Una scuola più vicino ai cittadini
L’inserimento della materia scolastica tra le competenze
concorrenti tra Stato e Regioni rendono l’Ufficio Scolastico Regionale
protagonista indiscusso del mondo culturale e dell’istruzione.
Al Dott. Emaunele Barbieri, Direttore Generale del nuovo ufficio, abbiamo chiesto
di illustrarci le principali novità dovute alla regionalizzazione del
sistema scolastico in particolare del rapporto tra scuola e handicap.
Dopo il colloquio con il Provveditore
agli Studi Dr. Paolo Marcheselli (Vedere Oltre, numero di dicembre 2001),
abbiamo incontrato il Dott. Emanuele Barbieri, Direttore Generale dell’Ufficio
Scolastico Regionale dell’Emilia Romagna, per esaminare le innovazioni
più significative e le linee evolutive del rapporto tra scuola e handicap.
La principale novità è certamente di tipo strutturale. La scuola,
infatti, a seguito della nuova normativa costituzionale che ha inserito la materia
scolastica nel novero delle competenze concorrenti tra Stato e Regioni, ha acquisito
una dimensione regionale, inglobando in sé le consuete competenze del
Provveditorato agli Studi, che presenta tuttora carattere provinciale. L’Ufficio
Scolastico Regionale assurge al ruolo di protagonista indiscusso del mondo culturale
e dell’Istruzione, con funzioni di più ampio respiro e, innegabilmente,
comportanti problematiche ancor più complesse. Limitandoci al tema dell’handicap
nel mondo scolastico, è da evidenziare come la scuola rappresenti da
sempre il soggetto più attivo su tale fronte, unitamente alla famiglia.
La normativa di riferimento si basa tuttora sulla legge 104 del 1992, che ha
introdotto princìpi importanti e che ha, di fatto, suggellato la prassi
degli accordi interistituzionali che hanno consentito, su più livelli
di intervento, il raggiungimento di risultati ragguardevoli. Ne sia d’esempio
l’accordo provinciale di programma per l’integrazione scolastica e
formativa degli studenti in situazione di handicap, siglato nell’ottobre
2001 dalla Provincia di Bologna e da numerosi enti, tra i quali spicca l’Istituto
F. Cavazza. In particolare, tra i tanti validi esempi di collaborazione, è
da richiamare l’accordo siglato l’8 febbraio 2002 tra l’Istituto
di Via Castiglione ed il Provveditorato agli Studi di Bologna in materia di
assistenza agli studenti con deficit visivo. La collaborazione tra istituzioni
pubbliche e private, da sempre, garantisce all’Emilia Romagna il primato
qualitativo dei servizi offerti e dei risultati conseguiti. Il 10 maggio scorso,
si è svolta la conferenza che ha riunito davanti al medesimo tavolo di
discussione tutti gli enti interessati alla materia, fornendo ulteriori preziosi
spunti per la ricerca di ogni strumento utile allo scopo comune. La nuova dimensione
territoriale, quindi, consente un più ampio margine di intervento agli
operatori. Non si può certo prescindere, tuttavia, dalla dimensione originaria:
il rapporto diretto tra insegnante, studente e famiglia. Per far fronte alle
sempre complesse problematiche che scaturiscono dall’handicap, è
stato introdotto un corso di specializzazione di 400 ore per gli insegnanti.
Inoltre, sono previsti crediti formativi per il successivo biennio di specializzazione
acquisibili nell’ambito della laurea in scienze dell’educazione. Si
garantisce, in tal modo, la presenza sul campo di un insegnante di sostegno
per ogni due bambini portatori di handicap. I brillanti risultati ottenuti non
devono indurre i soggetti impegnati nell’intervento sull’handicap
a “burocratizzare” l’impegno profuso con tanta energia, come
ha sottolineato il Dott. Barbieri. Solo in tal modo sarà possibile confermare
i confortanti dati rilevati nel corso del 2001: per ogni tre studenti in situazione
di handicap che affrontano l’esame di terza media, almeno due continueranno
la propria formazione scolastica approdando alla scuola superiore (soprattutto
istituti professionali) e, successivamente, nel mondo del lavoro.
Alberto Borghi.