Sport Eyes

di Federico Bartolomei

Campagna di prevenzione per chi pratica sport.

L’occhio, dopo la mano e il piede, è la sede anatomica a più alto rischio di infortunio (oftalmologia sociale n. 4/2000), quindi come per tutte le attività della vita quotidiana, anche lo sport, fondamentale per la salute ed il benessere del corpo umano, può esporre l’occhio a questo tipo di evenienza.Foto - Gruppo presente alla "Campagna di prevenzione"
La visione è un aspetto chiave nella pratica sportiva, e ciascuna attività, è caratterizzata da esigenze visive più o meno specifiche. Ogni azione presume una percezione seguita da un’azione, mediata da un’infinità di processi integrativi che contribuiscono a rendere il gesto finale adeguato alle situazioni spaziali e temporali. Nessun altro sistema sensoriale è così preciso, veloce e raffinato come la funzione visiva nel “misurare” il tempo e lo spazio.

“Occorre educare gli sportivi sull’importanza della percezione visiva durante lo sport”.
Molti errori commessi durante l’attività sportiva sono proprio attribuibili a difetti nella percezione visiva. Ottimizzare la visione migliora la performance sportiva e la sicurezza dell’atleta. Per raggiungere questo risultato non basta solo vedere dieci decimi, occorre bensì raggiungere un perfetto equilibrio di tutte le abilità visive (sensibilità al contrasto, oculomotricità, facilità di accomodazione, facilità di vergenza, coordinazione o
cchio/mano e occhio/piede, localizzazione spaziale, ecc…).
Per raggiungere questo obiettivo, oltre alla possibilità di sottoporsi a training visivi specifici, esistono particolari lenti a contatto e lenti oftalmiche studiate appositamente per l’attività sportiva.
L’evoluzione tecnologica dei materiali ha consentito la realizzazione di speciali lenti e montature capaci di resistere ai traumi meccanici, ma anche di proteggere dai raggi ultravioletti, dal vento, dalle basse temperature e anche dagli effetti dell’acqua delle piscine, che contenendo cloro o altre impurità può agire causando irritazioni oculari a carico della cornea e della congiuntiva.
Per la scelta del presidio ottico è sempre consigliabile rivolgersi a centri specializzati

“Poco controllati gli occhi dei campioni”
Numerosi studi internazionali sostengono che, nonostante i ripetuti controlli medici e gli accurati check-up a cui vengono sottoposti gli sportivi, non viene posta l’opportuna attenzione alla cura degli occhi. Lo screening visivo al National Olympic Festival (RFoto - Da sinistra: Renata Bruni, Raffaella Casini, Federico Bortolomei, Donatella Draghetti, Pier Michele Borraeichowand and Coffey, 1986) mise in evidenza che il 20% degli atleti esaminati aveva un’acuità visiva inferiore ai 10/10.
Nel mese di Marzo 2006 la campagna di prevenzione visiva Sport Eyes organizzata dall’Istituto dei ciechi “F. Cavazza” di Bologna in collaborazione con: UISP comitato provinciale di Bologna, Cattedra di Ottica Fisiopatologica Università di Bologna, Associazione Ottici Optometristi, Istituto di Ottica e Optometria B. Zaccagnini, Bausch & Lomb, Hoya, ha evidenziato la necessità di promuovere una maggior informazione in tema di prevenzione anche sugli sportivi dilettanti.
Circa il 22% degli atleti esaminati, con un’età media di 27 anni, non ha raggiunto i 10/10 di vista in almeno un occhio durante la visita compiuta presso i centri sportivi.
Nel questionario somministrato durante l’iniziativa, il 18% delle persone intervistate ha dichiarato di non essersi sottoposto a una visita oculistica completa da oltre 12 anni; nonostante il 49% del campione esaminato utilizzi abitualmente occhiali o lenti a contatto nella vita di tutti i giorni, solo l’11% ha confermato di indossare la correzione ottica durante la pratica sportiva, forse in parte proprio a causa della scarsa conoscenza sulle possibilità offerte oggi dalla medicina e dalla tecnologia.