Viaggio nelle istituzioni musicali
storiche di Bologna

di Maria Chiara Mazzi

San Petronio, la “Cappella” musicale.

Iniziamo in questo numero un viaggio nelle istituzioni musicali storiche bolognesi, quelle che, nate ormai da qualche secolo, sono attImmagine di antico organoive ancora oggi e Antica raffigurazione dell'esterno di San Petronioancora oggi costituiscono un punto di riferimento nella vita musicale della città.
Abbiamo scelto di svolgere il nostro percorso in ordine cronologico e di partire, quindi, dall’istituzione più antica per giungere mano a mano a quelle nate in epoche più vicine a noi. Secondo questo principio, inevitabilmente, la prima istituzione di cui dobbiamo parlare è la Cappella di San Petronio.
Tra il Quattro ed il Cinquecento molte cappelle, cioè complessi musicali addetti al servizio liturgico, vennero istituite nelle principali chiese di Bologna; sicuramente però la cappella più importante fu quella di San Petronio, ufficialmente istituita il 4 ottobre 1436 da papa Eugenio IV e da subito punto di riferimento per la cultura musicale non solo in città, ma in tutta Italia, essendo Bologna la seconda città dello Stato Pontificio.
Grazie alla presenza di un nutrito gruppo di cantori e strumentisti, e a quella di due splendidi organi contrapposti, (a sinistra quello di Baldassarre Malamini, del 1596, e a destra il più antico grande organo del mondo ancora in attività, costruito nel 1471 da Lorenzo da Prato, entrambi recentemente restaurati e normalmente utilizzati), la musica prodotta nella Basilica si contraddistinse subito per la struttura a doppio coro, che collocava i cantori sulla balconata in due settori separati e contrapposti.
Un modello musicale a botta e risposta dal quale, nel tardo Seicento, proprio dai grandi maestri attivi in San Petronio (come Colonna, Torelli, Perti e Carretti tra gli altri) venne elaborata la forma del concerto solistico.Antica raffigurazione della Cappella di San Petronio
Altra caratteristica delle composizioni preparate in San Petronio era poi l’impiego costante delle trombe, strumento i cui virtuosi erano gli stessi del Concerto Palatino. Ancora Mozart, che seguì le funzioni per la festa del Santo Patrono nel suo soggiorno bolognese all’inizio degli anni Settanta del Settecento, dà un preciso resoconto dell’uso di questi strumenti e dello sfarzo delle cerimonie.
Dopo una crisi alla fine del diciottesimo secolo, quando le ristrettezze finanziarie obbligarono allo scioglimento dei due gruppi stabili vocali e strumentali, la Cappella tornò alla sua piena funzione istituzionale nella seconda metà dell’Ottocento, sotto la guida di importanti musicologi e musicisti italiani come Gaspari, Mancinelli e Martucci, aggregando una trentina di musicisti stipendiati per tutto l’anno, il cui compito consisteva nell’eseguire l’apparato musicale in circa quaranta occasioni liturgiche. Dopo alterne vicende la Cappella, decretata come Arcivescovile nel 1996 (dopo essere stata ricostituita nel 1984), è oggi attiva in molte occasioni e circostanze, in primo luogo le celebrazioni del 4 ottobre, protagonista anche di importanti produzioni discografiche e concertistiche che propongono i capolavori sconosciuti dei maestri del passato. Proprio il grande, importantissimo archivio musicale pieno di capolavori che ancora in gran parte attendono la riscoperta e la riesecuzione, dimostra insomma come questa istituzione abbia ancora “un grande passato davanti a sé.”