Disponibilità verso gli altri a Natale
di Irene Schiff
Il benedire non appartiene solo al clero; tutti noi possiamo bene-dire, cioè dire-bene.
Non ci stiamo riferendo al saper parlare in modo corretto o dimostrativo di grande cultura, non tutti potremmo farlo, ma alla capacità di usare gentilezza nel parlare e di saper trasmettere comunicazioni positive. Eppure quante volte ascoltiamo malignità o contribuiamo alla loro diffusione se addirittura non siamo noi stessi ad… immetterle sul mercato, e quando ciò avviene, non sempre avvertiamo disagio. Anzi spesso vogliamo usare una gentilezza verso un amico avvisandolo del comportamento di un conoscente comune “forse non sai che, è bene che tu sia informato…” e così la nostra maldicenza si trasforma addirittura in qualcosa di benefico. L’amico può forse criticarci? Possiamo avere dei sensi di colpa? Assolutamente no! Altra spinta che ci porta a diffondere certe notizie è la voglia o il bisogno (le cause sono diverse ma l’effetto è il medesimo) di farci vedere aggiornati su tutto e in un mondo basato sulla comunicazione, questo risulta essere una dote. Quindi, assolti anche in questo caso! Dietro ad una maldicenza può nascondersi un altro significato: dare stima all’interlocutore. È come se gli dicessimo “vedi, dico a te questa notizia un po’ delicata, so che tu mi puoi capire, che tu non lo dirai a nessuno” dimenticandoci il proverbio che afferma che i segreti vanno a coppia. L’aver depositato una confidenza così particolare, contribuisce a creare un legame speciale fra i due interlocutori come se appartenessero ad una specie di setta segreta. E queste sono solo alcune delle motivazioni che ci spingono a non bene-dire, ma siamo così sicuri che se ci trovassimo nei panni della persona che critichiamo, non ci comporteremmo nello stesso modo? Non è che critichiamo solo perché invece invidiamo quella persona che ha avuto il coraggio di fare ciò che piacerebbe anche a noi, ma non osiamo? Comunque sia, il male-dire ci mette sempre in cattiva luce; abbiamo tante cose belle di cui parlare e, almeno a Natale, possiamo essere più buoni o almeno… provarci! Ma adesso cerchiamo di apparire migliori di quello che siamo e cerchiamo invece di rispondere con sincerità al test. Nel caso poi che fossimo in compagnia ed un amico ottenesse un punteggio non proprio positivissimo, non divulghiamolo in giro! |
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1) Non sopporti la suocera ed è il suo compleanno: 2) I tuoi amici hanno organizzato una festa, 3) Ti chiedono un piacere che a te costa poco sacrificio: 4) Vinci 50 euro: 5) Un collega sembra preoccupato: 6) In treno un anziano continua a parlarti della sua giovinezza: 7) Con gli amici: 8) Alla tv c’è un programma che ti interessa e suona il telefono: 9) Ti dispiace maggiormente un’incomprensione con: 10) In compagnia si parla di un amico che ha fatto carriera; tu: 11) In casa tua c’è un letto singolo e un divano; 12) Conosci un pettegolezzo su un’amica: |
14) Ti piace di più: 15) Il proverbio che preferisci: PUNTEGGIO
DA 45 A 35 PUNTI: Ti viene spontaneo cercare di avvicinarti agli altri ed instaurare con loro un buon rapporto. Se ricevi un’offesa, prima di reagire, cerchi di capirne il perché e prima di criticare gli altri, cerchi di fare autocritica. Il tuo motto? “Per le scortesie c’è sempre tempo”! DA 34 A 25 PUNTI: Sai che sparlare di qualcuno è cosa sbagliata, ma a volte se ti si offre l’occasione. Insomma, non prendi tu l’iniziativa, ma nel caso, non ti tiri indietro. DA 24 A 15 PUNTI: A volte critichiamo gli altri per innalzare noi stessi, è come se dicessimo: “io questa cosa non la farei mai, vedete come sono bravo”? Ma se fossimo veramente così bravi, perché dovremmo cercare di convincere gli altri? |