato col “metodo del cacciavite” sulla legge Moratti, smontandola cioè pezzo per pezzo. Un lavoro che ha riguardato sia le parti non condivise che quelle meno applicate: il tutor, il portfolio e le materie opzionali, la sperimentazione sulla scuola superiore. Ma la parte più rilevante del nostro lavoro è stata quella costruttiva, volta a definire e ad approvare i nuovi “paletti normativi” su cui fondare la scuola che vogliamo, una scuola pubblica, di qualità, che non lasci indietro nessuno, cioè che accompagni tutti i ragazzi – tutti e non uno di meno – al conseguimento di un diploma o di una qualifica professionale almeno triennale. Con la Finanziaria 2007 è diventato legge l’innalzamento dell’obbligo di istruzione a 16 anni ed il conseguente elevamento dell’età di ingresso al mondo del lavoro; sempre con la Finanziaria sono entrati a far parte dell’ordinamento nazionale l’educazione degli adulti e gli IFTS (Istruzione e Formazione Tecnica Superiore) con la loro conseguente stabilizzazione e assegnazione di risorse. L’istruzione non termina più, quindi, come accadeva con la legge 53, ai 19 anni, ma prosegue con percorsi post diploma, anche alternativi all’università, e con la formazione per tutto l’arco della vita, coerentemente con le indicazioni europee. Con il decreto sulle liberalizzazioni abbiamo reintrodotto gli istituti tecnici e professionali, riportando all’unitarietà l’ordinamento nazionale dell’istruzione superiore; abbiamo, così, voluto valorizzare l’area dell’istruzione tecnica e professionale, oggi in particolare sofferenza a seguito delle scelte di “liceizzazione” della legge 53. Questa scelta è ulteriormente rafforzata dal fatto che abbiamo previsto, in ogni provincia, l’istituzione di poli tecnico-professionali, strutture consortili volte alla formazione alta e di filiera, collegata ed a sostegno dello sviluppo economico e produttivo di un territorio. La scelta di ricostruire “passo passo” l’ordinamento della scuola è basata sulla convinzione che il vero cambiamento si realizza attraverso il lavoro delle autonomie scolastiche e la valorizzazione del ruolo dei docenti. So bene che l’autonomia scolastica è giovane (è entrata in vigore nel 2000) e in questi anni è stata fortemente ostacolata e compressa dal governo di centro-destra; noi vogliamo, invece, valorizzarla, per questo abbiamo introdotto norme di particolare rilievo, quali l’innovazione delle modalità di finanziamento alle scuole e l’istituzione dell’Agenzia Nazionale per lo Sviluppo dell’Autonomia.
Un breve cenno, infine, alla riforma dell’esame di Stato, che, con la collaborazione della maggioranza parlamentare, abbiamo approvato in tempi rapidissimi, perchè occorreva ridare da subito autorevolezza e credibilità allo

stesso, a garanzia del valore legale e sostanziale del titolo di studio conseguito, ed a tutela dell’impegno degli studenti, dei docenti e delle famiglie. Per quanto riguarda i prossimi passi, stiamo lavorando alle nuove indicazioni nazionali, partendo dal primo ciclo, per sostituirle a quelle approvate dalla Moratti e, insieme, sulle linee guida del biennio obbligatorio. Per questi obiettivi sono all’opera due commissioni, che stanno terminando l’elaborazione di documenti sui quali intendiamo aprire una discussione ampia con la scuola, l’associazionismo professionale e culturale.

Quali diritti e ausili garantisce la legge agli studenti portatori di handicap?
La legge 104 garantisce agli studenti portatori di handicap l’inserimento a scuola. Credo che sia un principio importantissimo, che in molti Paesi europei non è ancora garantito. La medesima legge prevede la figura degli insegnanti di sostegno. La Finanziaria 2007 stabilisce nuove modalità di attribuzione degli insegnanti di sostegno alle autonomie scolastiche: non più sulla base del rapporto astratto di un docente ogni 138 ragazzi, ma sulla base dei disabili realmente certificati. Sono convinta che questa nuova modalità di assegnazione degli insegnanti di sostegno, superando i precedenti rigidissimi vincoli, consentirà un migliore inserimento dei ragazzi.

Il sistema di istruzione e formazione tecnica superiore può offrire risposte efficaci alle esigenze occupazionali dei portatori di handicap?
Sono convinta di sì, specie grazie alla valorizzazione dell’area tecnica e professionale dell’istruzione, che intendiamo portare avanti, e che favorirà senz’altro l’inserimento lavorativo dei ragazzi.

Tutti, non uno di meno: quali strumenti vengono offerti dall’ordinamento per tramutare in realtà lo slogan?
Intrecciare meglio il sapere con il saper fare significa far sì che la scuola diventi davvero inclusiva, e che nessuno venga lasciato indietro. Nella scuola devono essere praticate modalità di insegnamento che passino non solo attraverso la teoria, ma anche attraverso la pratica. Solo differenziando i percorsi formativi e le modalità di insegnamento, fino a realizzare percorsi personalizzati, rispettosi delle diverse modalità di apprendimento e delle attitudini di ciascun ragazzo, riusciremo a realizzare il “non uno di meno”.

Qual è il significato dell’autonomia scolastica?
Il significato reale dell’autonomia scolastica va cercato nell’espressione giuridica di una comunità di studenti che imparano, di insegnanti, di genitori, di relazioni con gli enti locali, e con le organizzazioni economiche, sociali e culturali del territorio; non come soggetto isolato o in competizione. Quindi, no alla

Foto - Mariangela Bastico Vice Ministro della Pubblica Istruzione

scuola azienda, sì alla scuola comunità.
Abbiamo inteso dare attuazione a questo concetto attraverso “Il Capitolone” che racchiude, in 2 soli capitoli di bilancio, tutti i trasferimenti finanziari dallo Stato alle scuole per il loro funzionamento, ad eccezione del pagamento del personale di ruolo. I fondi, pari ad oltre 2 miliardi e 800 milioni di euro, vengono trasferiti direttamente alle scuole sulla base di criteri predeterminati, affidando ad esse autonomia gestionale, definizione delle priorità e dunque responsabilità. Inoltre, credo che il valore essenziale dell’autonomia scolastica stia nell’elaborazione del piano dell’offerta formativa, nella ricerca e sperimentazione educativa, nella documentazione e diffusione delle innovazioni. Per questi obiettivi le scuole hanno bisogno di sostegni tecnici, culturali, pedagogici che operino al servizio e a supporto della scuola stessa. Per questo è stata istituita l’Agenzia, che verrà articolata secondo modalità che definiremo successivamente con un regolamento.

Foto - Lettura di un testo in Braille

Foto - Scolari di una classe elementare