IL GOVERNO LOCALE INTEGRATO NELL’AMBITO DELLA SCUOLA E DELLA FORMAZIONE

Come cambierà la scuola alla luce delle nuove direttive regionali? Quale sarà l’impegno della Provincia nel campo dell’istruzione/formazione? Quali le politiche della Provincia per il superamento dell'handicap? A queste domande, e non solo, risponde l'articolo dell'Assessore Beatrice Draghetti, da noi richiesto, che ringraziamo per la disponibilità accordataci.

Dalle norme all’esperienza

Dall’avvio dell’autonomia per tutti gli Istituti scolastici e nell’esercizio da parte dei Comuni e della Provincia di importanti funzioni e competenze trasferite dallo Stato, si è trattato di dare a queste preziose potenzialità un’evoluzione, una fisionomia e quindi un’efficacia che consentissero di conseguire quegli obiettivi che l’amplissima normativa esistente di riferimento indica e prescrive.

L’attivazione dell’autonomia ha trasformato le scuole in nuovi soggetti istituzionali, con significative funzioni di gestione, capaci di essere interlocutori nel territorio, intrecciandosi con le nuove competenze di Comuni, Province e Regione che, ricordo, riguardano tre livelli: la programmazione territoriale, per inserire l’offerta formativa all’interno degli obiettivi complessivi di sviluppo; l’ottimizzazione delle risorse, con particolare riguardo all’integrazione istruzione/formazione professionale; il coordinamento delle varie azioni per assicurare il successo formativo e l’efficacia della formazione.

La riforma del modello di governo e di gestione del nostro sistema scolastico ci ha posto di fronte ad esigenze ineludibili circa la comprensione del nuovo scenario, l’esercizio delle competenze di ciascuno, la sperimentazione di nuove relazioni.

È stato pertanto decisivo scegliere di fare sistema tra autonomie funzionali (scuole) e autonomie locali: a partire dalla condivisione delle finalità comuni da raggiungere e dalla chiarezza delle identità e dei compiti di ciascuno. Si è ritenuto prioritario attivare relazioni solide, individuando gli snodi più significativi per supportarle adeguatamente.

Gli studenti in un percorso che offra a ciascuno di loro ricche opportunità e risorse per un pieno esercizio della loro cittadinanza e che permetta loro di inserirsi nella società adeguatamente, perché formati, perché competenti: questa è la grande e comune preoccupazione di chi ha responsabilità nella scuola e nella formazione, di chi ha responsabilità di governo e di amministrazione. Ed è su questa scommessa di eccezionale portata che le autonomie sono state sollecitate ad incontrarsi e fare patto ed è su questa scommessa che sono state chiamate a costruire il loro cammino di relazioni e azioni.

L’obiettivo da perseguire innanzitutto, era di costruire e consolidare luoghi e tempi per approfondire, confrontarsi e crescere insieme rispetto alle finalità, per coglierne appieno lo spessore e darne un profilo contestualizzato.

È questo un confronto che può essere ricchissimo si incontrano infatti soggetti plurali, collettivi: la scuola, le famiglie dei ragazzi, le Amministrazioni. Si è trattato di attivare un percorso che portasse a realizzazioni e risultati: occorre fare piani, dandosi tempi, giocando in squadra, accettando la logica della progressione in cui il percorso sia trasparente e visibile, chiaro e motivato nel suo evolversi, controllabile.

Insieme si è valutato opportuno che Istituti ed Enti locali trovassero e si dessero strumenti per legarsi insieme al percorso individuato, con un grande esercizio di responsabilità reciproca. In questa direzione la Provincia ha inteso contribuire a costruire e sostenere modalità concrete e operative di rapporto: una sorta di patto solido che potesse garantire e vincolare i contraenti rispetto al raggiungimento delle finalità, potesse assicurare la continuità e il mantenimento della progressione al di là anche dei passaggi delle persone (e sappiamo quanto questa evenienza infici il concretizzarsi di buoni progetti) e potesse dare finalizzazione e destinazioni chiare e coerenti a tutte le risorse disponibili (persone, soldi, strutture).

Sono state così attivate in ciascuno dei 7 ambiti ottimali della provincia le Conferenze territoriali per il miglioramento dell’offerta formativa composte da tutte le autonomie locali e funzionali presenti nel territorio, e con il coinvolgimento di altre realtà significative. Le Conferenze si configurano come luoghi importanti per raggiungere alcuni obiettivi, quali: la conoscenza del territorio, come condizione imprescindibile per giungere all’ individuazione dei fabbisogni di istruzione, formazione professionale e transizione al lavoro, coerenti anche con il contesto socio-economico di riferimento e la capacità di individuare e proporre orientamenti condivisi dai diversi attori, istituzionali e non, coinvolti nel governo delle politiche di istruzione, formazione e transizione al lavoro per l’elaborazione di linee di indirizzo di vasta area.

Molteplici e vaste sono le aree tematiche di pertinenza delle Conferenze:
a) Politiche per il successo scolastico e formativo: questo campo definisce le esigenze a livello di azione istituzionale, affinché ogni cittadino possa fruire dell’offerta territoriale in tema di istruzione, formazione professionale e transizione al lavoro, intraprendendo percorsi adeguati e innalzando così il livello di successo formativo e di inserimento lavorativo (Diritto allo studio; Pari opportunità; Lotta alla dispersione scolastica; Promozione dell’accesso, qualificazione scolastica, integrazione scolastica dei portatori di handicap; Promozione dei diritti di cittadinanza; Orientamento scolastico e professionale);

b) Politiche per il miglioramento dell’offerta formativa: questa area è costituita da un’ampia gamma di settori di intervento e di relative competenze istituzionali, il cui insieme individua, a livello territoriale, l’offerta formativa esistente e potenziale, così come i percorsi che il cittadino può intraprendere.
Nello specifico si tratta di individuare priorità, percorsi di azioni, orientamenti per intervenire in molti settori: (indirizzi di studio e loro collocazione territoriale; programmazione della messa in rete delle scuole; redazione dei piani di organizzazione della rete delle istituzioni scolastiche; gestione della rete scolastica; azioni di sostegno all’autonomia scolastica; piani di utilizzazione degli edifici scolastici; edilizia scolastica; formazione professionale; offerta formativa integrata tra istruzione e formazione professionale; progetti di qualificazione dell’offerta formativa);

c) Politiche per la promozione del diritto ad apprendere per l’intero arco della vita: è un campo di azione ponte tra le politiche per il miglioramento dell’offerta formativa e quelle per il successo formativo e scolastico.

Per rendere efficaci le politiche in questi tre campi di azione è necessario metterle in connessione con altre aree, strettamente contigue: (Politiche socio-assistenziali e sanitarie; Politiche attive del lavoro; Politiche di sviluppo locale).

Obiettivo trasversale a tutti i campi d’azione è quello di mettere in campo politiche perequative nell’ambito delle quali vanno ricomprese tutte le azioni utili a superare gli squilibri territoriali esistenti in tema di diritto all’istruzione e alla formazione, nella possibilità di accesso e di scelta, nelle opportunità a disposizione per conseguire risultati di successo formativo, per accedere a tutte le risorse culturali, per vedere riconosciuti pieni diritti di cittadinanza.


Le politiche per il superamento dell’handicap

Il Programma Provinciale delle politiche della Formazione e del Lavoro 2000-2002 dichiara che l’obiettivo generale che orienta l’insieme delle azioni previste per i prossimi anni è di costruire un modello realmente integrato del sistema dei servizi di istruzione, formazione e lavoro e nello stesso tempo di creare le condizioni operative necessarie affinché questo impegno possa concretamente svilupparsi e crescere ed invita a consolidare l’integrazione interna dei servizi e degli uffici dell’Amministrazione Provinciale che operano sull’intero fronte della realizzazione delle politiche del lavoro e della formazione, integrazione vera basata non solo sullo scambio reciproco di informazioni, ma soprattutto sulla collaborazione progettuale, sul coordinamento delle funzioni gestionali e sul valore aggiunto che potrà essere dato ad ogni iniziativa se sarà pensata e realizzata come parte di un sistema allargato.

Alcune aree e temi specifici richiedono, oltre al metodo della collaborazione e dell’integrazione, pianificazione esplicita, progetti trasversali e soluzioni organizzative dedicate. Su questi presupposti il Settore Servizi alla Persona e alla Comunità ha costruito, fin dal 2000, un Ufficio di staff denominato Ufficio Coordinamento handicap che si è assunto, tra l’altro, l’impegno di predisporre annualmente un Rapporto sui servizi attivati per l’handicap e sull’integrazione esistente tra i Sistemi Scuola, Formazione e Lavoro e in connessione con il Servizio Sociale.

È uscito a maggio il primo Rapporto (è possibile richiederlo all’Amministrazione Provinciale) in cui si dà conto della complessità e dell’originalità delle risposte date a livello provinciale in un’articolata descrizione che propone analiticamente l’operatività di molti Settori della Provincia.

Accanto al Rapporto, a scadenza annuale, interessante mi sembra anche la segnalazione dell’esistenza del Portale dell’handicap, che realizzato secondo i criteri di accessibilità, usabilità e aggiornamento e ancora in fase sperimentale, si pone come strumento che orienti nell’uso dei principali temi e sull’avanzamento dei progetti.

Almeno un accenno vorrei fare al rinnovo, promosso dalla Provincia, dell’Accordo di Programma L. 104/92 sottoscritto il 15/10/01 che ha visto come sottoscrittori tutti i 60 Comuni della Provincia, l’Amministrazione Scolastica e le AUSL.

L’impianto e l’articolazione del nuovo Accordo hanno inteso sottolineare:

- la centralità della persona e del suo cammino scolastico e formativo;
- un maggiore coinvolgimento della famiglia;
- un rafforzamento del ruolo dei Comuni;
- una maggiore integrazione tra i sistemi coinvolti e soprattutto quello scolastico, formativo, sociale, e sanitario;
- una maggiore integrazione tra le professionalità attraverso l’individuazione di metodologie di lavoro che prevedano una sempre maggiore collegialità delle decisioni e una fluida circolarità delle informazioni necessarie per le programmazioni ad ogni livello;
- il diritto allo studio attraverso l’individuazione di azioni che consentano l’accesso e la frequenza ad ogni alunno in situazione di handicap del sistema scolastico e formativo;
- il rafforzamento dei momenti e degli strumenti per la verifica dell’Accordo stesso.

L’Accordo infatti prevede, all’art. 6, la costituzione del Collegio di Vigilanza per la verifica dell’esecuzione dell’Accordo stesso: per fare il punto sullo stato di avanzamento e per rendere partecipata la verifica dell’esigibilità dei diritti è invitato permanente agli incontri, con diritto di parola, un rappresentante delle famiglie nominato dalla Consulta provinciale per il superamento dell’handicap.

Uno sguardo in avanti

A pochissimi mesi dall’approvazione della Legge 53/03 (Delega al Governo per la definizione delle norme generali sull’istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e di formazione professionale) e comunque in attesa dei decreti attuativi e mentre il p.d.l. regionale (norme per l’uguaglianza delle opportunità di accesso al sapere, per ognuno e per tutto l’arco della vita, attraverso il rafforzamento dell’istruzione e della formazione professionale, anche in integrazione tra loro) continua il cammino verso l’approvazione, è importantissimo tenere alta e coerente la tensione ideale che ha ispirato le politiche scolastiche e formative promosse dall’Assessorato sul nostro territorio.

Gli interventi di modernizzazione e di cambiamento saranno tanto più efficaci quanto più resteranno confermati i diritti fondamentali di libertà e di uguaglianza dei cittadini.

Ritengo che se non sono proprio la scuola e la formazione a porsi come variabili indipendenti, come sicurezze rispetto alle caratteristiche evolutive della popolazione e se la scuola e la formazione rinunciano al loro compito di educazione e progettazione, quello che rimane è il condizionamento sociale che mantiene le differenze, le distanze, le opportunità per le persone.

Motivati e orientati da queste convinzioni stiamo dedicando un’attenzione particolarissima per l’avvio dell’a.s. 03-04 ai 14enni già iscritti da gennaio alla prima superiore, che per effetto del nuovo scenario descritto, ma ancora non applicabile, dalla Legge Moratti, potrebbero essere tentati di risolvere precocemente il loro rapporto con la scuola.

Attraverso un Patto tra Istituzioni ed Enti che hanno responsabilità diretta nella promozione del successo formativo dei 14enni (scuole medie e superiori, Provincia, Enti di formazione, Amministrazione Scolastica) stiamo lavorando alla costruzione di soluzioni ad alta integrazione tra scuola e formazione che offrano a tutti gli allievi opportunità reali di successo formativo, puntando strategicamente sul primo biennio della scuola superiore in una prospettiva che si muove coerentemente con gli orientamenti della Regione e di tutte le Province del territorio.

La realizzazione di percorsi integrati nel primo biennio della scuola superiore permetterà sia una significativa innovazione della didattica, anche delle discipline tradizionali, che potrà agevolare i processi di apprendimento e rafforzare quindi le competenze di base e trasversali, sia un avvicinamento alla cultura del lavoro indispensabile per il sostegno alla scelta.

Come è ormai riconosciuto, entrambi gli aspetti citati si rivelano fondamentali sia per il proseguimento del percorso scolastico sia per una adeguata fruizione delle opportunità offerte dalla formazione professionale e dall’apprendistato.

Anche in questo frangente la sinergia e la condivisione tra diverse Istituzioni in un coinvolgimento stretto tra i vari operatori consentirà, siamo certi, un percorso più efficace, ampio e profondo rispetto al conseguimento di un obiettivo così prezioso per i cittadini più giovani.

Beatrice Draghetti
Assessorato Politiche Scolastiche,
Formative e dell'Orientamento,
Edilizia scolastica