ANNO EUROPEO DELLE PERSONE CON DISABILITÀ
Riconfermati gli obiettivi indicati
dall’Unione Europea nella 2a Conferenza Nazionale sulle politiche della
disabilità promossa dalla presidenza del Consiglio dei Ministri e dal
Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali che si è svolta a Bari
dal 14 al 16 febbraio 2003.
Walter Baldassari
(Consigliere
dell'Istituto Cavazza)
Promossa
dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e dal Ministero del Lavoro e delle
Politiche Sociali si è svolta a Bari dal 14 al 16 febbraio 2003 la 2a
Conferenza Nazionale sulle Politiche della Disabilità, preceduta dalla
manifestazione di apertura, a livello italiano, dell’Anno Europeo delle
persone con disabilità. La Conferenza costituisce un appuntamento periodico
nazionale previsto dalla Legge n.104/92 – la legge quadro sull’handicap
(la 1a Conferenza si tenne a Roma nel dicembre 1999), mentre il secondo evento
rappresenta una scelta meditata e convinta dell’Unione Europea.
Il Consiglio dell’Unione, anche su richiesta dei movimenti europei delle
persone disabili, ha proclamato il 2003 Anno Europeo della disabilità
con invito a tutti gli Stati membri ad assumere iniziative per dare concreta
attuazione ai principi di non discriminazione, di pari opportunità e
di integrazione sociale dei cittadini disabili, contenuti nelle risoluzioni
e nei trattati comunitari. Nei diversi paesi dell’Unione Europea vivono
circa 38 milioni di persone con disabilità (una su dieci!) appartenenti
a tutte le categorie sociali, per le quali si rende necessario adottare politiche
di intervento in tutti i campi dell’organizzazione sociale (scuola, lavoro,
mobilità, cultura, tempo libero, ecc.), con la consapevolezza che l’appartenenza
a fasce svantaggiate (donne, anziani, immigrati) comporta una doppia o tripla
discriminazione. Anche per questo occorre avere piena coscienza che la persona
con disabilità ha una sua soggettività specifica, non è
omologabile e richiede un’attenzione individuale con interventi del tutto
personalizzati.
Con la proclamazione dell’Anno Europeo delle persone disabili, l’Unione
Europea ne ha indicato gli obiettivi e le finalità a livello comunitario
e degli Stati membri che si possono così riassumere:
1. Sensibilizzazione sul diritto delle persone con disabilità di essere
tutelate da ogni forma di discriminazione e di godere di pieni e pari diritti.
2. Riflessione e ricerca delle misure necessarie a promuovere pari opportunità
per i disabili in tutti i campi della vita sociale.
3. Favorire lo scambio di esperienze in materia di buone prassi a livello locale,
nazionale ed europeo.
4. Promuovere forme di più intensa collaborazione fra tutti i soggetti
istituzionali e non, direttamente interessati alle politiche per l’handicap
(i livelli di governo locale e nazionale, le organizzazioni sociali e non governative,
i soggetti privati e pubblici, il volontariato e in particolare le associazioni
delle persone disabili e le loro famiglie).
5. Migliorare nell’opinione pubblica l’informazione e la comunicazione
sull’handicap con una rappresentazione positiva delle persone disabili,
sottolineando l’eterogeneità delle disabilità, le molteplici
forme di handicap e la necessità di interventi personalizzati.
6. Sensibilizzare alle molteplici forme di discriminazione cui le persone disabili
sono continuamente esposte negli ambienti di vita e di lavoro.
7. Riservare una particolare attenzione al diritto dei bambini e dei giovani
disabili a condizioni di pari opportunità nell’educazione e nell’insegnamento
e a promuovere esperienze di cooperazione a livello comunitario fra insegnanti
e educatori per favorire processi di integrazione scolastica.
Nell’Anno Europeo, sulla base di criteri fissati dall’Unione Europea
con gli Stati Membri sarà espletato un bando di gara per l’assegnazione
di finanziamenti (europei e nazionali) per la realizzazione di progetti finalizzati
a valorizzare le capacità delle persone disabili e a promuovere la cultura
della integrazione sociale. Da marzo a dicembre è previsto il giro del
bus della solidarietà in tutte le Regioni italiane e a fine anno
si terrà la Conferenza conclusiva che farà il punto sui provvedimenti,
anche legislativi, assunti nel nostro Paese in materia di disabilità.
L’iniziativa avrà un particolare significato perché siamo
all’interno del semestre di Presidenza Italiana dell’Unione Europea
e, oltre a valutare e riassumere i risultati del lavoro compiuto nel 2003, sarà
necessario contribuire all’elaborazione di indicazioni e proposte per
il lavoro futuro a livello nazionale e comunitario.
La 2a Conferenza Nazionale sulle Politiche della Disabilità è
stata aperta da una relazione introduttiva della senatrice Grazia Sistini, sottosegretario
al Welfare con delega alle Politiche Sociali e nel pomeriggio di sabato 15 febbraio
la Conferenza si è articolata in 6 sessioni di lavoro tematiche, tutte
molto partecipate da amministratori, operatori, persone disabili e loro familiari
e rappresentanti delle associazioni. La prima dedicata alla famiglia, ai problemi
relativi alla presa in carico e sui progetti di vita individualizzati –
il dopo di noi; la seconda sui temi della scuola, l’Università
e la formazione; la terza sulle politiche per il lavoro; la quarta sui temi
della mobilità e dell’accessibilità; la quinta su tempo
libero, sport, turismo e cultura; la sesta sulla prevenzione, sulla ricerca
e sull’innovazione tecnologica. I rappresentanti del Governo, in linea
generale, hanno ribadito la validità della legislazione vigente, dalla
L. n. 104/92 alla normativa che supporta l’integrazione dei bambini e
dei giovani disabili all’interno dei percorsi formativi per tutti, dalla
L. n. 68/99 per il collocamento mirato in azienda alla Legge nazionale di riforma
dell’Assistenza, fatti salvi aggiustamenti e correzioni suggeriti direttamente
dall’esperienza o per la semplificazione delle procedure burocratiche.
Data la varietà e la complessità della normativa che regola il
settore, il Ministro Maroni ha annunciato la volontà di procedere con
un’intervento di razionalizzazione della normativa fino a giungere alla
stesura di un Testo Unico per la raccoltà di tutti i provvedimenti che
riguardano la disabilità. Quale tema centrale della futura azione di
governo viene annunciato un intervento legislativo a favore delle persone in
condizione di handicap grave, a sostegno e in appoggio della famiglia. I rappresentanti
delle Regioni e dei Comuni hanno sollevato il problema di un corretto rapporto
istituzionale fra i diversi livelli di governo – nazionale e locale –
e soprattutto la questione delle risorse finanziarie. Non si possono affrontare
programmi di qualificazione e di sviluppo degli interventi in materia di disabilità
riducendo sensibilmente il Fondo sociale da trasferire alle Regioni per gli
interventi a favore delle fasce più deboli della popolazione o prevedendo
una riduzione degli insegnanti di sostegno, elementi fondamentali per le politiche
di integrazione nella scuola. I rappresentanti delle Federazioni delle Associazioni
FAND (Federazione Associazioni Nazionali Disabili) e FISH (Federazione Italiana
Superamento Handicap) nelle sessioni di lavoro e in assemblea generale non hanno
mancato di fare sentire le loro richieste, manifestando la volontà di
procedere in futuro in maniera più unitaria per una rappresentanza sempre
più efficace degli interessi e delle esigenze delle persone disabili.
C’è da augurarsi che, per davvero, come annunciato dal sottosegretario
Sistini, durante questa Conferenza i rappresentanti del Governo e delle Istituzioni
si siano messi in un’autentica condizione di ascolto, seduti in ultima
fila e…col cellulare spento! Vedremo cosa hanno imparato dai provvedimenti
che metteranno in campo fin da quest’anno, per l’appunto L’Anno
Europeo delle persone con Disabilità.