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L'app Musica cambia faccia. Arriva Apple music, accessibile
Pubblicato da Simone Dal Maso sul sito nvapple in data 01\07\2015.
Il nuovo aggiornamento a Ios 8.4 ha portato una ventata di rinnovamento in ambito musicale sui
dispositivi Apple.
L'app Musica infatti è stata completamente ridisegnata, sia per quel che concerne l'interfaccia, ma
soprattutto nelle proprie funzionalità.
Apple Music è il nuovo servizio che è stato integrato all'interno di questa app, servizio che
permette di avere accesso e quindi ascoltare tutto il catalogo presente sui server di Itunes,
qualcosa come 30 milioni di opere multimediali.
Questo servizio ha un costo di 9 euro e 99 centesimi al mese, ma è possibile effettuare un
abbonamento di prova per 90 giorni senza alcun obbligo di rinnovo per saggiarne le potenzialità.
Cosa cambia nell'interfaccia
Faremmo prima a scrivere, cosa è rimasto uguale a prima.
L'interfaccia dell'app Musica è completamente rivoluzionata, per nostra fortuna tutto è di facile
comprensione, in ogni caso ecco un breve elenco delle principali novità.
L'app adesso è decisamente concentrata sullo streaming e sull'interazione social con gli artisti.
Delle cinque schede presenti in basso, soltanto una, musica appunto, permette di ascoltare la
nostra libreria offline.
Ed anche tappando su "musica", vi sono alcuni pulsanti che rimangono sempre disponibili, il primo,
account, permette di visualizzare il proprio nome, il nickname, e eventuali abbonamenti legati al
proprio ID Apple; il secondo e il terzo invece permettono di scorrere tra la musica del dispositivo
e le playlist in esso contenute. Anche il pulsante ricerca è sempre presente, permettendo di
trovare un brano o un artista all'interno dello sterminato catalogo Itunes.
Altro pulsante ora indispensabile è quello etichettato "Categoria", che, una volta premuto, offre
la possibilità di selezionare tra artisti, album, brani, generi, compositori, compilation, per
terminare con una casella di controllo che consente di stabilire se visualizzare soltanto la musica
disponibile sull'Iphone o se poter basarsi anche sulle funzioni di streaming.
Come potete notare, un solo pulsante ha sostituito tutte le schede di un tempo.
Tornando alle schede presenti in basso, a seconda se è stato sottoscritto o meno un abbonamento, il
primo elemento a sinistra è chiamato "per te", dove vengono elencati gli artisti e le preferenze di
nostro interesse, e naturalmente avremo la possibilità di ascoltare ciò che ci aggrada.
Il pannello "novità", si spiega da sè, attenzione che nel caso non si abbia sottoscritto un
abbonamento, è possibile visualizzare l'elenco delle tracce di un album, ma non sarà possibile
riprodurne nemmeno un pezzettino.
Il pannello "Radio" apre un mondo dedicato all'ascolto di radio legate a generi musicali o ad
artisti, assolutamente ben fatto. La mancanza più grave rispetto a Spotify è che questo servizio è
a pagamento, compreso nei 9 euro e 99 centesimi mensili, e se non ci si abbona, si potrà ascoltare
soltanto una stazione, Beats1.
La scheda Connect consente di esplorare l'aspetto "social" dell'app, per seguire i propri artisti
preferiti e commentare nei social network e nella community.
Ed infine, ne abbiamo già discusso, il pannello "musica", in basso a destra, per ritrovare le
funzioni a cui eravamo già abituati.
Nuovi pulsanti in blocco schermo
Durante la riproduzione di un brano, conosciamo già le funzioni di traccia successiva, precedente,
stop e pausa, presenti nella schermata che si ottiene premendo il tasto home o quello di
Accensione, senza però sbloccare il dispositivo.
Ora sono stati aggiunti altri due pulsanti, uno chiamato "ti piace", che permette di impostare
l'indice di gradimento rispetto a quella canzone, e un altro chiamato "Condividi", che consente di
far sapere sui social network o ad un amico che cosa si sta ascoltando in quel momento.
Chiedilo a Siri!
Qualunque cosa volessimo ascoltare, possiamo certamente utilizzare le funzioni di ricerca presenti
nell'app.
Ma non sarebbe più comodo chiedere a Siri:
"Vorrei ascoltare l'ultimo album di Elton John".
Oppure:
"Fammi ascoltare qualcosa di dance".
O ancora:
"Riproduci Volare, di Domenico Modugno".
Detto, fatto.
Basta chiedere, no?
Facile e accessibile
Intendiamoci, Apple non ha certo scoperto chissà quale novità introducendo Apple Music, le
similitudini con Spotify si sprecano, tuttavia per un appassionato di musica che magari è affetto
da disabilità visiva Spotify è tutto tranne che semplice e accessibile.
Eccolo quindi il grande valore aggiunto di Apple Music, un'accessibilità totale, in tutte le
proprie funzioni, che permette all'utente di concentrarsi effettivamente sulle caratteristiche
dell'app, piuttosto che sul come poterle utilizzare.
Un esempio è costituito dalla fase di iscrizione ad Apple Music.
è infatti necessario selezionare gli artisti che piacciono maggiormente, di modo che il software
sia in grado di proporre contenuti che soddisfino a pieno l'ascoltatore.
Qui le istruzioni a schermo suggeriscono di effettuare un tocco sull'artista per dire che "piace",
mentre il doppio tocco sta a significare che quell'artista è "amato".
Peccato che gli utenti di Voiceover sono abituati ad effettuare il doppio tap per attivare un
elemento, per cui le istruzioni potrebbero trarre in inganno i meno esperti.
La soluzione è semplicissima, basterà considerare quell'opzione come una specie di interruttore,
ossia:
? Doppio tap su un artista, mi piace.
? Un ulteriore doppio tap sull'artista, mi piace molto!
? Un altro doppio tap sull'artista, non mi piace.
Se invece l'artista non solo non ci piace, ma lo detestiamo con tutte le nostre forze, dovremo
utilizzare le azioni personalizzate. Basterà effettuare un flick verso il basso o verso l'alto per
ascoltare la parola "rimuovi". In questo modo l'artista in questione sparirà dalla nostra libreria
e non ascolteremo mai quei pezzi che odiamo tanto!
In definitiva, un'app talmente usabile che solo per questo motivo si verrebbe indotti ad abbonarsi.
In realtà, per chi vede, Apple Music costituisce senz'altro una novità, ma non una rivoluzione,
nulla per cui probabilmente varrà la pena modificare le proprie abitudini, tenendo presente appunto
che in Spotify le radio basate sui propri gusti personali sono gratuite, e che, vista la comparsa
di Apple Music, è probabile che i prezzi di Spotify si abbasseranno.
Ma poiché, nonostante le innumerevoli segnalazioni, Spotify non ha mai preso a cuore
l'accessibilità, usare Spotify al 100% significa non gustarsi più un servizio, ma impegnarsi al
massimo per farlo funzionare, senza per altro riuscirci sempre.
Ecco perché è plausibile che Apple Music, almeno tra i disabili visivi, avrà un successo
sterminato. E magari col tempo, è auspicabile che venga aggiunta qualche altra radio gratuita, che,
a dirla tutta, proprio non guasterebbe!
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