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Leggo: Stop ai ladri di biciclette grazie a un microchip: "Sarà obbligatorio"
Nicolò La Ferla su nicofranca, 27\10\2015, h. 11.54.
Vita dura per i ladri di biciclette se verrà approvata la proposta di legge del deputato del
Movimento 5 stelle Paolo Bernini, che punta a rendere obbligatorio l?inserimento di un microchip
che consenta di seguire i mezzi su tutto il territorio nazionale, favorendone così il recupero e la
restituzione ai proprietari.
La Federazione italiana amici della bicicletta stima che ogni anno nel nostro Paese vengano rubate
320mila biciclette, con un danno economico valutato in 150 milioni di euro. L?aumento dei furti fa
crescere il mercato nero, visto che il 30-40 per cento di essi non viene denunciato e le vittime
preferiscono rivolgersi ai ricettatori per riavere a disposizione un mezzo. Inoltre a essere presi
di mira spesso non sono solo i singoli proprietari, ma professionisti e commercianti del settore.
Di qui il rimedio studiato da Bernini, prendendo spunto dal modello e dalla tecnologia utilizzati
ormai da una decina di anni per combattere il randagismo di cani e gatti: dotare obbligatoriamente
le bici di un microchip con una vita media di circa ottanta anni e senza una batteria da ricaricare
o sostituire.
Una volta installato in un punto del telaio, nascosto, poco visibile e reso inamovibile,
permetterebbe, spiega Bernini l?identificazione, tramite un lettore in uso alle Forze di polizia
locale, della bicicletta in tutto il territorio nazionale, favorendone così il recupero e la
restituzione al legittimo proprietario. Si tratterebbe, precisa sempre il deputato Cinquestelle, di
un dispositivo da non confondere con il sistema di localizzazione di tipo Gps e quindi non
rintracciabile da satellite e in grado di garantire la privacy. La proposta di legge parte dal
presupposto che «la Repubblica promuove l?utilizzo della bicicletta come mezzo di trasporto
essenziale per una mobilità sostenibile» e quindi occorre intervenire per «prevenire il reato di
furto e favorire la restituzione di tale bene mobile in caso di ritrovamento».
Così, dopo un anno dall?entrata in vigore della legge, è previsto che venga introdotto un sistema
identificativo per biciclette, tramite microchip, e l?istituzione di una banca dati nazionale
presso il ministero dell?Interno, contenente i dati degli utenti memorizzati in ogni microchip,
consultabile direttamente dalle Forze di polizia. I dati elettronici non possono però essere
utilizzati a fini fiscali. Da quel momento in poi tutte le biciclette messe in vendita dovranno
essere dotate di microchip, mentre i proprietari di quelle acquistate precedentemente potranno
scegliere se installare il dispositivo o meno. I Comuni dovranno poi dotarsi di lettori di
microchip in un numero proporzionato alla popolazione residente, che arriverà fino a trenta per i
centri con oltre 800mila abitanti.
Previste sanzioni amministrative per chi vende biciclette senza il meccanismo di ricerca, 500 euro
per ogni mezzo che ne è privo; per gli esercizi commerciali che non ne verificano l?installazione
al momento dell?acquisto da terzi, 700 euro. Sanzione amministrativa di 700 euro e reclusione fino
a tre mesi per chi rimuove o manomette il dispositivo. Somme destinate ad alimentare un fondo
istituito presso il ministero dell?Interno per la gestione della banca dati nazionale, per il quale
sono previsti 500mila euro per il primo anno di entrata in vigore della legge e 200mila per quelli
successivi.
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