Atleti
disabili di tutto il mondo si ritroveranno nel 2004 ad Atene, la città
simbolo dello sport, per misurarsi in una ventina di diverse discipline
sportive. Si tratta di un evento emblematico, a testimonianza della
volontà di mettersi in gioco, di primeggiare e di superare se
stessi nell’agonismo sportivo.
C’è voglia di sport anche tra le persone disabili. Se ne
avrà ancora una volta la dimostrazione il prossimo settembre,
quando nello stadio olimpico di Atene un tedoforo o una tedofora con
disabilità accenderà la sacra fiamma delle Paraolimpiadi
del 2004.
La Grecia, culla delle Olimpiadi e dell’ideale sportivo che affratella
i popoli nella pura competizione agonistica, accoglierà quest’anno
nel suo inimitabile scenario ambientale, storico e culturale i ventottesimi
Giochi Olimpici e la dodicesima edizione delle Paraolimpiadi riservate
agli atleti disabili. Il termine Paraolimpiadi designa i giochi cui
prendono parte soltanto atleti disabili con il medesimo spirito e il
medesimo entusiasmo di quelli normodotati, con i quali però non
possono competere direttamente per effetto delle loro limitazioni. Le
Paraolimpiadi sono Olimpiadi come le altre e per decisione del Comitato
Olimpico Internazionale devono svolgersi nello stesso Paese in cui hanno
luogo le Olimpiadi.
Le Paraolimpiadi sono un vero e proprio evento sportivo e non una semplice
manifestazione per diffondere la conoscenza delle capacità agonistiche
delle persone disabili.
L’organizzazione delle Paraolimpiadi non è molto meno impegnativa
di quella dei Giochi Olimpici: già ora quasi tutti i 220 alberghi
di Atene sono prenotati per ospitare dal 17 al 28 settembre circa 4.000
atleti disabili provenienti da 130 Paesi e costituenti ben 2.000 squadre
ufficiali. Ad essi si aggiungono più di 1.000 tecnici e 15.000
volontari. Più di 300 testate giornalistiche, radiofoniche e
televisive sono già accreditate per diffondere l’evento
in tutto il mondo. Per la prima volta nella storia delle Paraolimpiadi
gli atleti non dovranno pagare alcuna quota di partecipazione, per favorire
al massimo la presenza degli atleti ed eliminare ogni forma di discriminazione
tra atleti olimpionici e paraolimpionici.
Un ulteriore primato di Atene consiste nel fatto che l’organizzazione
di entrambe le manifestazioni sarà affidata al medesimo personale.
Le prime gare sportive, per atleti disabili, si svolsero nel 1948 a
Stoke Mandeville in Inghilterra. Si trattò di una gara di atleti
in carrozzina che ebbe luogo lo stesso giorno e la stessa ora della
cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici che si svolgevano quell’anno
a Londra. Quattro anni dopo un’altra gara tra atleti disabili
fu organizzata in Olanda, dando origine al movimento delle Paraolimpiadi.
Tuttavia, solo più tardi gli atleti disabili
ottennero che fosse organizzata una specifica manifestazione sportiva
di tipo olimpico, la quale si svolse immediatamente dopo le diciassettesime
Olimpiadi di Roma nel 1960. Vi presero parte ben 400 atleti provenienti
da 23 Paesi, impegnati in 8 discipline sportive. Da allora, le Paraolimpiadi
sono sempre state organizzate con cadenza quadriennale nel medesimo
anno in cui si tenevano le Olimpiadi. Nel 1976, dopo i Giochi di Toronto,
si svolsero in Svizzera le prime Paraolimpiadi invernali, con risultati
estremamente lusinghieri.
A Seul, nel 1988, le Paraolimpiadi ottennero un altro importante successo,
poiché si tennero per la prima volta nel medesimo luogo dove
si erano svolte le Olimpiadi. Questa prassi divenne la regola per tutte
le edizioni successive, eccettuata quella del 1980, quando l’Unione
Sovietica si rifiutò di organizzare le Paraolimpiadi sostenendo
di non avere persone disabili nel proprio territorio.
Qualcuno potrebbe pensare che gli atleti disabili che gareggiano nelle
Paraolimpiadi non sono in grado di conseguire risultati significativi,
ma tale assunto è del tutto errato. Infatti, le loro prestazioni
atletiche sono di alto livello e i record da loro conquistati sono senz’altro
comparabili con quelli degli olimpionici.
Il canadese Donovan Bailey detiene il record mondiale dei 100 metri
in 8”84, il nigeriano Ajibola Adoye, amputato di un braccio ha
coperto la stessa distanza in 10”72. In quattro categorie del
sollevamento pesi i primati paraolimpionici sono superiori a quelli
olimpionici di 12 chilogrammi.
Ovviamente bisogna tener ben presente che le persone disabili hanno
dei limiti per effetto dei quali esse non possono gareggiare in tutti
gli sport, per esempio lo judo è praticato solo da atleti ciechi.
LE
PARAOLIMPIADI NELLA STORIA
Anno
|
Città
|
Partecipanti
|
Paesi |
1960 |
Roma (Italia)
|
400 |
23 |
1964 |
Tokyo (Giappone)
|
390 |
22 |
1968 |
Tel Aviv (Israele)
|
750 |
29 |
1972 |
Heidelberg (Germania)
|
1.000 |
44 |
1976 |
Toronto (Canada)
|
1.600 |
42 |
1980 |
Arnhem (Olanda)
|
2.500 |
42 |
1984 |
Stoke Mandeville
(Regno Unito)
New York (USA)
|
4.080 |
42 |
1988 |
Seoul (Corea)
|
3.053 |
61 |
1992 |
Barcellona (Spagna)
|
3.020 |
82 |
1996 |
Atlanta (USA)
|
3.195 |
103 |
200 |
Sydney (Australia)
|
3.843 |
123 |