VELLEIA

B
isogna proprio dire che i fratelli Borbone avevano il bernoccolo degli scavi archeologici e che questa loro comune passione ha portato, per entrambi, a risultati eccezionali.Se, infatti, a Carlo re di Napoli si deve lavvio degli scavi di Pompei e di Ercolano, a suo fratello don Filippo, duca di Parma va attribuito il merito di avere promosso nellalta valle dellArda, quelle ricerche archeologiche che hanno consentito il ritrovamento delle vestigia di Velleia, città che nel I e II secolo d.c. fu fiorente municipio romano, capoluogo di un vasto territorio montano.
Costruita, nel corso di cinque successivi periodi, su una serie di terrazze, Velleia (sorta su un precedente insediamento di Liguri Eleati) si attestava su una via di comunicazione fra il Piacentino e la Lunigiana, e alla sua crescita certo contribuì la presenza di acque saline precedentemente sfruttate.
Poi, lentamente, la città scomparve.
Quando, nel 1760, don Filippo di Borbone iniziò gli scavi, i resti di Velleia erano stati individuati da appena 13 anni, grazie al ritrovamento, del tutto casuale, del maggior documento epigrafico bronzeo dellantichità romana: la tabula alimentaria traianea, oggi conservata nel Museo archeologico di Parma.
Pian piano vennero alla luce i resti del foro: rettangolare, lastricato in arenaria (grazie alla munificenza del duumviro Lucio Lucilio Prisco, come documenta ciò che rimane di uniscrizione in lettere bronzee che lattraversa al centro), dotato di sistema di drenaggio delle acque in gran parte ancora esistente, porticato su tre lati, mentre sul quarto prospettava la basilica rettangolare.


Il foro fa parte di un complesso urbano di età giulio-claudia, che comprende anche parte di una scalinata, quartieri di abitazione, la basilica, dodici statue in marmo di personaggi della famiglia giulio-claudia stessa, edifici vari fra cui uno dotato di prospetti colonnati.
Ma Velleia fu anche centro di vita mondana: ce ne parlano i resti delle terme e quelli di un anfiteatro, mentre bronzi, marmi, iscrizioni e oggetti vari sono conservati nellAntiquarium, allestito nella palazzina che fu fatta costruire dalla duchessa Maria Luigia.
Velleia (visitabile dalle 9 fino ad unora prima del tramonto) è un autentico gioiello dellepoca romana incastonato nella Val dArda, preziosa per larcheologia anche per la presenza, nella parte montana, dei castellieri (costruzioni fortificate preromane erette a difesa di popoli liguri nella zona di Morfasso e Vernasca) e, nella parte bassa, delle terremare, gli insediamenti preistorici di capanne rotonde cinta da terrapieni a difesa delle periodiche inondazioni del Po.