Grey Eyes
di Federico Bartolomei
Campagna di prevenzione visiva 2005.
All’inizio del secolo scorso le aspettative di vita erano di poco inferiori
a 50 anni mentre oggi si è superata la soglia dei 75. In un secolo c’è
stata dunque una crescita della vita media di ben un quarto di secolo ed i dati
confermano che questo andamento continua. Stime recenti indicano che il numero
di individui con età superiore
ai 65 anni raddoppierà tra il 1995 e il 2030. All’interno di questo
fenomeno la Regione Emilia Romagna, con il 22,2% di abitanti ultrasessantacinquenni,
è una delle aree d’Italia maggiormente coinvolte.
Questo trend avrà una forte influenza sulla distribuzione epidemiologica
delle patologie a carico dell’occhio con conseguente impatto sulle strutture
sanitarie che dovranno dare risposta, in chiave d’assistenza, alle necessità
di questa fascia di popolazione.
Sebbene il problema più frequente negli anziani sia la sordità,
la perdita di efficienza visiva si manifesta con maggiore frequenza col passare
dell’età e si presenta come una delle principali cause di disabilità.
Oggigiorno fra le cause di cecità nei paesi industrializzati, sono diminuite
le malattie infettive e di contro hanno subito un notevolissimo incremento le
forme cosiddette degenerative, legate all’età e agli infortuni.
La degenerazione maculare legata all’età, il glaucoma, la perdita
di trasparenza dei mezzi diottrici, possono causare gravi conseguenze sulle
attività della vita quotidiana a causa della perdita della capacità
di leggere, di scrivere o di muoversi in autonomia.
L’individuazione precoce di queste modifiche funzionali e strutturali,
la prescrizione di ausili ottici adeguati e le idonee terapie riabilitative,
costituiscono attività fondamentali per ridurre al minimo i possibili
danni derivanti dalla mancata prevenzione, cercando così di preservare
e ottimizzare il residuo visivo, elemento determinante per conservare un livello
accettabile di qualità della vita.
Tuttavia le frequenti condizioni di indigenza, solitudine, abbandono, depressione
e decadimento psicofisico, che spesso accompagnano la terza età, ostacolano
sempre più pesantemente la possibilità di fare diagnosi precoci,
di seguire terapie adeguate e di osservare tutte le precauzioni volte a salvaguardare
l’organo visivo e la sua funzionalità.
In questo contesto si è inserita la campagna di prevenzione visiva 2005,
denominata “Grey Eyes”, programmata dall’Istituto
dei ciechi “F. Cavazza”, in collaborazione con ANCESCAO, nel quadro
delle attività relative al Progetto C.I.F.R.A., finanziate dal contributo
della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna.
Il protocollo ha previsto lo svolgimento di screening gratuiti per gli iscritti
dei Centri Anziani e Orti di Bologna aderenti all’ANCESCAO. Fondamentale
è stato il contributo del personale medico del Dipartimento di Discipline
chirurgiche, rianimatorie e dei trapianti “A. Valsalva” dell’Università
di Bologna e degli Ottici aderenti al Sindacato Ottici presso Ascom di Bologna.
Inoltre, grazie al prezioso contributo di due importanti aziende di lenti per
occhiali del settore: Hoya Lens Spa e Essilor Italia Spa, si è potuto
garantire agli utenti, quando necessario, la sostituzione dell’occhiale
ad un prezzo “sociale” stabilito. L’Istituto per Ottici Benigno
Zaccagnini ha curato la formazione degli Ottici che hanno aderito alla Campagna.
Un supporto organizzativo e di coordinamento è stato offerto dal Sig.
Andrea Afragoli e dalla Sig.ra Raffaela Casini rispettivamente Presidente e
Vice Presidente degli Ottici bolognesi.
Le persone sottoposte a visita di screening sono state 819 con età media
di 70 anni, in 491 casi è stata riscontrata la necessità di ricorrere
ad una visita oculistica completa. In questi casi è stato riscontrato
un difetto visivo di cui l’interessato non era a conoscenza o per il quale
mancava una controllo completo da diverso tempo. Il dato relativo alla frequenza
di visite oculistiche è stato in effetti sorprendente in negativo: all’interno
del campione in esame, solo il 40% ricorre a visite oculistiche di controllo
con frequenza annuale, di contro un 14% del campione ha dichiarato di essersi
sottoposto a visita oculistica a più di 10 anni di distanza.
Interessante anche il dato relativo agli occhiali: dai controlli eseguiti su
lenti e montature in possesso degli anziani utenti, risulta che nel 21% dei
casi si tratta di occhiali non adeguati come valore rifrattivo o come integrità
della struttura, con conseguente ricaduta negativa sulla qualità della
visione.
Dai risultati emerge da un lato l’assoluta necessità di promuovere
costantemente iniziative di informazione e prevenzione rivolte alla popolazione
e dall’altro la correttezza dell’iniziativa, sia negli scopi sia
negli strumenti utilizzati, soprattutto per il valore aggiunto in termini di
miglioramento della qualità della vita delle persone anziane, per le
quali i concetti di salute e di benessere coincidono sempre più.