Incontro con Patrizio Roversi

di Silvia Colombini, foto di www.velistipercaso.it e di Eliana Salvador

“Ho imparato a sentire il respiro del mare.” Patrizio Roversi in Nuova Zelanda con Giovanni Salvador.

“Dopo aver preso il largo per mezzo mondo, e aver ospitato a bordo tanti personaggi, ormai pensavo di essere quasi un velista naFoto - persone sulla barcavigato...
e invece, grazie ad un ospite particolare, ho scoperto che il mare aveva in serbo per me ancora sorprese.”
È un mattino di fine estate, la città già una macchia grigia di rumore e traffico, ma quando Patrizio Roversi racconta il suo diario di bordo, a Bologna il cielo diventa un po’ più blu. Autore, conduttore televisivo, viaggiatore, Patrizio è anche protagonista della trasmissione Velistipercaso. Navigando con Adriatica (uno sloop, vale a dire una barca a vela di 50 tonnellate e con un solo albero di 22 metri), ha fatto il giro del mondo in un anno e ottanta persone, tutte personalità dello spettacolo. “Tra di loro, Vito, Giorgio Comaschi, Cesare Cremonini, Gerry Scotti, Natasha Stefanenko e Cino Ricci, il mio maestro di vela. Arrivati quasi alla fine del viaggio, nel tragitto Fiji-Auckland, decidiamo di indire un concorso per ospitare negli ultimi dieci giorni uno degli spettatori. Rispondono in migliaia e fra tutti, la redazione mi propone Giovanni Salvador: Esperto velista e non vedente.”
Patrizio ha un attimo di perplessità: Adriatica gli ha insegnato che il mare, quello vero, può essere pericoloso.
Ha quindi paura che un non vedente a bordo possa rappresentare un problema, ma il capitano lo incoraggia e Patrizio decide di provare.
“Mi basta osservarlo arrivare all’aeroporto delle isole Fiji con la moglie Eliana per sentire un’immediata simpatia. Giovanni è entusFoto - Patrizio Roversi al timoneiasta, coraggioso, ed è anche un appassionato velista.” La prima sera, sul ponte, i due scoprono oltre la vela un’altra, questa volta drammatica, esperienza in comune. “Giovanni mi racconta di aver perso la vista a vent’anni per un glaucoma non curato, ed io proprio pochi mesi prima, alla vigilia dellaFoto - Giovanni Salvador in barca partenza per il giro del mondo, avevo scoperto di avere quella malattia.
I progressi della medicina e cure tempestive mi hanno permesso di tenerla sotto controllo, ma è stata un’esperienza che mi ha segnato. La nostra prima conversazione, registrata dall’operatore, è diventata parte del programma proprio per affrontare il tema della prevenzione del glaucoma anche con gli spettatori.” Ma è il giorno dopo che Patrizio scopre le capacità di Giovanni.
“In mezz’ora esplora Adriatica facendosi descrivere tutto e toccando con attenzione i 22 metri, e capisco che è già padrone della situazione. Io invece mi accorgo, osservando il veliero alla maniera di Giovanni, che la nostra barca è un gran casino, e che il nostro disordine può causare a lui, seri problemi di ostacoli non previsti, ma anche a noi. È il primo contributo positivo che la presenza di GioFoto - Barca Adriaticavanni porta a bordo.”
Da quel momento Giovanni è parte attiva dell’equipaggio, aiuta nelle manovre, va al timone.
Il suo modo di sentire il mare è totale, vi s’immerge con tutti i sensi riuscendo a percepire ogni stimolo: il vento, il rumore delle onde, l’andatura della barca. Patrizio capisce che è quello il modo giusto per diventare un vero velista.
“Era quello che mi aveva insegnato il grande Cino Ricci e che io mi ero rifiutato di imparare: tu la barca la devi sentire, la devi ascoltare sotto di te. Ma io, che non sono un velista ma un conduttore televisivo, fino a quel momento mi ero limitato a fare il passeggero, ad utilizzare strumenti e tecnologia dimenticandomi di avere a disposizione i miei sensi. Non è retorica: Giovanni mi ha insegnato a vedere oltre, a superare i limiti di una conoscenza razionale, a provare nuove emozioni.”Foto di Patrizio Roversi, Giovanni e Eliana Salvador
Oltre a regalare impressioni più intense, l’allargamento ad una percezione sensoriale è davvero il modo migliore per navigare. Il mare, per chi sa coglierle, regala una varietà di sensazioni amplificate dal silenzio e dall’intensità dell’aria, è come se quella distesa tutto intorno a te ti comunicasse dove andare, quando cazzare la randa e come virare.
Ma le sorprese continuano anche fuori dall’acqua.
“Arriviamo a Auckland, Nuova Zelanda, e andiamo a visitare la Sky Tower. È la più alta torre dell’emisfero meridionale. 328 metri di altezza, 80 chilometri di visuale in ogni direzione, e la sfida dello Sky Jump, un volo nel vuoto appesi ad un’imbracatura.
E chi è il primo che si lancia? Giovanni! Non ci potevo credere, ma si è buttato giù entusiasta come sempre.” Patrizio ha poi ritrovato Giovanni al Salone Nautico di Venezia dove con Cino Ricci sono intervenuti ad una regata per non vedenti, in cui venivano utilizzate tutte le strumentazioni funzionali all’autonomia. I ricordi più belli però restano quelli a bordo di Adriatica, dove Giovanni ha portato un concentrato prezioso di umanità, fantasia, verità, e una nuova, più autentica relazione con il mondo esterno.