Volontariato e cooperazione

di Federico Bartolomei

L’impegno dell’Istituto Cavazza a favore di ragazzi ciechi senegalesi.


Essere cieco in un paese povero del mondo significa spesso non poter lavorare ne andare a scuola ed essere condannato all’emarginazione, alla povertà e, a causa della riduzione dell’aspettativa di vita, un terzo in meno rispetto ad una persona vedente, lasciato solo fino alla morte.
Con il programma Vision 2020, campagna internazionale che si prefigge l’eliminazione delle principali cause di cecità evitabile nel mondo, si è voluto stimolare la cooperazione permanente tra governi, organizzazioni non governative, settore privato e singoli donatori sul tema prevenzione visiva. In molti casi infatti, la cecità e l’ipovisione sono prevenibili, ma questo richiede un grande sforzo congiunto da parte di tutte le organizzazioni impegnate nella lotta alla cecità. L’OMS stima che oggi nel mondo vi siano circa 37 milioni di ciechi e 124 milioni di ipovedenti. Il 90% delle persone non vedenti vive proprio nei paesi in via di sviluppo, specialmente in zone rurali e nelle periferie degradate delle città, dove, a causa delle precarie condizioni sanitarie e
Foto - Bambina del Senegal
socio-economiche (malnutrizione, malattie, mancanza di medicine e di cure adeguate), un individuo ha dieci probabilità in più di perdere la vista rispetto ad una persona che vive nei paesi industrializzati. In questo preoccupante scenario mondiale, l’Istituto dei ciechi “F. Cavazza”, che da sempre opera per l’integrazione e la formazione delle persone non vedenti e ipovedenti, ha deciso di intervenire concretamente, accogliendo l’appello giunto da AMOA Associazione Medici Oculisti per l’Africa che ha sede a Bologna e svolge attività volontaria di cooperazione allo
sviluppo in favore delle popolazioni dell’Africa.
Tale Associazione è ora impegnata in un progetto di ristrutturazione dell’Institut National d’Education et de Formation des aveugles di Thiès
in Senegal. Da oggi gli 80 allievi ciechi di età compresa fra gli 8 e i 18 anni, attualmente presenti nell’istituto senegalese, potranno usufruire di nuovi sussidi didattici: tavolette, punteruoli, carta per la scrittura in braille e palloni sonori, donati proprio dall’Istituto Cavazza e proseguire quindi con nuove risorse il lungo e difficile cammino verso l’autonomia.