Una Pieve per Natale

di Paola Rubbi

Modesta ed insieme austera ha l’aria di una capanna del Presepio.


La trovi improvvisamente là, nel cuore di una dolce vallata appenninica: d’inverno, nel silenzio della neve, con l’essenziale linearità delle sue forme, con il colore rosato delle sue pietre, modesta ed insieme austera, ha l’aria di una capanna del Presepio, circondata dai frondosi castagni.Pieve di Roffeno sotto la neve
È lì dal medioevo e, pur nella sua semplicità, lascia intuire di essere stata importante e frequentata.
Bisogna conquistarsela andarsela a scoprire, questa antichissima pieve (una delle più antiche nella diocesi di Bologna), dedicata alla Beata vergine e ai santi Pietro e Giovanni, o chiamata Pieve di Roffeno, da quando – centro primario della cristianità per le genti della valle – venne ricostruita sulle basi di un tempio preesistente, che alcuni storici fanno risalire al VII secolo.
Era il 1155 quando i Maestri Comacini, provenienti dalla Toscana, la edificarono, con la suggestiva monofora centrale a doppia strombatura (esterna ed interna) arricchita di finissimi decori a rilievo di stile bizantino, e con l’elegante abside che è stata definita una delle più belle absidi romaniche della diocesi bolognese. Ed era il 1183 allorché papa Lucio III la designò collegiale o plebana, assegnandole autorità su ben 12 parrocchie.
Un’atmosfera raccolta e fuori del tempo, all’interRetro della Pieveno, dove alle navate si giunge da un piano rialzato, corredato di ampi gradini, e le testimonianze artistiche che vi si trovano vanno dal fonte battesimale (vanto della Pieve) di foggia longobarda, del VII secolo, e quindi preesistente alla chiesa, alla acquasantiera in sasso eseguita a scalpello e coeva al tempio, alle tele di scuola toscana e bolognese presenti nelle ancone barocche degli altari laterali.
La presenza nella stessa chiesa della vasca battesimale di stile longobardo e delle decorazioni di stile bizantino della monofora centrale testimonia che in questi luoghi della montagna bolognese, in questa pieve, avvenne l’incontro di due culture e di due civiltà: quella longobarda della pianura padana e quella bizantina dell’Esarcato di Ravenna.Pieve di Roffeno in fiore
Del resto, questa è stata zona di confine anche più tardi, quando il borgo fortificato da mura – sorto nell’alto medioevo e detto di Roffeno perchè dominato dalla famiglia dei Roffeni – divenne dei Centi di Bologna, i cui possedimenti confinavano con quelli Estensi.
Poi ci furono rivolte, incendi, traversie belliche, la peste del 1630, e il Borgo cadde in rovina e in abbandono.
Oggi ad aumentare la suggestione e il fascino di questo appartato, incantevole gioiello architettonico e storico rimangono i resti del chiostro del XV secolo, racchiuso fra edifici con stilate lignee originali e vecchie scale di sasso, e la torre di guardia priva dell’antica merlatura.
Intorno, il verde della natura, piccoli borghi di secolari case in macigno, il profilo delle montagne.
Ma l’antica Pieve di Roffeno, nel suo sereno isolamento, non è abbandonata. Per valorizzare e far conoscere il minuscolo, magico Borgo raccolto intorno alla chiesa, nel 2000 si è costituita l’associazione culturale “Amici dell’Antica Pieve” le cui iniziative – concerti di musica sacra e antica, recitals di prosa e di poesia, degustazioni enogastronomiche e mostre mercato di piccolo artigianato locale – richiamano sempre un numeroso e appassionato pubblico.
Natale può essere un’occasione per andare a scoprire questa Pieve capace di rievocare l’immagine e la suggestione di un Presepio, sulle pendici della valle del Reno.