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Quello che cancelliamo? ,Rimarrà nell?inconscio del Web
Corriere della sera del 19\05\2015.

 
FIRENZE Anche Internet vive di ricordi. Nitidi, mai sbiaditi, semmai
cancellati (in modo definitivo), ma mai nascosti in quello stato di
apparente oblio che solo la mente umana riesce a creare per poi
riportare ciò che ha celato (emozioni, sensazioni, conoscenze) in
superficie. Eppure tra pochi giorni anche il Web potrebbe avere il suo
«inconscio collettivo». Ricordi, reminiscenze e nozioni non rimosse
definitivamente da un fatale «cancella», tutto salvato in uno strato più
profondo della memoria di massa delle macchine, inaccessibile alla
ricerca ordinaria dei motori di ricerca, ma pronto a riaffiorare al
momento giusto nel tempo e nello spazio.

Di persistenza, oblio e dell?inconscio della Rete stanno discutendo i
principali ricercatori mondiali riuniti all?International World Wide Web
Conference, il più importante forum scientifico e accademico sulle
future evoluzioni del Web, istituito nel 1989 da Tim Berners-Lee, il
padre dell?Internet moderna, che si è aperto ieri alla Fortezza da Basso
a Firenze e che si concluderà venerdì.

Un appuntamento annuale organizzato in ogni parte del mondo (la
precedente sessione si è svolta a Seul) per fare il punto dello stato
dell?arte della Grande Rete. «Che ogni anno che passa è sempre più
intelligente e complessa - spiega Daniel Schwabe, professore
all?Università Cattolica di Rio de Janeiro, membro della Www Conferenze,
tra i massimi esperti e sviluppatori di Internet -. Quest?anno sarà una
sessione orientata alla conoscenza della Rete, nella quale umani e cose
si stanno collegando e dialogano in tempo reale». E sarà anche la
sessione dedicata alla memoria. Domani ne discuterà il gruppo creato da
Wolfgang Nejdl, direttore dell?Istituto della Tecnologie Informatiche
dell?Università di Hannover, con decine di altri scienziati che si
confrontano negli oltre 150 eventi della conferenza. Già sulla Rete ci
si divide. Tra chi, vorrebbe cancellare definitivamente la vecchia,
ridondante e inutile spazzatura di dati e chi invece vorrebbe
nasconderla nel profondo, l?inconscio appunto, per farla riaffiorare
all?occorrenza. Perché ciò che oggi può sembrare superfluo potrebbe non
esserlo in futuro.

«È un dibattito non solo suggestivo ma di importanza decisiva per la
Rete - dice Aldo Gangemi, dell?Istituto di Scienze e tecnologie della
cognizione del Cnr -. Ciò che decideremo oggi si ripercuoterà
inevitabilmente sul futuro. Come già accaduto con gli sviluppi del Web
che sta diventando l?Internet delle entità, ovvero uomini e cose
collegati in un grande ipermedia». E forse, domani, dotato di inconscio.

mgasperetti@corriere.it

19 maggio 2015 | 12:38
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