Liberarsi dai sensi per capire il mondo

di Silvia Colombini

Spiritualità, musica, parole nella voce di Jimmy Villotti.

In quest’autunno così caldo da far risuonare quelle frasi da incontro in ascensore, del genere è proprio vero che non ci sono più le mezze stagioni, capita invece di incontrare una persona che sfugge a qualsiasi luogo comune. Villotti Marco detto Jimmy, classe 1944, noto musicista, negli ultimi anni scrittore, artista capace di esprimere la sua visione originale del mondo non solo nelle sue opere, ma anche davanti ad un bicchiere di vino. Jimmy prende in mano la nostra rivista, la sfoglia e comincia a parlare.Foto - Jimmy Villotti in concerto
“C’è un altro modo di vedere che non è quello che conosciamo. Io delle volte penso che quello che vedo non sia vero, perché è solo la corrispondenza con gli altri che me lo rende reale. Io passo molto del mio tempo in campagna, e spesso nelle giornate di sole mi metto lì e chiudo gli occhi. E allora, in quel buio, mi appaiono tutti i colori. Prima un bianco fortissimo, che poi si trasforma in arancio, rosso, indaco, per poi tornare al bianco.
Questa sensazione che mi regala è una sensazione di sensibilità occlusa, perché di fronte a lui, ad occhi chiusi, io ricevo sensazioni che non vedo. È come una beatitudine. Il sole è la testimonianza della divinità alla portata di tutti, scompare ogni giorno e ritorna il giorno seguente, e quando lo guardi non puoi vedere più nient’altro. Forse le cose beate non hanno contorni. Quest’estate ho conosciuto un professore importante, un cognitivista, e mi ha spiegato che spesso si agisce per intuizione, che c’è una percezione anche se non vediamo in maniera nitida. Noi viviamo nella nostra immaginazione, e così spesso anticipiamo le cose prima di vederle.”
Jimmy non si ferma, le sue parole ti avvolgono, stargli vicino è un po’ come stare di fronte ad un camino, tanto caldo, intenso e morbido è il tono con cui ti parla.
“Vedere oltre. Per me è un affidarsi alla speranza. Nella vita non possiamo prevedere nulla. È l’arbitrio che fa accadere le cose. Il caso è trascendente, decide lui, la causa è invece umana. Tu puoi fare delle scelte e fare tua la causa. Io credo che dovremmo imparare ad essere mancanti di qualcosa, perché la nostra pienezza vitale ci limita ai sensi. Invece per vedere oltre davvero bisognereFoto - Il musicista e compositore Jimmy Villottibbe riuscire a spogliarsi dei sensi ed affidarsi a qualcosa di spirituale, che può definirsi come la speranza. Vedere oltre è un prolungamento che ti aiuta ad apprendere cose che non vengono recepite in maniera sensoriale. Come tornare ad una primordialità cognitiva, dove le valutazioni vengono capovolte, per estraniarsi dal pensiero corrente. Quando viviamo sommersi dalla totalità dei sensi viviamo soggiogati da essi, ed è impossibile trovare risposte autentiche. Bisognerebbe provare ad annullare tutto, ed a quel punto cambierebbero i parametri del nostro sentire. La spiritualità autentica è avulsa dai rapporti sensoriali, e io credo che solo questa spiritualità possa aiutarci a rispondere alle nostre eterne inquietudini.”
Villotti è la conferma vivente che le cose più piacevoli sono quelle inattese, e lui è una sorpresa continua. Dovevamo parlare dei suoi dischi, dei suoi libri, e invece gli è bastato avere tra le mani la nostra rivista per far volare il pensiero, e portarci con lui a scoprire un modo nuovo di sentire la vita. Ma è ora di andare, e prima di salutarlo vogliamo sapere qualcosa del suo lavoro. “La musica è il mio impegno e la mia occupazione. Come tale non ha nessuna caratteristica di una beatitudine. È il mio lavoro, ecco. Io non sono nato baciato dal talento. Ho dovuto sudare, studiare, impegnarmi. Per questo la odio io la musica. Io non ho beatitudine quando suono. Beato chi ce l’ha.Diverso è per me quando scrivo. Per la scrittura sono un selvaggio. Scrivo come parlo, balbettando, e mentre la musica la conosco avendola studiata per quarant’anni, la scrittura per me è istinto puro.”
Sorride, mi stringe la mano, e lo perdo nel buio della sera. Come dice lui, alla fine vediamo solo quello che vogliamo vedere, e così possiamo immaginare che di persone come Jimmy ce ne siano tante.