chinone
Leggo: Arriva la batteria al rabarbaro per conservare l'energia rinnovabile
nicolò La Ferla su nicofranca, 14\10\2015, h. 14.40.

 
Batterie al rabarbaro, lowcost e biocompatibili, per portare le rinnovabili in tutte le case e 
staccarle definitivamente dalla rete elettrica. Si tratta di una nuova tecnologia ideata 
all?Università di Harvard e sviluppata dai ricercatori dell?Università di Tor Vergata e della 
Fondazione Bruno Kessler di Trento per superare i limiti delle rinnovabili, ossia accumularla per 
poterla usare quando necessario.

«Uno dei problemi delle rinnovabili è la possibilità di accumularla», ha spiegato la biologa Adele 
Vitale, del gruppo di sviluppo del prototipo di Green Energy Storage . «Non può essere prodotta 
costantemente, in caso di mancanza di vento o di sole, mentre in altri momenti invece se ne produce 
troppa».

Per questo è necessario accumularla. La soluzione per farlo è quello di usare batterie, ma il loro 
limite sono i costi e soprattutto l?impatto ambientale: spesso usano al loro interno metalli 
tossici. La nuova tecnologia (nella foto) sfrutta invece una molecola prodotta dalle piante durante 
la fotosintesi, detta chinone, facilmente estraibile dal rabarbaro, biocompatibile e a basso costo. 
Il funzionamento è diverso normali batterie, in quanto l?energia viene conservata chimicamente in 
serbatoi riempiti da una soluzione liquida ricca di elettroliti, molecole che immagazzinano cariche 
elettriche.

«Abbiamo raggiunto un accordo con Harvard di licenza esclusiva in Europa - ha spiegato Emilio 
Sassone Corsi, consigliere di Green Energy Storage - e entro la metà del 2016 avremo batterie con 
potenza superiore al kilowatt. Puntiamo a entrare sul mercato nel 2017». Le batterie al rabarbaro 
avranno dei costi molto ridotti, per quelle di uso domestico di appena un terzo rispetto a quelle 
attualmente sul mercato, e il passo successivo sarà quelli di sviluppare batteri ancora più grandi 
per necessità industriali.
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